Quando pensiamo al cash game, una delle prime cose che vengono alla mente sono probabilmente gli eroi dei tavoli high stakes, campioni dalle qualità straordinarie che tutti vorrebbero emulare e raggiungere: ma le cose stanno davvero così?
Probabilmente no: in effetti, esistono numerosi giocatori di cash game che, pur vivendo nell'anonimato, sono tecnicamente temibili ed in grado di guadagnare cifre davvero considerevoli.
E' il caso di Daniel “carrotsnake” Blakely, giocatore statunitense che a 25 anni batte ancora il livello $2/$4. Nulla di straordinario, sembrerebbe, se non fosse che Blakely è uno dei giocatori più stimati dei cosiddetti low stakes, in quanto con un multitabling selvaggio è riuscito a guadagnare a questi livelli centinaia di migliaia di dollari, avrebbe bankroll e capacità per affrontare ben altri tavoli, ma non ha alcuna intenzione di muoversi.
Sicuramente un tipo di atteggiamento che in molti troverebbero discutibile: in fondo, più alti sono i livelli che si giocano più denaro si riesce a guadagnare, essendo capaci. Tuttavia, Blakely non è così d'accordo: salendo di livello infatti l' edge nei confronti degli avversari diminuisce, i piatti giocati assumono dimensioni importanti ed i downswing da dover affrontare sono più pesanti, sia a livello di bankroll che forse soprattutto psicologico.
“Carrotsnake” ha dunque scelto di ritagliarsi la propria nicchia sui maggiori siti di poker, dove gioca contemporaneamente dai 12 ai 16 tavoli contemporaneamente mantenendo su un campione di mani importante un guadagno pari a 3BB/100, che per il volume di gioco sviluppato da questo ragazzo è davvero molto.
La sua prospettiva è quindi inusuale, visto che ormai nessuno che ne abbia la possibilità sembra voler fare a meno dell'enorme visibilità che i tavoli di cash game high stakes possono offrire, nonostante alcuni dei giocatori che li frequentino potrebbero vincere di più e con più costanza a limiti di poco inferiori.
Tuttavia, se è vero che chi gioca in modo professionale lo fa per guadagnare denaro, la posizione di Daniel Blakely appare perfettamente sensata e coerente: a quanto pare quindi, esistono anche grinder che non sognano gli high stakes.