Una serata un po' diversa per i giocatori del noto circolo milanese Imperium Room a Corsico: ieri sera, giovedì 16 ottobre, verso le 19.30, mentre era in corso il day 1 di un torneo da 60 euro di buy-in e stava iniziando un satellite di un altro evento, sono entrati una ventina tra agenti della polizia della questura di Milano, ispettori e agenti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per un controllo “prolungato” che è durato circa 2 ore. Alle 21.30 è ripresa la normale attività, c'erano più di cento giocatori presenti.
Da quello che abbiamo carpito da alcune testimonianze, sono stati fatti controlli al tesseramento dei players (che per entrare a Imperium Room devono essere iscritti all’associazione, come avviene in tutti i circoli italiani) e sono stati effettuati altri accurati controlli amministrativi.
Ci risulta che l’action sia ripresa dopo i controlli all’interno della struttura e stasera il circolo riprenderà la normale programmazione dei tornei.
Non abbiamo altri dettagli da condividere, nel caso ci fossero ulteriori informazioni vi aggiorneremo.
In questo Articolo:
- 1 La posizione di Imperium e il servizio di Mediaset
- 2 Organizzare tornei nei circoli in Italia è legale?
- 3 La storia della regolamentazione del poker live
- 4 I limiti giurisprudenziali "interpretabili"
- 5 Poker live: il ruolo delle Questure
- 6 Il caso mediatico di Prato e le decisioni del GIP
- 7 Il poker live nel 2025: l’importanza di un approccio pragmatico
- 8 Il MEF potrebbe regolamentare il settore
La posizione di Imperium e il servizio di Mediaset
Imperium, nel suo comunicato pubblicato stamani, ha fatto capire che il controllo è stato di natura amministrativa e è stato prolungato (ha quindi inciso sullo slittamento di alcuni eventi che sono stati posticipati).
Ecco cosa ha scritto Imperium sui propri canali social:
"Nella serata di giovedì 16 ottobre la sala è stata oggetto di un controllo amministrativo particolarmente accurato e prolungato conclusosi con esito pienamente positivo grazie all'ottimo livello di trasparenza e alla puntuale gestione dimostrata.
Imperium conferma quindi che la normale programmazione riprende regolarmente a partire dalla giornata già prevista di venerdì 17 ottobre.
L'unica variazione riguarda l'evento Batman che sarà semplicemente riprogrammato. Comunicheremo a breve la nuova data e il nuovo orario".
Dopo il servizio mandato in onda sui canali Mediaset circa due settimane fa (nel quale alcuni players in incognito e inviati filmavano dinamiche all'interno del circolo e intervistavano i presenti), si può dire che un controllo del genere da parte delle istituzioni fosse nell’aria, se lo immaginavano molti addetti ai lavori del settore del poker terrestre. La notizia quindi non ci ha sorpreso, semmai deve essere uno spunto di riflessione sulla situazione dei circoli in Italia.

Organizzare tornei nei circoli in Italia è legale?
Prima di procedere con un’analisi sui circoli privati di poker in Italia è bene rispondere in modo compiuto a questa domanda.
E’ necessario però anche fare una netta distinzione tra l’ambito di natura del diritto penale, amministrativo e fiscale. Si è legale giocare a poker live nei circoli e entro dei limiti precisi, in base a una giurisprudenza consolidata della Corte di Cassazione che fin dal 2010 ha riconosciuto come lecita l'attività di organizzazione di tornei nei circoli con alcuni limiti.
Le sentenze sono state numerose e vi sono stati precedenti anche a sezioni unite. Ma i supremi giudici hanno cercato di “normare” e interpretare le leggi esistenti e le circolari del Ministero degli Interni (più il parere del Consiglio di Stato) cercando di mettere ordine e razionalizzare alcune regole sparse in un contesto delineato.
Fuori da questi limiti è applicabile l’articolo 718 del codice penale sul reato di gioco d’azzardo:
“Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, o in circoli privati di qualunque specie, tiene un gioco d'azzardo o lo agevola è punito con l'arresto da tre mesi ad un anno e con l'ammenda non inferiore a euro 206”.
I circoli devono quindi rispettare i limiti dettati dalla Corte di Cassazione. Vi ricordiamo le principali condizioni:
- tornei freezeout (con struttura fissa e montepremi stabilito prima dell'inizio dell'evento, la ratio è che il giocatore prima di iniziare l'evento deve sapere quanto può vincere e quanto può potenzialmente perdere)
- divieto di rebuy (vedi freezeout)
- buy-in di modico valore
C'è da valutare poi se le Questure territorialmente competenti hanno inserito il poker a torneo nella lista dei giochi proibiti o meno.
La storia della regolamentazione del poker live
Affermare che il settore non sia regolamentato o riconosciuto è una parziale menzogna. La verità è che esistono due leggi e diversi pareri amministrativi (leggi Consiglio di Stato) che, di fatto, disciplinano il settore. Quindi, nei limiti appena ricordati, giocare nei circoli tornei di poker è lecito per la legge italiana.
Per comprenderlo è necessario però anche leggere tutti i passaggi storici della regolamentazione del settore.
Nel biennio tra il 2008-2009, durante il boom e la popolarità del poker texas hold’em in Italia, con l’apertura di numerosi circoli, il Ministro degli Interni, il leghista Roberto Maroni (scomparso da poco), emise una circolare nella quale regolamentò il gioco live nei circoli privati, individuando dei precisi limiti di buy-in (dai 30 ai 100 euro a seconda della natura del torneo) e altri dettagli (divieto di re-buy).
La circolare a tutte le Questure fu poi sottoposta al parere favorevole della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato, condizione essenziale per fare in modo che la circolare avesse valore e efficacia anche esterna.
Il Consiglio di Stato normò ulteriormente con un regolamento (confermando i limiti di buy-in) il settore del poker live in Italia.
La prima legge del 2009 sul poker live
Nel 2009, nella Gazzetta Ufficiale del 14 luglio, n. 161 – Supplemento ordinario n. 110, fu pubblicata la legge 7.7.2009, n. 88, recante ‘Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alla Comunità Europea – Legge comunitaria 2009′.
“L’articolo 24 ha introdotto significative novità in relazione allo svolgimento dei tornei di poker sportivo non a distanza, in particolare al comma 28 viene stabilito che i citati tornei sono consentiti a soggetti titolari di concessione per l’esercizio e la raccolta di uno o più giochi, previa autorizzazione dell’amministrazione autonoma dei monopoli di Stato. Il precedente comma 27 prevede che con regolamento della menzionata amministrazione finanziaria, da adottarsi di concerto con questo ministero, sono disciplinati i tornei di poker sportivo, l’importo massimo della quota di partecipazione al torneo, le modalità che escludono i fini di lucro ecc”.
Da quel momento giocare a poker live fuori dai casinò era legale, ma a una condizione: che i Monopoli di Stato riconoscessero e rilasciassero le concessioni di gioco ai circoli e organizzatori. Alla stessa AAMS (ora ADM) era delegata anche la stesura del regolamento di gioco.
Regolamento di gioco che rimarrà sempre in un cassetto a Piazza Mastai.
Senza l’assegnazione delle concessioni, si venne a creare una sorta di apparente vuoto regolatorio (in realtà vi sono come riferimenti il parere del Consiglio di Stato e la circolare del Ministero degli Interni oltre alla legge citata). E in quel vuoto normativo apparente le Questure (su indirizzo sempre del Ministro Maroni che cambiò improvvisamente atteggiamento in quel momento) iniziarono una serie di blitz in tutta Italia con denunce e sequestri. Siamo nel 2009-2010, il biennio più difficile.
La svolta nel 2010 con le sentenze a Sezioni Unite della Cassazione
Ben presto la Cassazione si pronunciò con sentenze contradditorie, fino a quando la Sezioni Unite non dichiarò che giocare a poker live nei circoli fosse consentito, in base alle leggi ordinarie esistenti e prese come punto di riferimento per la regolamentazione il parere del Consiglio di Stato.
Le sentenze della Cassazione quindi di fatto disciplineranno il settore consentendo i tornei di poker live di modico valore nei circoli, con il divieto di rebuy.
Per la Cassazione il poker in modalità torneo non è gioco d’azzardo (quindi in teoria potrebbe anche mancare l’esigenza di un sistema concessorio).
La finanziaria di Tremonti: il poker live come risorsa fiscale
E’ la svolta nel 2011 per il poker live italiano. Nel frattempo il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, prese atto della giurisprudenza della Cassazione, elaborò nella legge finanziaria la nuova regolamentazione dei circoli, individuando i tornei di poker come una potenziale risorsa fiscale (siamo nel mezzo della tempesta finanziaria nel quale si trova l’Italia). AAMS aveva la delega per regolamentare il settore.Dopo pochi mesi però il Governo Berlusconi si dimise, subentrò Monti e cambiò il vento anche per il poker live italiano. Mai sarà pubblicato alcun regolamento.
L'hold'em paga lo scotto del poker all'italiana, ma i giudici non ci stanno
Purtroppo il NLHE paga il conto salato della brutta nomea che nei decenni si è costruito il poker all'italiana a cinque carte nell'opinione pubblica e nella società e anche i circoli sono visti come fumo negli occhi, anche con molta ignoranza.
Eppure nel 2015, la Corte di Cassazione fa una distinzione netta tra i due giochi.
Il poker texas hold’em non è azzardo rispetto al poker tradizionale per la Cassazione (in una sentenza della terza sezione penale del 2015): il poker all’italiana “è pacificamente riconducibile nel novero dei giochi d’azzardo, in quanto rispetto all’abilità del giocatore risulta preponderante l’alea.
La variante ‘Texas Hold’em’ ripete in astratto tali caratteristiche ma la natura d’azzardo può venire meno, quando gli organizzatori chiedono quote di partecipazione di importo contenuto, prevedono l’assegnazione di un numero uguale di gettoni a ciascun partecipante, l’impossibilità di rientrare in gioco acquistando altri gettoni e la preventiva individuazione del premio finale“.
Tutto ciò rende “preminente, rispetto all’aleatorità, altri aspetti del gioco, quali l’abilità del partecipante, la sua esperienza, l’attitudine alla concentrazione, la capacità di valutazione dell’avversario, la resistenza fisica. Quindi perde rilievo il valore della posta rispetto all’impegno richiesto, così come assume preponderanza l’aspetto prettamente ludico del gioco“.
I limiti giurisprudenziali "interpretabili"
Di fatto dalle prime sentenze positive del 2011 in poi da parte della Cassazione, il poker texas hold’em nella sua modalità sportiva ha dato nuova linfa ai circoli, i quali si sono sempre mossi fino a oggi, giocando anche sull’interpretazione dei limiti tracciati dalla Corte di Cassazione. Ed è qui decisiva la posta: sia giudici che avvocati quindi giocano sul confine dell’interpretazione che rende le cose spesso né bianche né nere ma grigie.
Non essendoci un regolamento di gioco ma solo due leggi generiche di principio che rendono il texas hold’em di fatto lecito, per il resto è la giurisprudenza che detta le regole. Ma le sentenze in Italia, essendo un sistema di civil law e non di common law, hanno efficacia tra le parti e possono orientare (in particolare le sentenze a sezioni unite della Cassazione) ma non sono vincolanti, ogni singolo caso va discusso e analizzato. E quindi i limiti possono diventare labili.

Poker live: il ruolo delle Questure
C’è poi il ruolo delle Questure competenti città per città. Anche le Questure e le Prefetture giocano un ruolo non secondario in questa partita. Il gioco d’azzardo rientra nella loro sfera di competenza e le Prefetture devono pubblicare la lista dei giochi proibiti che può variare di provincia in provincia. Nella maggior parte dei casi, il texas hold'em in modalità torneo, non rientra nella tabella proibita.
Spesso il dialogo tra le autorità e i circoli sul territorio, di fatto permette che l’attività si svolga in maniera relativamente serena, come è accaduto nell’ultimo decennio in quasi tutte le città che ospitano club privati di texas hold’em.
Il caso mediatico di Prato e le decisioni del GIP
Nel 2024 abbiamo assistito a un vero terremoto mediatico che ha visto coinvolto il circolo Prestige di Prato. Le telecamere delle "Iene" sono entrate nel circolo insieme alla polizia e hanno scoperto sale anche dedite a presunti giochi d'azzardo puri come il blackjack. La vicenda ha avuto un forte eco mediatico, ma nonostante il clamore, i giudici toscani hanno rispettato la giurisprudenza di legittimità consolidata.
In particolare il GIP, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Prato il 22 luglio 2024 ha disposto il dissequestro della sala da poker (l'area destinata a ospitare i tornei del Prestige) perché ha ritenuto non sia stata più necessaria l'esigenza cautelare per il circolo toscano che aveva . E’ stata accolta l’istanza accolta dai difensori, gli Avvocati Sabrina Serroni e Marco Ripamonti che ha dichiarato nell'occasione “Accogliamo con soddisfazione il provvedimento con cui il GIP ha disposto la restituzione della sala dedicata. Abbiamo, del resto, fornito relativamente a tale pratica di gioco tutti i chiarimenti e documenti idonei a dimostrarne la piena regolarità. Del resto, già nel 2011, avevo avuto modo di porre la questione circa la legittimità di tali tornei all’attenzione della magistratura pratese che, con decreto di archiviazione in favore dei nostri assistiti, aveva affermato in modo chiaro e netto come i tornei di poker costituissero formula ludica pienamente legittima e non riconducibile al reato di esercizio del gioco d’azzardo e da allora Prestige Poker ha tenuto sistematicamente detti tornei, fornendo occasioni di aggregazione, sport e svago, divenendo una delle realtà più importanti a livello nazionale del settore. Alla luce della attuale situazione normativa, immutata rispetto al 2011, detto decreto di archiviazione ha trovato condivisione, nei contenuti di merito, anche nel procedimento".
Questo dettaglio per farvi capire che la giurisprudenza, anche di fronte a casi mediatici importanti, continua a dare ragione ai circoli di poker.
Il poker live nel 2025: l’importanza di un approccio pragmatico
Considerando la posizione della Corte di Cassazione che consente l’attività di organizzazione dei tornei di poker live nei circoli, sia l’opinione pubblica che la politica dovrebbero avere un approccio più pragmatico e consapevole verso la situazione dei circoli in Italia.
Visto che i club privati sono di fatto legittimati dalla Suprema Corte (anche in virtù di leggi in vigore) e quindi sono attori protagonisti sul mercato e nessuno può contrastare queste attività se non entro certi limiti, dovrebbe esserci un riconoscimento dei club, con dei limiti precisi, attraverso un regime autorizzatorio (non è necessario che sia concessorio), con un regolamento di gioco con regole chiare (alle quali poi dovrebbe successivamente uniformarsi anche la giurisprudenza di legittimità), in modo tale da disciplinare in modo compiuto e sensato il settore.
Le potenziali partnership con casinò terrestri e operatori dell'online
In tal senso, un quadro normativo chiaro e con società di gestione dei circoli come entità giuridiche riconosciute, favorirebbe anche accordi virtuosi di collaborazione o partnership con i Casinò terrestri che hanno difficoltà storicamente a gestire il poker, anche per via di questa concorrenza da parte dei club.
Sarebbe un'occasione di partnership e promozione anche per le poker rooms online legali le quali potrebbero stringere rapporti ufficiali anche con chi alla fine "promuove" il gioco sul territorio. Addirittura potrebbero anche brandizzare alcuni circoli (dettaglio non secondario in un momento in cui si è sotto regime del Decreto Dignità, seppur fortemente derogato).
Invece, in questa sorta e limbo di semi-ufficialità, i circoli stringono spesso accordi con operatori dell'online senza licenza.
Ritornando ai casinò terrestri, i tornei con montepremi garantiti importanti dovrebbero essere ospitati, in collaborazione proprio con i circoli, nelle sale che hanno regolare concessione e garantiscono standard nei controlli più elevati sulla regolarità del gioco.
Vedere in un circolo tornei organizzati con montepremi da mezzo milione, naturalmente riaccende le luci sul problema.
Il MEF potrebbe regolamentare il settore
Purtroppo però l’Italia è il paese delle apparenze e difficilmente, con questa opinione pubblica, mai vi sarà una regolamentazione compiuta e sensata. Dovrebbe spettare agli addetti ai lavori del settore cercare di comprendere che non è con lo scontro che si può andare avanti ma con l'unità di intenti, cercando di fare tutti un passo in avanti per convincere il Ministero dell'Economia e Finanze a regolamentare il settore. La legge esiste, dal punto di vista della normativa primaria ci sono già le coperture, occorre un regolamento di gioco.
Stiamo raccogliendo dati per stimare il numero delle persone che lavorano nel settore non regolamentato del poker live, un tema che è anche legato alla sostenibilità economica dei circoli, ma di questi argomenti ne riparleremo in modo approfondito in un prossimo editoriale dedicato.