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Dota Auto Chess

Dota Auto Chess è il gioco del momento: la recensione

Mentre il mondo dei giochi mobile ha tutti gli occhi su Brawl Stars, e quello degli esport su Fortnite, c’è un videogioco che dal nulla è arrivato a oltre 100.000 giocatori in contemporanea nel giro di poche settimane: stiamo parlando di Dota Auto Chess.

Come si intuisce dal nome, si tratta di una sorta di scacchi ispirati all’universo di DOTA 2 della Valve, uno dei MOBA più giocati al mondo nonché l’esport dal torneo col montepremi singolo più alto in circolazione. Vediamo insieme di che cosa si tratta.

 

 

Che cos’è Dota Auto Chess

Il gioco è uscito lo scorso 4 gennaio e nel giro di un paio di settimane ha raccolto oltre 672.000 giocatori. In Dota Auto Chess, le pedine sono rappresentate da vari personaggi, suddivisi in classi e razze, ciascuno con abilità differenti e diverse interazioni che possono garantire vantaggi e bonus.

Come detto, si tratta di una mod creata da uno studio cinese, Drodo Studio, che riprende alcuni elementi di Dota 2, tra cui le unità, le torri e il sistema di upgrade, nonché le ‘boss fight’ e un sistema ‘economico’ atto a raccogliere crediti con cui acquistare nuove pedine e migliorare il proprio esercito.

Uno dei motivi per lo straordinario e istantaneo successo di Dota Auto Chess è l’aggiunta di alcuni elementi più complessi, come i bonus di classe e le sinergie, oltre al posizionamento strategico delle unità – come negli scacchi, insomma.

Il gioco in sé è semplice da giocare, ma vincere è un altro paio di maniche.

Gabriele ‘Wolcat’ Catterin (QLASH): “Un gioco dal potenziale enorme”

In vita mia non ho mai giocato ad un card game dove non importa la mano iniziale: puoi comunque vincere.

Questa la ‘sentenza’ di Gabriele ‘Wolcat’ Catterin, player e streamer del Team QLASH di Luca Pagano e Eugene Katchalov che ha provato Dota Auto Chess e ne è rimasto stregato: “Secondo me tra gli strategy game sarà la prossima bomba ad esplodere”.

Ma se stiamo parlando di scacchi, perché Catterin usa il termine ‘card game’?: “Perché esiste una mano iniziale, composta da un pool di cinque pezzi random che si possono acquistare con i classici gold. Su Dota Auto Chess, è come se dovessi costruirti il miglior mazzo di Hearthstone da early game, però poi devi capire quando cedere parte delle carte per transitare alla fase midrange o al control, o montare delle tech, cioè delle pedine particolari per contrastare la strategia avversaria”.

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Una partita, mille partite

‘Wolcat’ prosegue a spiegare perché Dota Auto Chess è un gioco dalla struttura molto basilare, ma dalle ramificazioni infinite: “Se parti male nella fase early, non perdi automaticamente: avrai solo un compito diverso. Invece di cavalcare l’onda del ritmo partita, dovrai cercare di perdere (e non è facile, credetemi!) per mantenere i bonus che dà una losing streak; ma altri cercheranno di farlo a loro volta, ecco perché anche perdere di proposito non è una passeggiata”.

Insomma, per quanto sia semplice come concetto, eseguire una strategia vincente su Dota Auto Chess non è così scontato: Non è questione di aprire bene il gioco e sfruttare le carte: è che esiste un ventaglio di risultati molto ampio.

Su Hearthstone, ad esempio, le giocate producono un tot di ‘situazioni bivio’ durante una partita, molte delle quali forzate dal tipo di matchup. In Dota Auto Chess quasi mai ci sono situazioni forzate e i bivi sono milioni.

 

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