Nessun proibizionismo, i casinò - in modo informale - tengono a ribadire la loro posizione nei confronti dei circoli. Il clima che filtra - ad esempio - da Campione d'Italia, uno dei punti di riferimento del poker live italiano, è di distensione nei confronti del movimento dei club privati.
"Basta divieti ma servono regole nuove" questo il pensiero comune. D'altronde alcuni casinò hanno costruito la loro fortuna nel poker grazie ad una stretta ed intelligente collaborazione con i circoli privati. Nel mirino sono finiti quei club che propongono "garantiti" molto alti.
Federgioco ritiene che vi debbano essere regole chiare per tutti. D'altronde le leggi in vigore nel 2009 e nel 2011 già ribadiscono che ai circoli sia riservata una fascia di clientela low stakes. Ora serve un benedetto regolamento attuativo che non è ancora stato pubblicato nemmeno dopo 7 lunghi anni.
Di fatto le indiscrezioni smentiscono la posizione ufficiale. Il Comunicato stampa di giovedì scorso invece suonava in modo diverso, con toni minacciosi che rievocavano il 2008:
Il Consiglio Direttivo di Federgioco si è riunito oggi (giovedì scorso, ndr) a Milano. Tra i temi trattati, si è discusso del segmento di gioco “poker live”. In tal senso si è deciso di richiedere al più presto un incontro con il Ministero degli Interni, il riferimento per il nostro settore e con il Ministero dell’economia e delle Finanze al fine di realizzare un’attenta disamina dello stato dell’arte di tale segmento di gioco. Federgioco conferma così la nota sensibilità sul tema in coerenza con la posizione già assunta fin dal 2008.
Vi avevamo già anticipato che non nel 2017 non si verificherà un'ondata repressiva come quella stimolata dalla circolare a firma dell'ex Ministro Maroni nel 2009, perché oramai vi è una giurisprudenza consolidata della Cassazione, ma i circoli che hanno esagerato in questi mesi non sono visti di buon occhio dal Viminale.
Le sentenze della Cassazione parlano chiaro: i tornei - per i supremi giudici - di texas hold'em sono leciti quando hanno una struttura freezeout e prevedono un buy-in di "modico valore".
E su questo punto né Federgioco, né il Viminale possono avere margini di manovra.
L'esperienza del passato sembra aver fatto capire ai direttori dei casinò che nel 2009 fu un grave errore proibire, questo caos (come abbiamo sempre sostenuto) è figlio proprio di quel periodo.
Per questa ragione c'è chi informalmente tiene a ribadire che la loro richiesta va in direzione di una regolamentazione definitiva del settore. E sarebbe bene fare fronte comune con le poker rooms online. Qualche mese fa, Marco Trucco, country manager di PokerStars.it, aveva ribadito di voler chiedere un nuovo regolamento.
E' interesse di tutti (in primis del Viminale per tutelare l'ordine pubblico) l'emanazione di un regolamento che però deve essere pubblicato dai Monopoli di Stato (come prevede la legge delega). Ruolo fondamentale quindi spetta al Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.
Il problema, semmai, è il contesto politico, con la demagogia diffusa di diversi schieramenti politici, già in campagna elettorale. In prima linea il Movimento 5 Stelle che chiede il proibizionismo anche della pubblicità (a grave danno dei concessionari e che favorisce involontariamente l'offerta illegale e le organizzazioni criminali). Il referendum del 4 dicembre rischia di far cadere il Governo Renzi e in quel caso sarebbero - molto probabilmente - dolori non solo per il poker live ma per tutto il settore del gioco legale pubblico, con un'ondata a 360 gradi di offensiva nel confronto del gaming.
Il nostro censimento del 2013 rivelò che erano attivi in Italia circa 400 club privati e associazioni, più 100 piccole realtà. Aiutaci a ricostruire lo stato del poker live nel nostro paese: