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Maurizio Ughi: "i giochi d'abilità sono diversi da quelli ripetitivi". Cairo: "il problema delle ludopatie riguarda l'offline"

Continuano ad arrivare autorevoli commenti sul Decreto Dignità ed il ban totale della pubblicità dei giochi voluto da Di Maio. Per il Sole 24 Ore ci potrebbero essere delle modifiche con deroghe speciali per le "lotterie differite", gli "spot dei Monopoli di Stato" e per i contratti di sponsorizzazione e pubblicitari in essere.

Bisognerà aspettare di leggere il testo definitivo per farsi un'idea. Il decreto potrebbe essere approvato dal Consiglio dei Ministri nelle prossime ore, dopo l'individuazione delle coperture da 200 milioni l'anno (con ogni probabilità con tagli alla sanità).

Maurizio Ughi, fondatore di Snai Servizi ed ora a guida del gruppo Obiettivo 2016, è uno dei manager più esperti del mercato. Nella sua lunga carriera si è trovato spesso a confrontarsi con Governi e politici per individuare soluzioni condivise, le stesse che suggerisce Niklas Lindhal (con l' apertura di un tavolo di confronto).

Ughi sembra avere le idee chiare sulla ratio di questo decreto e le rivela a Leggo: “un provvedimento fatto d’impulso, per far vedere alle persone che si sta facendo qualcosa contro l’abuso di giochi, ma così si combatte tutto tranne l’abuso. Vietare la pubblicità significa impedire a una nuova azienda di betting di farsi conoscere”. Quindi di fatto diventa un provvedimento che comprime, in modo sproporzionato, la libertà di fare impresa tutelata dall'articolo 41 della Costituzione come suggerisce l'Avvocato Giulio Coraggio.

Siamo i primi a sostenere che vada, in primis, tutelata la salute dei cittadini (altro diritto costituzionale fondamentale) ma va perseguito questo obiettivo con provvedimenti efficaci ed equilibrati. Non con norme che colpiscono solo una percentuale minima della spesa (dal 5% al 7%).

Per Maurizio Ughi il gioco non può essere paragonato al fumo: “Fumare anche una sola sigaretta fa male, mentre piazzare una scommessa no. L’abuso deve essere difeso sul territorio, perché c’è gioco e gioco e il fenomeno può essere controllato".

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Ughi poi fa una distinzione legittima e realistica tra poker ed altri giochi come slot e Vlt: "Esiste il gioco di abilità, che prevede uno studio e non è ripetitivo, poi ci sono i giochi di sorte, quelli che si tentano due-tre volte a settimana, e poi c’è il gioco d’azzardo meccanico e ripetitivo, a maggior rischio per l’utente”.

Il fondatore di Snai Servizi però non vuole fare polemiche, il suo intervento è costruttivo ed anche il suo invito all'Onorevole Di Maio “non prenda provvedimenti senza un tavolo di confronto dove poter analizzare la situazione e raggiungere la giusta sintesi, che tenga in considerazione tutti gli aspetti”.

Urbano Cairo, presidente del Torino e della rete La7

Sul tema, tra tutti i presidenti di Serie A (che rischiano di perdere risorse per 200 milioni circa l'anno), è intervenuto anche Urbano Cairo, presidente del Torino e maggiore azionista di RCS (Gazzetta e Corriere della Sera) e LA7: "la misura va nella direzione opposta rispetto alla finalità perché oggi il sistema è già autoregolato, specie nella versione online dove tutto è monitorato. Il problema è piuttosto l’offline, è lì che occorre individuare strumenti efficaci per combattere le ludopatie, perché è lì che non c'è controllo. Serve un tavolo di lavoro comune".

Cairo suggerisce maggiori controlli nel gioco terrestre che rappresenta più del 93% della spesa dei giocatori italiani, dove non vi è nessun controllo e le giocate sono anonime.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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