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Giuseppe Zarbo esclusivo: "Vi racconto il bracciale WSOP e ora penso al titolo EPT..."

Grazie a lui l'ItalPoker ha chiuso la trasferta delle World Series Of Poker 2025 con un braccialetto all'attivo. Direttamente da Antibes, dove vive ormai da decenni, il siciliano Giuseppe Zarbo ci ha raccontato l'andamento del torneo vinto, la gioia del braccialetto e i grandi festeggiamenti in arrivo.

Zarbo: "vi racconto il mio torneo"

Ciao Giuseppe, per iniziare raccontaci questa trasferta a Las Vegas.

Sono arrivato il 30 giugno aspettando di poter giocare il Main. Ho giocato il Mini Main Event dove ho avuto un grossissimo badbeat, al punto che mi sono detto che quella badbeat mi avrebbe tolto quelle dopo.

Come è andata la mano?

Era l'ultima prima del break, avevo gli assi, un italiano rilancia da bottone, io tribetto da small blind, ero leggermente sopra media di stack, lui chiama. Flop 7-7-A, io ho full ma lui ha in mano due sette... Ho pensato che questa badbeat magari me ne avrebbe evitate altre negli eventi a venire. In effetti poi per vincere il Summer Celebration ho vinto parecchi coinflip, magari è stato anche quello.

Raccontaci il torneo vinto al di là dei coinflip.

L'obiettivo della trasferta era sempre il Main Event, avevo giocato un altro torneo per qualificarmi al Main senza farcela. Al Summer Celebration ho passato il primo giorno cercando di intavolare le giocate corrette, non ho mai avuto un grosso stack e ho cercato di giocare in modo tale da prendere meno rischi possibili a ogni mano e nello stesso tempo restare nel torneo, anche se siamo arrivati al final table con uno stack medio di 18bb-19bb.

Giuseppe Zarbo esulta con gli amici (foto Regina Cortina - Pokernews)

Un approccio ad hoc

Spiegaci meglio questo approccio.

Ovviamente ci sono stati tanti colpi in cui potevo anche uscire ma sono sempre stati a mio favore. Ogni volta che era possibile, cercavo di evitare di mettermi a rischio. In un torneo di quel tipo ti pagano con mani molto meno forti. Per esempio non giocavo le coppie basse in posizione, altre volte cercavo di massimizzare i punti chiusi, ad esempio dei trips, e altre volte ho cercato di prendere la deadmoney anche se era un rischio. Se ci penso mi viene in mente una mano in particolare.

Racconta!

Sono su big blind e alla mia destra c'è il chipleader con nove milioni e mezzo di stack su grande buio 200k che limpa. Io ho 3,3 milioni e vista la history vado all-in con 7-2o. Lui folda e incasso 600k chips ovvero il venti per cento del mio stack. Poi a ridosso dei premi ho iniziato a spingere un po' di più perché il mio obiettivo, fondamentalmente, era arrivare a un premio di 11k per pagarmi l'ingresso del Main Event. Al tavolo finale sono arrivato con il sesto stack del chipcount, anche se avevo appena dieci big blinds.

A quel punto?

A quel punto ho cercato di giocare cautamente perché c'erano quattro più short di me. Aspettavo che uscissero due o tre avversari prima di prendere dei rischi, sapendo che avrei potuto raddoppiare sul chipleader che era di big blind quando io ero in late position.

Nel 2022-2023 ho fatto il double in the money ai Main Event WSOP e WSOPE. Dal 2011 al 2014 ho fatto quattro in the money consecutivi al Main Event di Las Vegas.

Giuseppe Zarbo

L'heads-up

Questo approccio ha pagato?

Sì, è andata proprio così, su uno suo all-in da cutoff spillo KQo da big blind e callo. Lui gira Q7o. Il colpo mi regge, risalgo nel chipcount e poi mi gioco le mani buone una alla volta, fino allo spot che mi ha fatto vincere il braccialetto.

Racconta l'heads-up!

Si vedeva che l'avversario non era tanto preparato nei testa a testa, foldava tante mani e riuscivo a prendere pot uncontested, o preflop o con la cbet flop. Se chiamava significava che aveva mano e non mettevo più chips nel pot.

Dopo l'ultima mano...

Vincere il braccialetto è stato fantastico, ma vincerlo con tutti i miei amici che stavano intorno al tavolo è andato oltre. A ogni mano c'era una bolgia incredibile, ogni volta che un avversario veniva eliminato andavo da loro. Quando ho vinto è stata una emozione incredibile, ancora più rispetto alla premiazione perché c'erano meno persone.

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Feste e trasferte

Erano gli amici con cui hai fatto la trasferta a Las Vegas?

Sono amici conosciuti nei live, sono tanti anni che faccio i circuiti francesi, ci siamo conosciuti nei live e ci teniamo in contatto.

Hai festeggiato il bracciale?

Ancora no, lo festeggio adesso a casa ad agosto. Farò un party con musica e bevute e salirà la mia famiglia dalla Sicilia. Io vado giù una volta l'anno, sono più mio fratello e mia mamma che salgono in Costa Azzurra. Ho una società di consulenza con 250 collaboratori e trovare il tempo mi è sempre difficile.

Per le trasferte per il poker come ti organizzi?

Per me la trasferta più importante è sempre quella di Las Vegas, e quando sono lì cerco di stare connesso dalle nove alle undici, poi tutto finisce per il fuso orario. Quando invece sono in Europa durante le pause non posso fare a meno di chiamare o inviare mail, anche mentre sto giocando il sabato e la domenica.

Visto il tuo storico con le WSOP di Las Vegas e questo bracciale, si può dire che la costanza paga?

Sì, ormai sono anni che vado a Vegas. Dal 2011 al 2014 feci quattro in the money consecutivi al Main Event, e nel 2022-2023 ho fatto il double in the money ai Main Event WSOP e WSOPE andando a premio in tutti e quattro.

Quali sono le prossime trasferte che hai in programma?

Sarò a Barcellona per l'EPT, è un circuito che mi piace. Per due anni consecutivi non sono andato alla tappa di Praga perché sono andato a Vegas a giocare il WPT Championship. Poi andrò alle WSOPE Rozvadov e forse all'EPT Malta. Due anni fa ho vinto il titolo di campione francese in heads-up. Dopo questo bracciale che equivale al titolo mondiale, adesso ci vuole il titolo europeo!

Chi è Giuseppe Zarbo

Il 55enne siciliano Giuseppe Zarbo vive ad Antibes, in Francia, dal 1997. A capo di una società di consulenza con 250 collaboratori, da tantissimi anni sfrutta i ritagli di tempo per dedicarsi alla sua grande passione per il poker.

Non si definisce un professionista, ma quando siede al tavolo verde ha un solo obiettivo: vincere.  Habitué delle World Series Of Poker di Las Vegas, fino a due anni fa alle WSOP il signor Giuseppe contava 17 in the money con tre tavoli finali per un incasso di 260.147$. Grazie al successo di giugno, i suoi numeri oggi sono ben più alti.

Giornalista
Dopo anni passati a scrivere di altro, in un periodo sabbatico si è appassionato al poker e dal 2012 è diventato il suo pane quotidiano. Intanto ha scritto un paio di libri che niente hanno a che vedere col nostro meraviglioso gioco. Vive in Maremma dove è riuscito a realizzare il sogno che aveva preso forma nella sua mente da piccolo davanti a un 486 con 4Mb di RAM, ovvero lavorare comodamente da casa scrivendo al computer. Laurea magistrale in scienze della comunicazione, da venti anni iscritto all'Ordine dei Giornalisti, prima di conoscere il poker si è occupato di cronaca sulla stampa quotidiana nazionale e di musica su quella periodica, quest'ultima soprattutto per entrare gratis ai concerti. Poi ha creato e diretto per cinque anni un freepress bilingue turistico-locale. Al termine di questa esperienza il suo percorso si intrecciò con il NLHE grazie a un amico che giocava su Full Tilt Poker.
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