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Daniel Negreanu: "Ecco quali sono i piani di PokerStars"

[imagebanner gruppo=pokerstars] Da quando PokerStars è passata nelle mani di Amaya Gaming, molti giocatori professionisti hanno cominciato a pensare che il baluardo per eccellenza del poker online avesse cominciato a vacillare: un'idea che Daniel Negreanu non condivide, come ha spiegato giusto ieri.

Il canadese è stato infatti intervistato da Joe Ingram nel suo ormai consueto podcast, ed ha condiviso un punto di vista tanto interessante quanto privilegiato per quello che concerne il futuro della poker room dalla picca rossa: "Molti dei cambiamenti che sono stati introdotti con la nuova proprietà erano in realtà stati decisi da tempo - rivela - credo che se c'è stato un errore da parte loro questo sia stato non tanto nelle novità introdotte, quanto nel modo in cui sono state comunicate".

Molti giocatori hanno criticato l'apertura di PokerStars ai giochi da casinò ed alle scommesse, ma secondo Negreanu tutto questo può essere visto anche da un'altro punto di vista: "In passato, i migliori siti dove giocare a poker online erano quelli che offrivano anche scommesse e casinò - sottolinea - perché molti dei giocatori che avevano il loro denaro sul sito per quel motivo poi finivano col giocare ai tavoli da poker. Se i giocatori di poker vogliono giocare ai casinò online hanno già l'opportunità di farlo, l'idea di PokerStars è quella di diventare un punto di riferimento per tutto".

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E quando dice tutto, Daniel non intende soltanto poker, scommesse e casinò: "Non posso scendere nei dettagli, ma il CEO di Amaya è uno che sogna molto in grande - rivela - quando dice che di qui a qualche anno il poker rappresenterà circa il 20-25% delle revenue complessive della compagnia, questo non significa che ci saranno meno persone a giocare a poker online, ma anzi il contrario, se tutto va secondo i piani".

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Il poker in questo scenario sarebbe insomma sì una fetta della torta - e non più la torta intera - ma le dimensioni di quest'ultima sarebbero molto maggiori di quelle attuali: "Lui vuole far diventare la compagnia cinque volte più grande di quanto non sia oggi, espandendosi in diversi altri settori - insiste Negreanu - stiamo parlando di qualcuno che due anni fa guidava una compagnia da venti milioni di dollari, e quando diceva di voler comprare PokerStars gli altri ridevano di lui...".

A suo avviso, quindi, lo scetticismo dei giocatori non è giustificato, ed anche la nuova politica dei contratti di sponsorizzazione va in questa direzione: "Sono finiti i tempi in cui ti pagavano centinaia di migliaia di dollari per indossare una patch, molto denaro è stato gettato via - conclude - oggi una poker room online non è interessata a quanto sei forte, ma a quanto valore puoi portare, a quanti giocatori ti seguiranno, ed ecco quindi perché uno che lavora molto duramente come Jason Somerville è stato ricompensato. Uno come Tom Dwan pensa di valere molto in quest'industria, ma io non sono molto d'accordo, perché tutti i suoi fan giocano già online...".

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