
Che Jerry Buss sia stato una leggenda del basket non ci sono dubbi, ma già nell'articolo che ne onorava la scomparsa avevamo accennato a un suo ruolo da protagonista anche nel poker high stakes.
In questo senso il prezioso blog di Yosh Nakano viene in nostro aiuto, perchè ci regala alcune chicche a testimoniare quanto fosse importante il gioco nella vita del defunto patron dei Los Angeles Lakers, con fantastici aneddoti che vedono coinvolte stelle sia del basket che del poker.
Nakano racconta di aver incontrato per la prima volta Jerry Buss a fine anni '80 grazie a Frank Mariani, un amico in comune che lo invitò a una partita privata in cui era presente anche lo stesso Buss. Da allora, nacque un'amicizia durata almeno 25 anni.
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Uomo di poker o uomo da poker?
“Fortunatamente per i tifosi dei Lakers, è stata la natura ipercompetitiva di Jerry a dargli l'energia non solo per il poker ma soprattutto per i 10 titoli NBA conquistati. Poteva sopportare di perdere al tavolo verde, ma odiava farlo sul parquet. Una notte, dopo una enorme perdita in una sessione al Bicycle, sembrava disgustato. Ero già parte di una partita privata a casa di Gabe Kaplan a Beverly Hills, quindi dissi a Jerry che avrei potuto organizzare una partita “bella”, che in gergo significa con giocatori davvero scarsi. Lui riflettè un attimo e poi rispose “Sai, di soldi ne ho quanti ne voglio. Non gioco per quelli. Cosa mi cambierebbe se battessi un gruppo di scarsoni? Io voglio giocare contro i migliori!”
Una frase che sintetizza come meglio non si potrebbe il “Jerry Buss pensiero”. Un uomo da poker, più che un uomo di poker: uno che cercava sempre sfide ad alti livelli e che, negli anni, riuscì ad attrezzare partite di poker nei luoghi e momenti più impensabili.
Le partite in sala stampa con Magic e Jabbar
Ad esempio, Nakano racconta che nella sala stampa del Los Angeles Forum si sono tenute partite memorabili, con gente come Magic Johnson, Kareem Abdul-Jabbar e James Worthy (tre fra i massimi interpreti del famoso “showtime” Lakers negli anni '80, ndr) a giocare e bere rum&coca insieme al loro datore di lavoro.
Il "Larry Game" e John Cusack che resta chiuso fuori
Ma da quelle parti non bazzicavano solo campioni di basket. Sempre nella sala delle conferenze stampa del Forum, nell'agosto del 1996 Buss ospitò il ritorno al poker di Larry Flynt. La partita era a 7 card stud, l'unica specialità che Flynt era disposto a giocare. Da allora quella divenne il “Larry Game”, la più alta partita giocata regolarmente a Los Angeles per almeno 4 anni.
A volte si giocava anche nell'ufficio personale di Buss, dentro al nuovo Staples Center, subito dopo un match dei Lakers. Erano della partita anche stelle del cinema come John Cusack, che una volta non riuscì a entrare perchè era sprovvisto di pass. In teoria si trattava di tornei freezeout da 5.000$ che dovevano finire in meno di un'ora, ma più di una volta si uscì da lì solo intorno alle 5 del mattino...
Jerry, torneista vero
La passione di Jerry Buss per il poker trovava però pieno compimento solo nei tornei. Come raccontavamo nell'articolo post mortem, Buss potè vantare un terzo posto alle WSOP (in una prova di 7 card Stud del 1991) e un secondo in un WPT Invitational, dove terminò dietro solo a un grande giocatore come Layne Flack.
Phil Hellmuth, il lanciatore di sedie
Tra gli aneddoti che racconta Nakano, il più memorabile è però di gran lunga quello che vede coinvolto Phil Hellmuth, nei primi anni '90. Durante l'annuale training camp dei Lakers alle Hawaii, Jerry invitò appunto The Poker Brat, insieme a Johnny Chan e allo stesso Yoshi Nakano per una partita privata, nella sua suite dell'Hilton Hawaiian Village. Doveva essere una partita amichevole, si trasformò in un putiferio...
Hellmuth era partito piuttosto bene, ma con il passare delle ore le carte gli si ritorsero contro e lui iniziò a reagire in maniera scomposta, esattamente alla “poker brat”. Nakano racconta che “a un certo punto, dopo un colpo perso, Phil urlò, si alzò e lanciò la sedia contro la finestra.” Fortunatamente questa non si ruppe.
Phil era ancora giovane, ma già campione del mondo ai danni proprio di Johnny Chan e soprattutto già noto per il suo carattere. Jerry Buss fu molto signorile, mostrando una grande pazienza con il suo focoso ospite, facendo solo attenzione che le escandescenze di Phil non facessero svegliare le ragazze che dormivano lì vicino. Alla fine dei giochi, Hellmuth fu il maggiore perdente al tavolo, mentre Buss fu il più vincente per circa 30mila dollari.
Al tempo Buss aveva vinto 5 anelli NBA con i Lakers, e altrettanti ne sarebbero arrivati di lì alla fine della sua avventura terrena, rendendolo il più vincente proprietario nella storia della lega. Anche Phil Hellmuth allora aveva vinto non più di un paio di braccialetti WSOP, mentre oggi ne può vantare 14, come nessun altro al mondo. Due vincenti come nessun altro, due personalità forti ma diversissime tra loro, che però riuscivano a trovare una naturale intesa. Basterebbe già questo, a definire i livelli di epicità di quelle partite, e di questi racconti.