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Realtà virtuale

eSports in realtà virtuale: lo sport-entertainment del futuro è già qui

Se pensavate che gli eSports fossero la disciplina del futuro, sappiate che state già guardando al passato. Sì, perché il futuro del futuro è la realtà virtuale applicata agli eSports stessi. Anzi, per essere precisi dovremmo dire che quel futuro si è già concretizzato in una data ben precisa: martedì 5 aprile.

Valve – per intenderci l’azienda che produce, tra gli altri, DOTA 2 – ha creato un sistema operativo, SteamVR, per HTC Vive, il visore di realtà virtuale sviluppato proprio dall’accoppiata Valve/HTC.

Realtà virtuale ed eSports: a misura di spettatore

Chet Faliszek, writer ed esperto di realtà virtuale di Valve, ritiene che HTC Vive potrà rivoluzionare tramite la realtà virtuale l’ancor giovane e in rampa di lancio mercato degli eSports: “Anche se abbiamo già tutta una serie di eventi in cui gli spettatori guardano i giocatori di eSports sfidarsi, seguire qualcuno che gioca tramite realtà virtuale è ancora più divertente, perché questi si muove fisicamente nel suo spazio, cosa che fa comprendere meglio agli spettatori ciò che sta succedendo.

HTC Vive è stato lanciato con già più di 50 giochi integrati, e ce ne sono centinaia in varie fasi di sviluppo. Per il momento non sono previsti giochi di eSports, ma Faliszek crede che gli sviluppatori esploreranno presto anche questa area.

“Guardate solo i contenuti dell’anno scorso rispetto a quelli di quest’anno”, ha dichiarao Faliszek. “Gli sviluppatori oggi sono molto più a loro agio con Chaperone (un altro sistema di realtà virtuale, ndr)”.

Faliszek ha le idee piuttosto chiare su come la realtà virtuale verrà integrata negli eSports: “La realtà virtuale e gli eSports inizialmente ruoteranno attorno agli spettatori. La realtà virtuale cambia l’esperienza di gioco in modo radicale. Occorre costruire un gioco da zero: vedremo tanti giochi sviluppati appositamente per gli eSports.

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“Che lavoro fai? Il videogiocatore”

Secondo una ricerca di Newzoo, il numero di appassionati di eSports passerà dagli oltre 256 milioni di quest’anno agli oltre 345 milioni entro in 2019. E poiché sempre più persone proveranno i giochi in realtà virtuale, si creerà uno zoccolo duro di appassionati già abituati a giocare e a seguire le partite in una realtà alternativa.

Un boom che porterà maggiore consapevolezza anche sul mestiere del professionista di eSports. Un lavoro piuttosto duro, nonostante ciò che attualmente pensi l’opinione pubblica: un tipico pro gamer oggi si esercita dalle 8 alle 12 ore al giorno.

“La gente ride quando qualcuno definisce atleti questi giocatori, oggi, ma questo cambierà perché alcuni di questi giochi diventeranno decisamente fisici, grazie alla realtà virtuale”, ha affermato Faliszek. “Chi gioca a DOTA è un atleta, è sciocco pensare il contrario”.

Joost van Dreunen, CEO di SuperData Research, crede che il potenziale del gaming competitivo in realtà virtuale sia enorme, a causa di due fattori: “Gli eSports presentano un teatro in cui giocatori di alto livello portano il gameplay verso nuove vette, sviluppando costantemente nuove tattiche e aggiungendo l’emotività al gioco: la realtà virtuale abbatte ancor di più la barriera tra spettatore e giocatore.

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