La Commissione Tributaria Regionale umbra sembra intenzionata a rigettare il ricorso dell’Agenzia dell’Entrate, in merito alle contestazioni mosse nei confronti del giocatore di poker Carlo Braccini, in merito all’anno fiscale 2007.
Nell’introdurre la discussione, il giudice relatore è stato a dir poco esplicito: "Questione curiosa per questa aula che difficilmente tratta questi argomenti ma già piuttosto definitiva come abbiamo potuto analizzare anche a livello europeo. Quindi c'è poco da discutere in merito all'appello presentato dall'Agenzia delle Entrate".
Come riporta GiocoNews, la commissione tributaria regionale si è riferita in modo diretto (e non poteva fare altrimenti) alla sentenza “Blanco-Fabretti” del 22 ottobre 2014, sancita dalla Corte di Giustizia Europea che ha riconosciuto le istanze dei players italiani e bocciato le contestazioni delle autorità fiscali italiane.
Non c’è quindi da sorprendersi della posizione da parte delle commissioni tributarie provinciali che hanno sposato la linea tracciata dalla Corte di Giustizia.
"Ma su questo altre commissioni provinciali hanno già dato ragione al contribuente come la stessa di Perugia e chi ha rinviato la questione in Europa ha definito la vicenda con l'illegittimità di quelle cartelle esattoriali. Per questo non abbiamo nulla da aggiungere”. I giudici di Perugia sono stati fin troppo espliciti e, pertanto, è logico pensare che l’appello dell’ADE sarà respinto.
Il dottor Sebastiano Cristaldi, difensore di Braccini, commenta: "L'appello dell'Agenzia è successivo alla sentenza della Corte di Giustizia Europea. Non c'è nulla nell'appello che parla della sentenza de 22 ottobre. Come mai? Ma il problema è che lo stesso progetto All in non richiama mai i diritti e i principi contenuti nei trattati Ue. Abbiamo chiesto alla Commissione di valutare la posizione dell'ufficio che sembra recalcitrante nei confronti delle espressioni della Corte europea".