Tra i giornalisti sportivi più conosciuti ed amati, c'è sicuramente Fabio Caressa, che come molti di voi sanno già è anche un appassionato di poker sportivo, che ha contribuito a commentare e divulgare fin dai suoi albori. Per questo il racconto della sua ultima esperienza alle WSOP di Las Vegas, è un'occasione interessante per farci vivere le sue emozioni, ma anche per tirare le somme di come sia cambiato il gioco del poker in tutti questi anni.
Fabio Caressa e il Poker Sportivo
Non so se i più giovani se lo ricordano bene, ma agli albori del poker sportivo nel nostro paese tra i pionieri che hanno contribuito a raccontare questo gioco agli italiani c'è stato sicuramente anche Fabio Caressa.
Una passione, quella per il poker, che ha portato Caressa (insieme al fratello Maurizio) a fondare una vero canale televisivo come "PokerItalia24", oltre a commentare dal 2005 tutti i grandi eventi dal vivo come l'European Poker Tour o La Notte del Poker, allora entrambi in onda su Sky.
Ma Fabio e suo fratello si sono dati un gran da fare non solo per creare una narrazione del gioco fatto dai grandi campioni dell'epoca, ma anche per far imparare a tutti i neofiti le regole di base: su cielo nel 2009 era infatti in onda un programma "Poker Web" e nello stesso anno ritroviamo Fabio con il fratello cimentarsi in uscita in libreria con l'opera "Quella sporca ultima carta" (Delai Editore) oltre a pubblicare su Youtube tutta una serie di video tutorial in un format che era quasi letteralmente un "A scuola di Poker con Fabio Caressa" (e Stefano De Grandis in quell'occasione).
Un percorso che inizia da lontano, rinnovato però proprio ultimamente con il ritorno ai microfoni per il commento del tavolo finale dell'EPT di Montecarlo 2024 e poi appunto con una nuova esperienza in prima persona ai tavoli da gioco durante le WSOP di Las Vegas del 2025.
Le WSOP di Fabio Caressa
Come da lui stesso ammesso, il ritorno al tavoli da gioco di Las Vegas (a nove anni dall'ultima esperienza diretta) non è stato scevro di complicazioni e difficoltà: un gioco letteralmente stravolto rispetto ad allora, con nuovi protagonisti e soprattutto nuove strategie da adottare, in un field sempre più ostico e mediamente molto più forte di un tempo.
Com'è che si diceva una volta? "Se dopo venti minuti di gioco al tavolo non hai riconosciuto il pollo... allora il pollo sei tu!"
E nell'analisi della sua esperienza alle ultime WSOP, Fabio Caressa è onesto nell'ammettere che c'è tanto da studiare per rimettersi in pari, oltre a dover riprendere alcune dinamiche e meccanismi di mindset che non è facile tenere a mente quando si gioca in maniera così saltuaria (portandosi al contempo dietro la voglia di giocare ogni mano).
Insomma un racconto emozionale che riporta al puro piacere e divertimento del gioco, che è poi la base e il fondamento per cui questo gioco è così amato. Beh, signori e signore, ecco a voi Fabio Caressa!