L’ Avvocato Antonio Santelia, interpretato da Carlo Delle Piane nel capolavoro di Pupi Avati “Regalo di Natale”, diventerebbe pallido nel leggere le cifre mosse in questi anni ai tavoli da poker dal “collega” Tom Goldstein, famosissimo nel mondo legale e pokeristico statunitense.
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Poker, tasse e bugie: il caso Goldstein si complica
Tom Goldstein, avvocato celebre e fondatore di SCOTUSblog, nonché habitué degli home games high stakes e dei tavoli di poker dove le fiches sono alte come montagne, vede la sua partita legale farsi sempre più rischiosa. I procuratori federali, che di bluff se ne intendono poco, hanno appena rilanciato, aggiungendo nuove accuse a quelle già sul tavolo nel suo caso di presunta frode fiscale.
Prima di iniziare e darvi un aggiornamento del caso, vi ricordiamo chi sia Tom Goldstein e la sua storia pregressa.
Tom Goldstein, l’avvocato che gioca sempre “all in”
Negli Stati Uniti, Tom Goldstein non è soltanto un nome: è un marchio. Uno di quegli avvocati da copertina patinata, capace di passare con disinvoltura dalle austere aule della Corte Suprema – di cui commenta sentenze e retroscena nel suo SCOTUSblog – ai tavoli di poker dove un piatto minimo vale quanto una villetta sul mare (e su questi dettagli scabrosi vi invitiamo sempre a giocare e pensare in modo responsabile ai tavoli).
Per Dan Bilzerian, che di eccessi se ne intende, Goldstein è “un high stakes player e scommettitore senza scrupoli”. E se lo dice Bilzerian, il re delle chip e dei fucili fotografati su Instagram, c’è da credergli. Negli ultimi anni, Goldstein avrebbe messo insieme la bellezza di 51 milioni di dollari in scommesse vinte contro un amico. Nei documenti ufficiali si parla di “betting” in senso generico, senza mai pronunciare la parola proibita: poker. Ma il mazzo, come al solito, parla da solo.
I problemi legali di Goldstein: l'origine
Il problema, sotto il profilo legale, non è vincere: è dichiarare i profitti di tali attività. E sappiamo bene che negli USA ti possono anche condonare reati molto gravi ma sull'evasione fiscale non scherzano e viene applicata tolleranza zero per gli evasori, con buone possibilità di finire dietro le sbarre.
Secondo le autorità del Maryland, Goldstein avrebbe omesso di comunicare al fisco 12 milioni di vincite nette nel 2022 e altri 10 milioni nel 2023. E i suoi movimenti in criptovaluta – a detta degli inquirenti, monete digitali non meglio precisate – hanno fatto drizzare le antenne agli investigatori. A lui, che si è visto passare al setaccio wallet e transazioni, è parsa “una misura drastica”.

Come funzionano gli obblighi fiscali per i poker pro e scommettitori negli USA
Negli Stati Uniti, sotto il profilo federale, i giocatori di poker e gli scommettitori professionisti sono obbligati a dichiarare ogni anno il denaro vinto da queste attività. L'Agenzia fiscale statunitense federale, IRS, consente ai giocatori di dichiarare i profitti netti, ovvero le vincite lorde portando in detrazione le perdite effettive e comprovate. Quindi i gamblers e i poker players dichiareranno solo quanto effettivamente guadagnato.
Il problema è che la recente legge fiscale voluta da Trump, permette di detrarre solo il 90% delle perdite effettive rimediate. Un grosso problema, considerando che sono giochi con margini veramente minimi e che riguardano pochi professionisti vincenti.
Le sue imprese ai tavoli privati high stakes hanno già fatto storia. Nel 2016, raccontano le cronache e i racconti degli altri poker players, vinse 50 milioni di dollari in una serie di heads-up contro tre ricchissimi gamblers asiatici e californiani. Non proprio il tavolo della domenica tra amici, insomma.
La discussa partita high stakes a Mykonos
Goldstein non nasconde le sue abitudini da “ballas”: nell’estate 2024 è stato avvistato a Mykonos, isola del jet set e dei party da svenimento, dove avrebbe partecipato a un compleanno privato condito da nuove partite ad altissimo rischio. Lì, secondo le autorità, avrebbe perso una somma ingente e pagato 200.000 dollari in criptovaluta, tramite un e-wallet di cui lui nega ogni proprietà.
Non è la prima volta che il suo nome finisce tra le carte di un tribunale. In passato è stato arrestato, rimasto in carcere tre giorni e poi assolto da accuse di frode fiscale. Per lui, le accuse restano “infamanti” e le prove “inconsistenti”. Per i procuratori, invece, la sua è una partita ancora tutta da giocare.

Un milione di dollari nascosto al fisco?
Inizialmente, a gennaio, Goldstein era stato messo sotto accusa per ben 22 capi d’imputazione: mancati pagamenti fiscali, debiti da poker lasciati a se stessi e false dichiarazioni. Un tris di accuse che non prometteva bene. Ma la scorsa settimana, nel Maryland, la giuria popolare ha servito un nuovo colpo: un atto d’accusa sostitutivo che gli inputa di aver nascosto all’IRS – il fisco americano – quasi un milione di dollari, non solo suoi, ma anche della moglie, Amy Howe.
La nuova mano di carte è ancora più insidiosa: secondo i procuratori, Goldstein avrebbe offerto criptovalute e un bonus da 10.000 dollari a una dirigente d’azienda, “almeno in parte” per convincerla a non collaborare con le indagini del fisco. Una mossa da giocatore disperato, in un tavolo ormai circondato da occhi attenti.
C’è poi il capitolo immobiliare. Per i pubblici ministeri, l’avvocato e la moglie avrebbero ritirato 960.000 dollari dai loro conti pensionistici nel marzo 2021, dirottandoli su un conto aziendale “per evitare che l’IRS mettesse le mani sui soldi” prima che lui li usasse per comprare una lussuosa casa a Washington, D.C.
Goldstein e il credito di un attore di Hollywood
E come in ogni giallo giudiziario che si rispetti, spunta anche un retroscena degno di un film: Goldstein avrebbe aiutato un attore di Hollywood a recuperare vincite da poker non pagate da un miliardario texano. Nel primo atto d’accusa l’episodio era collocato nel 2021, nel nuovo fascicolo retrocede al 2020. Dettagli temporali, certo, ma che in tribunale possono valere più di una coppia d’assi.
L'Avvocato: "sono innocente!"
Goldstein, dal canto suo, continua a professarsi innocente e a lanciare accuse di “inganni intenzionali” verso i procuratori. Ha già presentato mozioni per archiviare il caso, ma per ora il mazzo resta nelle mani dell’accusa.
Sul fronte mediatico, silenzio. I suoi avvocati – Jonathan Kravis, Stephanie Reaves e Adeel Mohammadi – non hanno risposto alle richieste di commento. In questa partita, almeno per ora, Goldstein gioca da solo, con il fisco che lo marca stretto e un piatto giudiziario che diventa ogni giorno più pesante.
L'importanza di non seguire le sue orme
Non vogliamo esprimere un giudizio legale sulla vicenda perché non conosciamo i dettagli fino in fondo, l'Avvocato Goldstein è innocente fino a prova contraria e fino all'ultimo grado di giudizio. Non vogliamo esprimere neanche giudizi morali e etici verso nessuno, non spetta certo a noi, considerando inoltre che ogni persona è libera di fare quel che vuole e spendere il proprio denaro come meglio crede. Ma un consiglio ve lo vogliamo dare: non seguite ai tavoli l'esempio dell'Avvocato Goldstein che è un uomo molto ricco e che a poker vince e perde somme milionarie che noi comuni mortali non vedremo mai nella nostra vita, fa parte di una cerchia molto ristretta di persone che può permettersi certi eccessi.
è il poker che a noi piace e vi consigliamo di interpretare questo gioco come un hobby divertente che possiamo permetterci con cifre consone alle nostre risorse che destiniamo ai passatempi.