Nessun rischio per Livingston
Il tavolo finale del main event WSOP 2019 ha regalato tantissimi spunti e fra questi c'è il fold preflop di Alex Livingston con Q-Q. Una mano che ha fatto molto parlare sia nell'immediatezza dello spot e sia nelle ore successive. Molti sono coloro che hanno difeso la scelta del canadese e tanti che invece hanno criticato la giocata di Alex. Inevitabile che un fold del genere creasse discussione. A spazzare ogni dubbio, per quanto possibile, è lo stesso terzo classificato del main event: Alex Livingston spiega i motivi che lo hanno indotto a questa scelta.

Una giocata sicuramente conservativa e che tiene conto del momento in cui arriva al tavolo finale: "Ero terzo su sei nel count del main event e alle mie spalle c'erano due giocatori con poco più di 20 big blinds, mentre il mio stack si aggirava sui 40 grandi bui. Non avevo bisogno di rischiare e ne tanto meno ero in una situazione di allin forzato. Perché mettere a rischio la mia permanenza al final table, quando potevo gestire il mio stack? Sicuramente la mia era un'ottima mano di partenza, ma Garry Gates è un giocatore solido che fino a quel momento aveva sempre mostrato mani importanti".
Pronto a farlo ancora
Il fold delle dame da parte di Alex Livingston ha aperto quindi un acceso dibattito, ma il canadese si mostra sicuro della linea adottata e a chi fa notare 10-10 in mano a Gates, risponde: "Ovvio che la mia mano è migliore di 10-10, ma nella maggior parte dei casi la 3bet di Gates arriverà con una monster hand. Davvero non ho alcun rimorso e la mia scelta è stata condivisa da tanti miei amici. Si tratta di un fold che rifarei tantissime volte e non dobbiamo dimenticarci della forbice monetaria fra uno scalino e l'altro nel payout". In effetti l'aspetto economico può aver avuto il suo peso.
In quel momento a sei left, tutti avevano in tasca il sesto premio: 1.850.000 dollari, contro i 2.200.000$ della quinta piazza e i 3 milioni riservati al quarto classificato. "Con due giocatori che navigavano intorno ai 20 big blinds, sarebbe stato un rischio inutile muovere allin, dopo la 3bet dell'americano. Ballavano tanti soldi fra una posizione e l'altra e ribadisco che non ero io quello obbligato a rischiare, essendo terzo nel count. Credo di aver fatto la scelta più giusta in quel momento e i fatti poi mi hanno dato ragione. Nel caso in cui fossi stato eliminato avrei regalato soldi ai miei avversari e sarei passato da "pollo", agli occhi di tutti".