Continuano a filtrare indiscrezioni mirate sulla presa di posizione dei casinò italiani nei confronti dei circoli privati sempre più condizionati dalla moda di proporre "garantiti".
Stamani si è riunito a Milano il Consiglio direttivo di Federgioco (l'associazione delle 4 sale autorizzate in Italia) e secondo rumors raccolti da fonti autorevoli siamo di fronte ad una svolta clamorosa: "si è deciso di richiedere - pubblica l'agenzia Agimeg - al più presto un incontro con il Ministero degli Interni, con il Ministero dell’economia e delle Finanze al fine di realizzare un’attenta disamina dello stato dell’arte di tale segmento di gioco".

La stessa indiscrezione è stata confermata in queste ore da GiocoNews che aveva già fatto riferimento a questa possibile svolta una settimana fa. Nel mirino sarebbero inevitabilmente finiti i circoli che stanno proponendo tornei con GTD (montepremi garantiti) molto alti che poco hanno a che vedere con le linee tracciate dalla Corte di Cassazione nelle tre famose sentenze.
A causa di questa offerta borderline, il movimento del poker live italiano rischia di fare un passo indietro, visto che anche la giurisprudenza, dinanzi a determinate condotte, sarebbe indotta a far retromarcia. Ma ci sono inoltre da valutare anche altri aspetti legali complessi (come il rispetto delle leggi di diritto amministrativo, della normativa associativa, nonché delle criticità di natura fiscale e di diritto del lavoro). Il rischio è che alcuni circoli, pubblicizzando montepremi garantiti da 50.000€, 100.000€ (in alcune rare eccezioni si sono spinti fino a 200.000€) espongano tutto il settore a rischi importanti, anche le sale virtuose che rispettano i parametri indicati dai giudici.
Il Viminale e le differenze dal 2009
Nel 2009, il Viminale e l'ex Ministro Maroni imposero la famosa tolleranza zero. Ora i casinò chiedono maggiore attenzione e controlli delle autorità e lo faranno in maniera ufficiale chiedendo un incontro. In questo caso ci sono tre sentenze della Cassazione che hanno "orientato" il settore e che potrebbero frenare un'eventuale offensiva su larga scala (come è avvenuto 7 anni fa), ma queste sentenze però devono essere rispettate alla lettera dagli organizzatori, nel caso contrario i rischi potrebbero rivelarsi molto seri.
I casinò vogliono vederci chiaro, ma quale sarà la reazione di Alfano? Due anni fa il Ministero degli Interni si era interessato a pubblicare una nuova circolare che doveva "disciplinare" (in maniera indiretta) ulteriormente il settore, valorizzando la componente sportiva. Nell'attesa alcuni circoli hanno approfittato di questa stasi per scegliere la strada opposta e proporre montepremi garantiti che allontanano l'offerta da qualsiasi tipo di interpretazione permissiva.
Quanti sono i circoli attivi ora in Italia?
I circoli esistenti nel nostro paese nel 2013, secondo un'inchiesta esclusiva curata da Assopoker (puoi consultarla qui), erano circa 400 ed in quel periodo gli italiani giocavano qualcosa come 250 milioni all'anno nei tornei live. In tre anni le cose sono cambiate in maniera radicale ed è esplosa la moda dei garantiti che hanno avuto un effetto multilevel stimolando la concorrenza, ma al tempo stesso, allontanando l'offerta dal confine tracciato dalla Corte.
Al momento, nel 2016, secondo quanto riporta Agimeg, le sale arrivano "fino a 600, anche se c’è da fare una differenza tra quelle con tanti tavoli aperti, che organizzano più tornei a settimana, e quelle che invece hanno 1-3 tavoli e organizzano eventi con frequenza molto più rara. Le prime, che rappresentano un mercato degno di nota, sono circa 300. Tra queste ce ne sono alcune, la punta della piramide, talmente grandi da far invidia ai casinò, con 10-20 tavoli, sms e social network protagonisti quando c’è da promuovere un torneo e per far pubblicità".
"Questi poker club non agiscono certo nell’ombra (non si pensi alla bisca, visto che la bisca non ha un’insegna luminosa), danno lavoro anche a 20-25 persone tra i dealer, addetti alla sicurezza, al ricevimento, alla cucina e i floorman, “arbitri” che si occupano della regolarità del torneo (non gente improvvisata, ma formata nel tempo). La loro distribuzione sul territorio non è certo omogenea. Sono meno di dieci in Piemonte, poco meno di venti in Lombardia. La Puglia e la Sicilia (lontane dai quattro casinò italiani) ne hanno qualcuna in più, mentre le grandi città come Roma e Milano hanno 6-7 sale in grado di garantire un palinsesto di tornei molto importante..... Peccato che in tutto questo alcune sale (la punta della piramide) hanno cominciato aprire tavoli senza limiti di puntata,tornei con montepremi garantiti da centinaia di migliaia di euro, creando ambienti di gioco ben diversi da quelli del poker sportivo".