Importanti limiti al gioco terrestre sono previsti nei nuovi emendamenti approvati in Commissione Affari Sociali della Camera, in merito alla Legge di Conversione del Decreto Sanità: la previsione dell’uso del codice fiscale (o della tessera sanit) e la ricollocazione del parco slot, lontano dai luoghi sensibili (scuole, chiese etc.). Tali misure (a dir poco storiche per il gioco pubblico italiano) dovranno però essere approvate in assemblea ed è probabile che l'esame in aula inizi lunedì.
C’è però da attendere anche il parere consultivo della Commissione Bilancio perché i limiti sono talmente drastici (ed efficaci per la salvaguardia dei soggetti più deboli) che potrebbero comportare un freno ai volumi di gioco ed anche alle entrate erariali. Il Ministro Balduzzi, per blindare il testo, sembra intenzionato a presentare un maxi-emendamento che tenga conto del lavoro della Commissione. Sarà un bel braccio di ferro.
Rispetto al decreto precedente (che lasciava molto a desiderare, soprattutto in termini di utilità), tali misure paiono, in effetti, efficaci a tutelare i minori e frenare in parte le ludopatie. I soli divieti generici sulla pubblicità oltre a sembrare inutili e per certi versi dannosi (perché vanno a colpire quasi esclusivamente i giochi online, che sono a più alto payout) non possono essere ritenuti sufficienti senza un piano d’azione generale. Giusto moderare i toni, disciplinare i messaggi promozionali e diffondere una cultura sana del gioco legale, ma i problemi reali vanno combattuti con strumenti efficaci sul campo, oltretutto già sperimentati in altri settori.
Come avviene nell’online, l’uso del codice fiscale può essere un deterrente importante: ci sono purtroppo anche delle eccezioni, e casi isolati, però diventa molto difficile per un minore poter aprire un conto e iniziare a giocare su internet: oltre al c.f. è necessaria anche una carta di credito e certe disponibilità economiche.
Così nel live, l’introduzione di uno strumento elettronico e maggiori controlli delle forze dell’ordine, potrebbero finalmente limitare al massimo la presenza degli under 18 in luoghi poco adatti. Inoltre, con l’uso del codice fiscale, le autorità potranno avere un monitoraggio preciso e costante dei flussi, ai fini del contrasto al riciclaggio, in modo da preservare sempre più il gioco in ambito legale, garantendo anche una maggiore sicurezza ai clienti.
La misura quasi sicuramente non riguarderà solo le sale slot e Vlt ma - con ogni probabilità - anche le agenzie di scommesse, le future poker rooms live, le sale bingo e gli altri luoghi (rivendite di tabacchi?) dove sono autorizzati giochi a totalizzatore. Questo il nuovo testo della legge di conversione che deve essere ancora approvata dalle due Camere:
«Il Ministero dell’economia e delle finanze, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, emana un decreto per la progressiva introduzione obbligatoria di idonee soluzioni tecniche volte a bloccare automaticamente l’accesso ai giochi per i minori, anche mediante l’uso esclusivo di tessera elettronica, tessera sanitaria o codice fiscale, nonché volte ad avvertire automaticamente il giocatore dei pericoli di dipendenza dal gioco ».
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (AAMS) dovrà inoltre pianificare una “progressiva ricollocazione dei punti della rete fisica di raccolta del gioco praticato mediante gli apparecchi di cui all’ articolo 110, comma 6, lettera a), del testo unico di cui al regio decreto n. 773 del 1931”.
In poche parole, le macchinette (slot, ndr) dovranno essere ri-posizionate ad una certa distanza "dai luoghi sensibili come istituti scolastici primari e secondari, strutture sanitarie ed ospedaliere, luoghi di culto, centri socio-ricreativi e sportivi, definiti con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, di concerto con il Ministro della salute”.
Un piano di non facile attuazione nella pratica: in sede di approvazione del DL Balduzzi, il Governo aveva provato a far passare il limite solo per i nuovi punti, ma tale misura sarebbe stata contraria alla Giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea, perché discriminatoria e anti concorrenziale.
Seconda parte - fine
Emendamenti Dl Balduzzi: prima parte