Non vi è una regolamentazione ad hoc per la disciplina dei tornei di poker sportivo live fuori dai casinò: la legge del 2009 prevede l’attività (confermata poi nella Finanziaria del 2011) ma solo con l’autorizzazione dei Monopoli di Stato. Il bando di gara però non ha mai visto la luce, pertanto si è creato di fatto un “vuoto” legislativo.
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In base alla mancata pubblicazione del regolamento attuativo, è intervenuta la Corte di Cassazione con tre sentenze univoche. L’ultima ((20 giugno - 29 luglio 2013, n.32835, sez. III Penale, Presidente Teresi), è stata archiviata come “Massima”, perché contiene principi che, di fatto, mettono fine a problemi interpretativi nel settore.
Nonostante tutto ciò, vi sono ancora delle eccezioni: un noto circolo romano continua ad essere oggetto di chiusure da parte delle autorità di pubblica sicurezza. Motivo in più per invocare una nuova circolare da parte del Ministero degli Interni che accolga (come logica giuridica impone) le linee suggerite dalla Cassazione stessa.
Ma vediamo quali sono le regole che i titolari dei circoli devono seguire per fare in modo che la propria attività sia compatibile con il diritto penale italiano. Ecco cosa consigliano i giudici:
1) Struttura freezeout
Uno dei capisaldi giuridici è che non deve sussistere l’elemento dell’alea. In altre parole, il giocatore quando partecipa ad un torneo. deve conoscere prima dell’inizio dell’evento, l’ entità della quota d’iscrizione (buy-in) e il payout. In questo modo sono note le eventuali perdite e vincite e non vi è più possibilità di modifica o variazione. Qualsiasi altra formula, viene ritenuta dai giudici – sotto il profilo tecnico del diritto penale – come gioco d’azzardo. Pertanto, secondo lo spirito delle sentenze della Cassazione, qualsiasi format che riproduca giochi di cash game “mascherati” è ritenuto illecito ed è un reato penale.
2) Divieto rebuy
Strettamente collegato alla prima regola, l’assoluto divieto di dare la possibilità ad un giocatore di pagare una quota supplementare, per rientrare dopo la sua eliminazione.
3) Stack iniziale uguale per tutti
I giudici della Cassazione valorizzano al massimo il concetto di poker sportivo: tutti i partecipanti devono partire con la medesima dotazione iniziale di chips.
4) Buy-in contenuti
L’unico punto meno chiaro dell’ultima sentenza della Cassazione riguarda il fatto che la quota d’iscrizione deve essere contenuta, di modico valore. In questo caso però i giudici non danno dei parametri certi. Nella motivazioni si fa spesso riferimento all’equiparazione tra regolamentazione del live con l’online. Per questo motivo, è molto probabile che il tetto sia fino a 250 euro (come su internet) ma si tratta solo di un’interpretazione. E’ consigliata pertanto una linea più prudente. La legge “per gli adeguamenti degli obblighi comunitari” del 2009 imponeva il doppio tetto di 30€ (tornei locali) e 100€ (tornei nazionali), ma tali limiti sono stati abrogati dalla successiva Legge Finanziaria del 2011 che non specifica l’entità delle quote d’iscrizione.
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