Fiumi di inchiostro sono stati spesi in questi giorni sulla scalata di Baazov che vuole assumere il pieno controllo di Amaya-PokerStars. Riportiamo le opinioni più in vista (e che hanno fatto anche più discutere) da parte degli analisti. L'obiettivo è quello di cercare di capire il più possibile le logiche che sono dietro ad un'operazione così complessa.
Per Rafi Farber di CalvinAyre "il problema più grande per privatizzare Amaya è il suo debito che ammonta a circa 3,3 miliardi di dollari, più della sua capitalizzazione sul mercato attuale o dell'offerta di Baazov (2,9 miliardi, ndr). Baazov è disposto a pagare con i suoi soci solo per rendere Amaya privata? Forse ma è anche possibile che il "deposito" versato a Scheinberg potrebbe essere messo nuovamente dentro la società e utilizzato in qualche modo per estinguere il debito rapidamente.
Gli Scheinberg - molto probabilmente - non saranno coinvolti ufficialmente o legalmente ma sembra che siano coinvolti in qualche modo sotto banco. Amaya lo nega e per una buona ragione. Al fine di ottenere una licenza per operare negli States, i federali esigono che Scheinberg non facciano parte dell'affare".
In realtà siamo certi che il debito sia un problema per una società che ha un turnover annuale superiore a 1,2 miliardi di dollari? Inoltre, il debito di 3 miliardi risultava nel momento dell'operazione di acquisto, nel frattempo Amaya ha iniziato a rimborsare i fondi di Wall Street che hanno finanziato questa complessa transazione.
Il problema semmai sono i margini, del tutto esigui in proporzione alle revenues totali, almeno a leggere i bilanci ufficiali pubblicati. Per questo motivo, gli investitori in borsa hanno preso di mira Amaya negli ultimi mesi.
Nell'ultima trimestrale, a fronte di entrate totali per 324.66 milioni di dollari, l'utile è stato di 41,87 milioni. Da questo dato, si può evincere come i tagli alle promozioni e al vip system sia stati una mossa obbligata per le prospettive della gaming company canadese.
Gli spifferi che provengono dal Canada potrebbero trasformarsi comunque in un ciclone. CalvinAyre insiste sui legami tra due uomini d'affari che hanno medesime origini israeliane-canadesi. Inoltre, il fatto di voler svincolare Amaya (e quindi PokerStars) dalle logiche dei mercati azionari, è sempre stato un cavallo di battaglia degli Scheinberg.
Rafi Farber afferma: "Scheinberg è uno degli uomini più 'privati' dell'industria del gaming. Ha sempre gestito con molta discrezione Rational Group, non rivelando mai i dettagli finanziari del gruppo". Come noto, Baazov prima di poter avere accesso ai bilanci (durante la fase delle trattative) dovette prestare ai fondatori di PokerStars, una fideiussione milionaria, a garanzia.
L'analista canadese chiude elogiando l'intelligenza e la scaltrezza di Baazov e Scheinberg nel gestire questo potenziale affare, dichiarandosi fiducioso sulla conclusione della riprivatizzazione di PokerStars: "il debito probabilmente verrà pagato in modo molto rapido".
In Canada quindi sono certi di questa santa alleanza. Noi rimaniamo molto scettici su quanto letto. Come detto, il patto d'onore tra Baazov e gli Scheinberg è un’ipotesi affascinante ma che non ha mai trovato riscontro nei fatti ed è sempre stata smentita dai diretti interessati anche se sorprende che un blog così in vista come quello di CalvinAyre esca allo scoperto in questo modo.
C'è sono poi altri due aspetti che sembrano smentire (in parte) le teorie ipotizzate dai giornalisti canadesi:
- L'attuale gestione imposta da Amaya nei confronti dei players high stakes è di rottura e discontinuità rispetto alle strategie e la politica perseguite da Isai e Mark Scheinberg negli ultimi anni. A meno che il "lavoro sporco" non sia stato delegato da Baazov per conto terzi, onde evitare danni di immagine, ma noi non lo sapremo mai.
- In base alle ultime 4 relazioni trimestrali, risulta che Amaya (e di conseguenza Rational Group) in dodici mesi abbia registrato un utile di 229,41 milioni di dollari. Il prezzo di acquisto (4,9 miliardi) non sembra di favore, se teniamo conto di questi dati ufficiali.
Difficile poter pensare ad un bluff tra le parti solo per trarre in inganno le autorità statunitensi, anche se è vero che l'operazione è stata finanziata dal più grosso fondo d'investimento di Wall Street. Si è trattato di un prestito che potrebbe tornare alla base in pochi mesi (secondo il blog canadese), dopo che il mercato ha comunque favorito l'operazione con un'azione al ribasso.
Certo, in Canada si parla comunque di forti legami tra Scheinberg e Baazov ben prima dell'operazione di acquisto di Rational Group (mai provati comunque) ed il tempismo del buyback è sospetto, a pochi mesi dalla quotazione di Amaya a Wall Street.
Ci sono però altre ragioni (per esempio i 100 milioni di utenti) che potrebbero spingere il manager di origini georgiane, a voler acquistare per intero PokerStars e renderla di nuovo un’azienda privata. La verità è che se esistono degli accordi privati in questa operazione, non lo sapremo mai. Noi ci possiamo solo attenere alle smentite dei legali che portano avanti l'operazione e che hanno negato qualsiasi coinvolgimento dei vecchi proprietari.
Se si dovesse trattare di un bluff, presto potrebbe venire comunque a galla. Il flop dei mercati USA potrebbe indurre molte rooms a rivedere le proprie politiche. PartyPoker ha deciso di rientrare in 21 mercati grigi, a costo di perdere le licenze in New Jersey. Se PokerStars non avrà più interesse a rimanere negli States (ne dubitiamo soprattutto per il potenziale cross over con betting e casinò), allora l’assetto di Rational potrebbe mutare di nuovo, se l’ipotesi paventata da CalvinAyre fosse vera.
Noi rimaniamo dell’idea che Baazov abbia mille interessi (svincolati dalle logiche ipotizzate) a comprare per intero Amaya e li scopriremo nel prossimo speciale dedicato alla vendita della prima room mondiale, riportando anche altre autorevoli opinioni.
Fine terza parte Speciale Vendita PokerStars - continua
Speciale vendita PokerStars - seconda parte
Speciale vendita PokerStars - prima parte