Mike Matusow ha ospitato - nel suo podcast 'The Mouthpiece' - quello che è diventato il personaggio del mese, suo malgrado, Milke Postle, accusato da diversi giocatori di essere al centro di un caso di truffa durante le partite di cash game live streaming "Stones Live" nella Gambling Hall californiana di Sacramento Stones Gambling Hall (che ha aperto un'inchiesta con una commissione indipendente).
Le notevoli vincite (quasi puntualmente in ogni sessione trasmessa in diretta) ed alcune decisioni al river (sempre nel mondo giusto) hanno insospettito diversi osservatori, in particolare la grande accusatrice su Twitter Veronika “Angry” Polak. Ma come abbiamo più volte sottolineato, non è mai stata fornita una prova sulla sua colpevolezza.
Contro questa cultura del sospetto, da vero garantista, Mike Matusow si è schierato dalla parte di Mike Postle, ospitato e difeso durante due suoi podcast (che potete vedere qui sotto).
Per chi non volesse vedere le puntate intere, facciamo una breve sintesi.
Cosa ha detto Postle?
E' bene premettere che, pur rispettando la sua presunzione d'innocenza (le accuse sono gravi e vanno provate), Postle non ha convinto il popolo di Twitter: i players americani rimangono scettici sui suoi teoremi difensivi, ma è anche vero che a fornire le prove dovrebbero essere gli accusatori e non gli accusati, almeno succede così in un mondo civile, anche se oramai la diffusione di fake news è uno dei cancri dei social network e del mondo della comunicazione.
La sua tesi difensiva: a suo avviso, non ha bisogno di imbrogliare perché si considera "uno dei migliori giocatori di poker del mondo" e si è dichiarato disponibile a sfidare chiunque in "heads-up", in particolare uno che non si è schierato dalla sua parte: Doug Polk.
Mike Matusow invece ha riservato, con il suo consueto "stile" aggressivo , parole non proprio carine nei confronti di Joe Ingram e dei suoi fans. Mike & Mike, durante il podcast, hanno sparato a zero contro le fake news. Matusow ha tirato in ballo anche la politica americana.
Mike & Mike hanno sfidato, in qualche modo, i due streamer statunitensi.
Il collega Jon Sofen di CardChat rimane scettico: il grande "accusato dello Stones Live ha smentito le accuse avanzate dalla giocatrice Veronica. Ma sembra che abbia fatto ben poco per difendere la sua reputazione. Solo pochi account Twitter hanno dato credito alla sua storia".
Anche su Youtube, sotto i video, sono più i like negativi che quelli positivi (e la differenza è notevole). Matusow è quindi salito non sul carro del vincitore, ma su un carro scomodo, come a lui piace fare spesso, andando contro-corrente.
"Postle - secondo il blogger americano - doveva una spiegazione alla comunità del poker. Rilasciare un'intervista pubblica può essere stata un'idea intelligente. Ma non sembra che molti abbiano cambiato le loro opinioni su di lui sulla base della conversazione con Mike Matusow".
"Non è vero che ho vinto $250.000, tutto falso"
La tesi di Postle sostenuta durante il podcast è stata quella di smentire le grosse cifre che gli sono state attribuite: "non sono veritiere". Si parlava di oltre $250.000 in un anno, ma il diretto interessato ha detto che è fuori dalla realtà. Non è vero. Ed ha spinto molto su questo aspetto. Aveva l'occasione di poter analizzare diversi spot ma non l'ha fatto.
Mike Matusow invece ha affermato di aver visto 3 ore circa di registrazione del giocatore californiano, prima di girare il podcast, e non ha riscontrato anomalie.
"Sono tra i più grandi vincitori del pre-Black Friday"
La migliore difesa è sempre l'attacco e Postle ha alzato la mira: "mi accusano solo perché sono invidiosi". Inoltre ha rivendicato di essere "tra i più grandi vincitori di Ultimate Bet" prima dello scoppio del Black Friday che vide la poker room caraibica scomparire. Peccato però che non abbia fornito il suo nick (occasione persa) e soprattutto abbia rivendicato questo successo su un sito dove non è possibile ricostruire nulla o quasi. Non c'è possibilità di verifica.
Postle sostiene di "essere uno dei migliori giocatori del mondo" ed è pronto a sfidare in heads-up chiunque voglia giocare contro di lui "una volta che tutto sarà finito". Doug Polk ha però già declinato l'invito.
I dont play poker anymore https://t.co/qioBzf4qgW
— Doug Polk (@DougPolkPoker) October 6, 2019
Il blogger Jon Sofen commenta: "Postle ha fatto poco nell'intervista per chiarire la sua posizione. Non ha spiegato come sia stato in grado di prendere decisioni così difficili al river mentre giocava lo streaming di Stone Live. E Matusow, che afferma di aver tentato di essere neutrale, non ha insistito con il suo ospite con domande incisive".
Molte domande rimangono senza risposta anche dopo questa intervista-verità: "Mike Postle non ha ancora fornito una spiegazione sulla sua percentuale di vittorie esagerata e la sua capacità di prendere costantemente la decisione corretta al river durante gli stream di Stones Live. Fino a quando ciò non accadrà, probabilmente non farà cambierà idea ai suoi detrattori".
Postle, come detto, ha sostenuto "di aver vinto molto meno di quanto abbiano detto sui social ($275.000)". Inoltre è convinto che vi siano diversi video che dimostrano suoi palesi errori durante le partite dello Stone Live.
Altra novità interessante per l'inchiesta è che Mike ha rivelato di aver assunto delle persone per analizzare centinaia di video che dimostrano che vi sono spot giocati male da lui. Al momento nessuno però è stato in grado di mettere questi spot in evidenza sui social, bisognerà aspettare il materiale video fornito dal grande accusato.
Esprimi la tua opinione sul potenziale caso dell'anno sulla nostra pagina Facebook AssoNews