Alex Fitzgerald è ormai da tempo che si è costruito una solida reputazione nel mondo del poker: dietro il nickname di "Assassinato" ha vinto circa 2.500.000 $ su varie poker room, eppure non si può certo dire che lo statunitense si sia approcciato al gioco mostrando da subito le stimmate del campione. Tutt'altro.
Pare che all'inizio, semplicemente, non facesse che perdere: "Quando ho cominciato a giocare ero il peggiore, un vero idiota. Non vincevo mai uno di quei piccoli tornei che giocavamo dal vivo, uscivo sempre per colpa di qualche stupido bluff o di una pessima lettura, in più mi prendevo troppo sul serio e per questo gli altri ridevano di me". Ma poi le cose sono cambiate, a suo dire più per merito della testardaggine che non a causa del talento.
"Un sacco di persone mi ritengono intelligente - dice - ma la maggior parte delle volte io mi sento più stupido di un sacco pieno di pietre. Un giorno semplicemente smisi di chiedermi perché continuavo a mandare all'aria tutto così spesso, o ad ignorare le facce che facevano gli altri quando gli dicevo che dopo il liceo avrei voluto diventare un professionista di poker. Feci spazio per la mia inettitudine, mettendomi a giocare in bankroll partendo letteralmente da zero". E affrontando periodi tutt'altro che semplici.
"Una volta a casa ci tolsero la connessione internet, perché erano nove mesi che non pagavamo la bolletta. Lo feci io, e così potei ricominciare a giocare. Quando l'aria si fece pesante chiamai un amico, misi la mia roba in delle scatole di cartone prese ad un negozio di liquori e mi traferii quella notte nel suo garage, senza aria condizionata né riscaldamento, ma era un posto tranquillo e grazie ad internet riuscivo a mantenermi".
Il suo è insomma un invito ad assumersi dei rischi, anche quando le possibilità sembrano scarse, questo per un motivo che a Fitzgerald appare fondamentale: "Nel grande gioco che è la vita, mi sono reso conto che gli spewtard prendono a calci i nitty in ogni singola circostanza. Quando avevo bisogno di soldi e quindi di un lavoro, andavo a stringere la mano al manager o al proprietario di turno anche quando sapevo che c'erano pochissime possibilità che le cose andassero per il verso giusto. Nel frattempo continuavo ad imparare, senza aver paura di prendere sul serio i miei stupidi sit&go da cinque dollari, quando tutti i miei amici giocavano a limiti più alti".
Fa parte di una generazione, Alex Fitzgerald, che il poker online lo ha spaccato in due. Lui non era certo il migliore, né il più rapido ad apprendere, eppure i risultati sono infine arrivati: "Due anni più tardi vivevo in un appartamento di Seattle con tanto di terrazza con vista e barbecue, facendo nel frattempo un sacco di giocate stupide, uscendo spesso dai tornei ben prima di quanto avrei dovuto ma sempre continuando ad apprendere e attenendomi al piano. Dovete sperimentare ed essere stupidi, imparare".
Le cose adesso per lui sembrano essere cambiate da allora, ma forse in fondo meno di quanto potremmo immaginare: "La differenza maggiore è che ora, quando vengo eliminato in modo idiota, magari a causa di un bluff andato male che fa scoppiare a ridere l'intero tavolo, lo faccio ad un torneo da 10.000 dollari". E scusate se è poco.
Alex "Assassinato" Fitzgerald sembra insomma essere d'accordo con Weird Al Yankovic: ogni tanto la cosa migliore da fare è proprio quella di osare essere stupidi. Basta solo assicurarsi che il processo sia reversibile...