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La storia del prodigio del Blackjack del MIT che ha venduto la sua prima start up per $ 500 milioni a IBM: "abbiamo vinto tanti soldi"

Per anni è stato il terrore dei casinò di Las Vegas e non solo, Hollywood gli ha dedicato un film (la famosa pellicola 21 con Kevin Spacey) e lui non ha perso il vizio di fare soldi grazie ad un'intelligenza superiore alla media e ad un senso degli affari innato.

Il suo nome è Yuchun Lee ed era la stella del mitico team di blackjack del MIT che aveva sbancato diversi casinò, contando le carte ai tavoli con un complesso sistema collettivo: della squadra facevano parte le menti più brillanti e geniali del Massachusetts Institute of Technology ma anche di Harvard.

Vi siete mai chiesti perché nel film ci fosse sempre la presenza di un co-protagonista di origini asiatiche? Ora lo avete scoperto e forse Hollywood ha fatto una forzatura, relegandolo ad un ruolo di secondo piano. In realtà non è così, Lee ha avuto una parte determinante nello sviluppo dell'operazione "BJ": era una sorta di capitano, molto spesso a Vegas la squadra era diretta da lui, non a caso 5 suoi dipendenti erano membri del team.

Dell'allegra "compagnia" faceva parte anche l'ex giocatore di poker professionista Andy Bloch (studente al tempo del MIT) che ha raccontato tutta la storia con aneddoti molto curiosi (leggi qui l'articolo).

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Yuchum Lee, la mente geniale del team blackjack del MIT

L'attuale Ceo di Allego, ha raccontato a Business Insider: "giocare a blackjack aiuta nel mondo del business. Il blackjack mi ha davvero rafforzato nel corso degli anni e mi ha aiutato a superare e gestire nel migliore dei modi gli alti e bassi degli affari".

Un genio. Lee è riuscito a vendere la sua prima start up nel 2010 ad IBM per 500 milioni di dollari. L'azienda da lui fondata si chiamava Unica e si occupava di sviluppo di software per il marketing.

Dopo aver trascorso alcuni anni come dirigente di IBM, Lee non ha perso il vizio ed ha lanciato un'altra startup nel 2013: Allego, company che serve 20mila utenti e 50 organizzazioni, assicurando un servizio per i video di formazione aziendale.

Il suo motto è: "Non si può vincere sempre, ma aumenti le probabilità di successo se fai qualcosa che ti piace".

Lee, come detto, era un punto di riferimento della squadra di blackjack ma vi ha preso parte solo dopo la laurea, negli anni '90, quando aveva appena lanciato Unica.

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"Ho fatto parte del team per 6 anni e nei fine settimana andavamo a Las Vegas. Ogni anno la squadra raddoppiava i guadagni ai tavoli, raccogliendo milioni e milioni cash. Eravamo un gruppo ben organizzato e addirittura pagavano anche le tasse in maniera puntuale".

Il businessman di origini asiatiche però afferma: "era importante tenere distinta la mia attività dai proventi del blackjack. Non abbiamo mai mescolato i conti bancari. Anche 5 miei dipendenti di Unica facevano parte del team: abbiamo fatto pratica per ore ed ore in ufficio".

"IL BLACKJACK? SCUOLA DI BUSINESS"

Afferma che il gioco nei casinò lo abbia aiutato alla costruzione dello "stomaco", ovvero come mantenere un atteggiamento freddo e lucido dinanzi alle oscillazioni dei cicli economici. Per 18 anni ha guidato la sua prima creatura, Unica, superando 4 recessioni e 3 guerre.

"Una parte del successo è determinato dalla tua forza emotiva. Se mai hai voglia di sperimentare la volatilità, le forti oscillazioni emotive, non c'è niente di meglio che entrare in una squadra professionistica di blackjack, dove si può vincere e perdere tanti soldi, per pura casualità. Questa esperienza mi ha insegnato ad avere convinzione sempre in quello che fai".

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Certo, le parole di Lee vanno prese con le molle, è sempre meglio giocare in maniera responsabile, per divertimento e non rischiare mai soldi destinati a cose più importanti della vita.

CONTARE LE CARTE? STRATEGIA EFFICACE MA PERICOLOSA

Sappiamo benissimo che contando le carte all'interno dei casinò, il team riusciva a ridurre al minimo l'edge del banco ma si trattava di menti geniali, frutto di una selezione nella selezione.

Molto spesso, uno dei modi più semplici per perdere al blackjack è proprio quello di provare a contare le carte. Un esercizio ritenuto dagli esperti molto difficile: in molti casi è stato frutto di guadagni enormi per il banco, con "contatori" improvvisati che provavano ad imitare le gesta di Kevin Spacey dei suoi alunni ed hanno fatto la fortuna dei casinò.

Ci sono poi altri aspetti da valutare: contare le carte non è illegale ma per i casinò americani è un comportamento scorretto e non tollerato: non sempre è "civile" la reazione dei responsabili della sicurezza, per usare un eufemismo. Se avete dei dubbi leggete questo articolo. 

Ma alcuni insegnamenti di Lee sono interessanti: "un aspetto da non sottovalutare è che quando lanci una start up è un pò come una sorta di Davide contro Golia: impari le tecniche per riuscire a vincere quando le probabilità sono contro di voi, proprio come quando il nostro piccolo team andava a Vegas a sfidare le strutture più competitive del pianeta".

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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