Vai al contenuto

L'importanza di essere Matt Affleck: perchè al Colossus tifiamo tutti per lui

Esistono persone speciali, con le quali viene naturale solidarizzare o provare empatia, perchè rappresentano una brutta esperienza che hanno passato e che un po' tutti temiamo di vivere. Dunque, per tenere lontano l'incubo, siamo indotti a sentire tali persone come più vicine.
Nel poker, questo tipo di sentimento vale in pratica per una persona e una sola: Matt Affleck.

MATT AFFLECK E L'INCUBO DEL POKERISTA

La sofferenza, il malessere, la rabbia e la frustrazione che lo statunitense provò il 17 luglio del 2010, sono diventate da subito icona dell'incubo del pokerista. Per questo, anche se il video sottostante lo avete già visto decine di volte, lo rifarete anche adesso

https://youtu.be/PMHwtN_wD0Q

Arrivare così vicini al traguardo che ogni appassionato sogna, e vederlo sfumare in maniera tanto crudele, è un colpo incredibile. Qualcuno avrebbe magari anche smesso, sotto il peso della consapevolezza che quella occasione non gli sarebbe quasi certamente più capitata. Matt Affleck no. E 7 anni dopo è ancora lì.

ORA IL COLOSSUS

L'americano si è appena qualificato per il tavolo finale al Colossus III, anche se dovrà affrontarlo con uno stack risicatissimo: 3.500.000, equivalenti a 7bb. Però c'è, e non vi è alcun dubbio che questa notte faremo tutti il tifo per lui.

Scopri tutti i bonus di benvenuto

Affleck aveva di nuovo rivissuto l'incubo dell'uscita prima di un tavolo finale importante lo scorso anno, al Monster Stack. Ma se hai superato il fatto di aver visto sfumare un'occasione che valeva almeno una dozzina di milioni di dollari, tra premi e valori aggiunti vari dati da sponsorizzazioni e visibilità in un mercato ancora in piena espansione, allora anche il peggio che ti possa capitare al tavolo puoi viverlo con leggerezza.

"PIÙ GIOCO, PIÙ ALLONTANO DA ME QUEL MAIN EVENT"

Da quel 17 luglio 2010 Matt Affleck ha giocato tantissimo, accumulando altri 1,5 milioni di dollari in vincite lorde, per un totale carriera che oggi si assesta sui 2,3 milioni (più oltre 1 milione vinto online). Il perchè di questa iperattività lo ha spiegato lui, qualche tempo fa, a Card Player. "La gente ancora mi ferma quando mi incrocia. Ecco, è bello essere riconosciuti, ma ciò non implica che io voglia essere per tutta la vita "quello che ha preso una bad beat nel main event". E quindi ho pensato che giocare fosse la soluzione migliore perchè più risultati accumulo, maggiore sarà la distanza che metto tra me stesso e quel torneo".

ANCHE LUI SCOPPIA GLI ASSI, MA...

Per ironia della sorte, durante il day 3 concluso poche ore fa, Matt Affleck si è ritrovato a raddoppiare scoppiando a sua volta gli assi a un avversario. Allin preflop 77 vs AA del chipleader Yilmaz e 7 subito sul flop, per la gioia dei tanti sostenitori che Matt ha ogni volta che gioca un evento importante. Ad ogni modo, lui è il primo a sapere che "non c'è niente di paragonabile all'andare deep nel Main Event WSOP".

L'espressione di un incubo dal titolo "Se non ci fosse il river, sarei milionario"

MATT AFFLECK E LA MERITOCRAZIA

Forse, però, la lezione più importante che Matt Affleck ha imparato da quel 17 luglio 2010 è un'altra, ed è quella che gli permette di guardare al gioco professionistico da una prospettiva corretta. "La gente in questo ambiente abusa della parola "meritare". Questo giocatore meritava di vincere, quell'altro si merita il braccialetto. Ecco, è un modo di pensare pericoloso. Se sei un giocatore e pensi di meritare qualcosa, allora stai già partendo col piede sbagliato. I giocatori davvero forti sentono una forte motivazione al duro lavoro per migliorare il proprio gioco, e non pensano mai di meritare un bel niente".

"Assopoker l'ho visto nascere, anzi in qualche modo ne sono stato l'ostetrico. Dopo tanti anni sono ancora qui, a scrivere di giochi di carte e di qualsiasi cosa abbia a che fare con una palla rotolante".
MIGLIORA IL TUO POKER CON I NOSTRI CONSIGLI