Se sei un appassionato di poker e già da qualche anno frequenti questo mondo, allora forse puoi anche fare a meno di leggere quanto segue. Tuttavia potrebbe essere utile da spiattellare in faccia a chi (amico, congiunto, collega etc) vi tira fuori la solita filastrocca del gioco di culo che rovina le famiglie.
In questo Articolo:
USA vs Cina e la metafora del poker
Ovviamente l'invito a saltare la lettura di questo corsivo è una provocazione, dovuta al fatto che alcuni concetti li abbiamo ripetuti più e più volte, su queste pagine. Tuttavia vale la pena ribadirli anche perché l'aria si fa sempre più pesante, riguardo al nostro mondo e alla sua percezione dall'esterno. Lo spunto per riparlarne viene da una delle notizie che tengono il mondo più con il fiato sospeso, negli ultimi tempi: la guerra commerciale tra USA e Cina.
Donald Trump e Xi Jinping hanno dato il via a una escalation fatta di annunci, minacce, misure e contromisure. Una situazione che si è fatta davvero bollente e che rischia di compromettere seriamente gli attuali equilibri, non solo economici. Senza addentrarmi in analisi che non mi competono, non si può però ignorare un fatto: tutti i giornali, le testate, i commentatori economici e politici hanno usato, per definire questa tensione, la metafora della "partita a poker". Una scelta corretta, peraltro, poiché nella realtà le cose stanno davvero così. Ognuno dei due contendenti cerca di trovare un punto debole o un nervo scoperto nell'avversario, nascondendo i propri.
Teoria dei Giochi, la chiave per tutto
L'annuncio di nuovi dazi da parte di Trump, la risposta con altrettanti dazi da parte di Pechino che rilancia con il taglio agli ordini di Boeing, non sono che una infinita catena di azioni-reazioni, dietro alla quale ci sono strategie basate sulla Teoria dei Giochi. Come molti di voi sapranno, la TdG è una disciplina della matematica che mira ad ottimizzare i processi decisionali in situazioni di conflitto. Ciò vale potenzialmente per tutte le situazioni della vita reale in cui si riproduca lo scenario del "gioco a informazioni incomplete".
In questo caso Trump, Xi Jinping e i rispettivi staff stanno sono impegnati a ideare, adattare, malleare strategie sulla base dei potenziali scenari che si potrebbero venire a creare. In questo caso le strategie sono fortemente complicate dall'influenza che una mossa o l'altra possono avere sull'economia globale, la borsa, e la politica, fino a mettere in discussione l'attuale ordine mondiale.
Strategie e armi a doppio taglio
Ognuno dei giocatori di questo "heads up" cerca non solo di intuire le future mosse dell'avversario, ma anche di capire fino a che punto sia possibile spingersi, per non trasformare il potenziale guadagno derivante da una mossa in un possibile disastro. Ad esempio la Cina ha in mano un potente jolly, possedendo da sola circa il 5% del debito pubblico statunitense (circa 1.100 miliardi di dollari). Tuttavia, arrivare davvero ad usarlo (liberandosi di una parte di esso o anche solo smettendo di acquistarne) metterebbe a forte rischio la stessa reputazione internazionale della Cina, che potrebbe venire identificato come partner non affidabile.
In questo senso il poker è la metafora perfetta, ma anche l'applicazione più "innocua" di certe logiche e strategie. Le conseguenze di una "spewata" eccessiva possono essere l'eliminazione da un torneo o la perdita di una posta al tavolo cash. Nello scenario politico-economico le ricadute possono invece essere gigantesche, non solo per chi quella decisione l'ha presa ma finanche per l'intera collettività.
I Media e l'abilità a targhe alterne
Tuttavia, il punto più importante che vorrei sottolineare è un altro. In economia e in politica difficilmente vedrete etichettato come "fortunato" un Premier che ha preso una scelta apparentemente impopolare ma poi rivelatasi corretta, o un manager la cui linea aggressiva ha fatto guadagnare segmenti di mercato o aumentare il business della sua azienda. Che questa disputa politico-commerciale la vinca Trump o Xi, non sentirete nessun media parlare di "culo di Xi" o di "come runna Donald". Al contrario, alla prima occasione possibile si riproporranno i soliti cliché, usando il poker come capro espiatorio per ammonire sui pericoli del gioco d'azzardo.
Non che di questa ipocrisia ci si possa lamentare più di tanto, visto che anche al suo stesso interno il poker non è quasi mai compatto od equilibrato nei giudizi. D'altra parte, anche di fronte a un fenomenale fuoriclasse ci sono sempre quelli che "eh, ma se non scendevano le sue..."

Pokeristi, abilità e fortuna
In genere, il rapporto dei pokeristi con la fortuna è piuttosto polarizzato: chi perde tende a ingigantirne l'importanza nell'economia del gioco, chi vince tende invece a fare altrettanto con la componente di abilità. Superfluo sottolineare che entrambi gli estremi sono scorretti, soprattutto se chi vince tende a sottovalutare l'incidenza della sorte nel breve periodo, identificando erroneamente come "abilità" una serie di circostanze invero del tutto casuali.
Poker: la sintesi dei conflitti umani in 52 carte
La verità che dovrebbe mettere d'accordo tutti è una. Il poker è una sorta di sintesi di tutti i possibili conflitti umani, dalle guerre mondiali all'attuale guerra commerciale tra USA e Cina, ma semplificati in un mazzo da 52 carte. Se lo vivete nella maniera corretta, è una straordinaria palestra per imparare a prendere decisioni guardando due o tre passi avanti, e per migliorare la capacità di analisi tra rischi e benefici. Se invece lo vivete dando tutte le colpe dei vostri insuccessi alla sfortuna e al server truccato, allora vi meritate 10 Decreti Dignità.