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"I software nel poker sono come il doping nello sport"

Eric Hollreiser è stato per molti anni il braccio destro del fondatore Isai Scheinberg. Dopo il passaggio di consegne del 2013, il suo ruolo non è passato in secondo piano. Al momento è Vice Presidente Corporate Communications di Amaya Gaming (la società madre che controlla Rational Group) e le sue parole vanno sempre pesate perché preannunciano novità in arrivo nel mondo del poker.

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In questa ottica, alcune sue recenti dichiarazioni sono destinate ad alimentare l'ennesimo dibattito sull'uso dei software. Il trend nei confronti dell'uso di tools di vario tipo sembra chiaro. Stars oramai ha preso una posizione decisa in merito a questo delicato tema. Ma la discussione si è allargata anche ad altri temi di stretta attualità.

"Nessun declino nel poker. Numero di utenti attivi non è in ribasso"

Hollreiser, in una recente intervista a PokerListings, ha contestato le recenti analisi di mercato: "poker in declino? Assolutamente non è così, almeno per noi. Non voglio dire che il database di PokerScout è inaffidabile o fuorviante, sostengo solo che tiene conto solo di una parte del traffico dei giocatori, ovvero monitora solo i tavoli di cash game. La realtà è che oramai il trend è quello di stare alla larga dai tavoli di cash".

"I players - continuano  - amano più i tornei e giochi veloci. Il numero totale dei players non indica assolutamente alcun declino. Le entries di Praga raccontano una storia diversa... Vi prego di verificare i nostri report trimestrali, nei quali riveliamo tutti i numeri dei giocatori attivi. Questi numeri dimostrano che noi di PokerStars non stiamo perdendo players. Sostengo da tempo che i report sulla morte del poker siano del tutto esagerati".

"Divieto generale sui software? Difficile..."

C'è chi pensa che uno dei motivi principali della scarsa popolarità del cash game sia l'uso selvaggio di software da parte di alcuni players. E qui il responsabile di PokerStars lancia un messaggio chiaro:

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"Vogliamo che i giochi tra players siano più equi possibili. Il poker deve ritornare ad essere un confronto tra mente umana contro mente umana. Quando un player ha un edge indebito e non rispetta tali regole, deve essere fermato. Tuttavia è davvero difficile riuscire a capire quando quella linea di confine viene attraversata ed è per questo motivo che è arduo poter fare una dichiarazione generale sull'uso dei software".

Dalle parole di Hollreiser si capisce perché PokerStars, fino a questo momento, non ha stabilito un divieto generale e chiaro sull'uso dei tools forniti da terze parti:

"E' difficile scrivere una regola quando non è possibile farla rispettare. E' paragonabile al doping. Il doping è stato bandito da tutti i principali sport. Allo stesso modo è molto difficile mettere al bando alcuni software, ci saranno sempre persone che troveranno un modo per aggirare i divieti".

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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