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Full Tilt Poker online a gennaio, dubbi sull'AGCC...

laurent-tapieIl tempo è denaro, Bernard Tapie lo sa benissimo, così come gli azionisti di Full Tilt Poker. Il sito è inattivo da giugno e le perdite sono sempre più ingenti. Per questo motivo, si sta lavorando per tornare online entro poche settimane. Fonti interne alla red room hanno rivelato che il sogno da parte dei manager è quello di essere attivi nei primi giorni di gennaio 2012.  Naturalmente si tratta solo di un obiettivo, considerando che tutto - almeno a giudicare dall'esterno - sembra ancora in alto mare.

Eppure questa vicenda non finirà mai di stupire: quando la room sembrava sull'orlo del precipizio è spuntato dal nulla Bernard Tapie e i suoi soci francesi (è ancora vivo l'interesse del gruppo Partouche). La multa da un miliardo di dollari del Doj si è trasformata in 80 milioni (più i 150 che serviranno per pagare solo i giocatori extra Stati Uniti) e quindi "impossibile is nothing" da quando, nella sede di Dublino, è comparsa la figura dei Tapie, babbo e figlio.

Proprio Laurent Tapie, il futuro amministratore delegato di Tilt, sta lavorando sulla nuova licenza di gioco: le trattative con AGCC sembrano non andare avanti. Il sito è formalmente ancora debitore di migliaia di giocatori e sull'isola britannica non vorrebbero bruciare i tempi. Così si sta lavorando per ottenere una licenza primaria temporanea con la Kahnawake Gaming Commission (KGC). Il sito irlandese ha già una concessione secondaria con l'ente regolatore della riserva indiana del Canada.

Laurent Tapie, durante il suo incarico con Partouche, aveva attivato una licenza a Gibilterra e potrebbe ripercorrere il medesimo percorso anche con Full Tilt Poker per la concessione principale per l'Europa, in un secondo momento. Nelle ultime ore c'è stato un raffreddamento con AGCC (d'altronde qual è il giocatore che può ancora fidarsi dell'Alderney Commission?).  Il problema sarà spostare tutti i server e l’apparato tecnologico che sono posizionati sull’isoletta del Canale della Manica. Gli ingegneri però stanno già lavorando sul software, segno che la messa online non è poi così lontana.

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Con il Dipartimento di Giustizia (Doj) mancano pochi dettagli assicurano da Parigi ma suonano strane le parole del portavoce della Procura di New York: “non possiamo né smentire né confermare le dichiarazioni degli azionisti di Full Tilt Poker (Bitar, ndr) e dell’avvocato di Tapie”.  Dichiarazione che si presta a mille interpretazioni. Con ogni probabilità, a Manhattan, stanno aspettando il deal con i vecchi azionisti che dovranno cedere gratuitamente al Doj tutto il patrimonio del gruppo (che sarà poi trasferito a Tapie in cambio dei famosi 80 milioni); boccone amaro ma inevitabile per Lederer e soci che si sono trovati sull’orlo del fallimento.

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Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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