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Il WPT rischia il Crack

Tempi duri per la World Poker Tour Enterprise. Appena tre anni fa migliaia di persone investirono in un titolo del valore di ben $ 29,50 ad azione, voci non confermate davano addirittura il “Padrino del Poker”, Doyle Brunson, come uno dei maggiori investitori per un guadagno complessivo di circa 700 milioni di dollari!! E pensare che oggi queste azioni valgono 30 volte meno, appena un dollaro.

Sembra proprio che lo spettro del fallimento si stia pericolosamente avvicinando per la seconda maggiore società di poker dopo la Harra’s Corporation (titolare del marchio WSOP).

Nella giornata di ieri il titolo della WPT Enterprise veniva dato fra quelli più in caduta di tutto l’indice NASDAQ, e la situazione non sembra destinata a migliorare. Inoltre la commissione per il controllo economico americano ha notificato alla società come si stia rapidamente raggiungendo il minimo necessario per la quotazione.

Fallimento dunque in vista per il secondo circuito di poker più famoso al mondo?

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Con i 7 milioni di dollari persi negli ultimi due trimetri ed il dimezzamento degli introiti provenienti dalle concessioni televisive le ultime speranze sono ora rivolte al WPT cinese. L’intenzione è quella di colmare in oriente i mancati guadagni occidentali ma, questo, potrebbe non bastare.

E’ evidente come sia necessario un cambio al vertice dopo che una vera e propria macchina da soldi, come lo era la World Poker Tour Enterprise, si sia ora trasformata in un vecchio gigante morente.
 

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