I gestori di un’associazione di poker sportivo di Altopascio, in provincia di Lucca, sono stati assolti perché “il fatto non sussiste” dall’accusa di “esercizio di gioco d’azzardo”, contestazione mossa nei loro confronti nel 2008, quando le forze dell’ordine fecero irruzione nella loro sala giochi che ospitava un torneo di texas hold’em, con buy-in inferiore ai 30€.
L’avvocato Marco Ripamonti è riuscito ad ottenere l’assoluzione presso il Tribunale di Lucca grazie ad una difesa molto attenta, citando anche il precedente favorevole di Prato e la recente sentenza della Corte di Cassazione: “Si – conferma il legale ad Assopoker – il torneo era nei limiti indicati dal Consiglio di Stato ma per il giudice questo era un aspetto marginale. Il punto è che ha ritenuto il texas hold’em un gioco non d’azzardo ma di abilità”.
“Nella mia memoria difensiva ho specificato le varie differenze tecniche che ci possono essere tra una slot, altri giochi autorizzati dallo Stato ed il poker. Abbiamo prodotto anche uno studio scientifico da parte di un esperto statunitense ed inoltre ho fatto rilevare alla Corte l’anomalia sulla mancata regolamentazione del settore, considerando che è da 4 anni che si attende una disciplina ad hoc”.
Lo stesso avvocato Ripamonti, un anno fa era riuscito con le medesime argomentazioni ad ottenere l’archiviazione per un circolo di Prato. Un altro precedente favorevole si è registrato a Carrara (con buy-in da 330€).
Inutile dire che in Toscana la giurisprudenza di merito sembra incline a tollerare, entro determinati limiti, l’organizzazione di tornei di texas hold’em. Non a caso, nell’ultimo periodo, si è registrata un’accentuata tendenza alla riapertura di vecchie associazioni.
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