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Tre consigli per effettuare al meglio la Continuation Bet al Turn

Tra le prime strategie di carattere “Basic” che si imparano appena concluso il percorso dell’apprendimento delle regole del Texas Hold’em, vi è sicuramente quella della Continuation Bet.

Abbiamo più volte cercato di spiegare quali siano le migliori situazione per effettuarla e quali invece per evitarla come la peste. 

Chips

E ora che il nostro avversario ci ha chiamato al flop, che cosa facciamo? 

La risposta è abbastanza scontata nel caso in cui siamo alle prese con una mano davvero forte: sbarellare anche al Turn come se ci fosse un domani.

La second barrel con una mano debole

Ma se ci avessero beccato con le famose mani nella marmellata?

La cosa più giusta per provare a spiegare i concetti è, come sempre abbiamo fatto, quella di suddividerli per segmenti. 

Punta sempre coi “Bluff Naturali”

Il cosiddetto “Natural Bluff” viene effettuato con una mano molto più adatta al bluff rispetto alla maggior parte del range che stai rappresentando con le tue azioni e, in questi casi, è sempre preferibile sparare la seconda. 

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Vediamo qualche esempio in cui è profittevole andare in C-Bet al turn per chiarificare un po’ le cose.

Minimo valore di showdown

Un marginale valore di showdown si ha quando abbiamo una mano che ci da la possibilità di arrivare sani e salvi al river e magari di mostrare un punto leggermente migliore del nostro avversario, senza averne la certezza. In questo caso è sempre meglio evitare di trasformarla in bluff bettando al Turn. Meglio il check.

Questo è dovuto al valore atteso delle due opzioni: bet o check. 

Quando decidiamo di puntare una pot size bet  (puntiamo piatto) con un bluff puro, allora abbiamo bisogno che il nostro avversario foldi almeno nel 50% dei casi per andare pari nel long term. 

Se Villain (il nostro avversario), decide di foldare nel 50%+1 dei casi, significa che il nostro Bluff è +EV, ma questo non significa che l’azione sia corretta. 

Rispetto all’azione precedente è evidente che il nostro avversario possa avere, alcune volte, una mano dall’equity inferiore rispetto alla nostra.

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In definitiva quando decidiamo di bluffare con un minimo valore di showdown, non lo dobbiamo fare perché la puntata rende il valore atteso (EV) della puntata stessa più alto, quanto perché il valore atteso del check è decisamente più basso.

Quando l'equity è da completare

Equity da definire: in altre parole, siamo in Draw senza avere coppie. Una mano come un draw di scala bilaterale, vincerà il piatto con una probabilità racchiusa tra il 16 e il 20% delle volte con una sola carta da girare. 

Questo significa che otterremo un valore importante ogni volta che riusciremo a far foldare l’avversario. Se dovessimo venire chiamati, avremmo ancora la possibilità di vincere il piatto e, puntando ancora una volta al river, ci sarebbe la possibilità di portare a casa un pot decisamente importante.

Di conseguenza, questo tipo di situazione ottiene un’ottima EV bluffando il Turn, perchè la differenza tra l’EV ridotta che si ottiene checkando a causa del basso valore di showdown, viene bilanciata da una EV decisamente alta in caso di chiamata di Villain e susseguente vittoria del pot (scende al river la carte del famoso 16/20% al river) e sufficientemente buona nel caso in cui Villain folderà. 

Quando abbiamo i "blockers"

Blockers: è il caso in cui abbiamo delle carte che rendono meno probabile un punto alto in mano al nostro avversario. Abbiamo cioè una mano che indebolisce il range di Villain e, di conseguenza, aumenta la nostra Fold Equity. 

Facciamo l’esempio di un board di questo tipo: k 4 4 8 . 

Ci sono davvero pochi bluff naturali che ci possiamo inventare su questa texture e che soddisfano i due criteri appena descritti, ma esistono parecchi bluff disponibili come QJ, QT e JT che rendono difficile per Villain avere una delle mani migliori di Kx, come ad esempio KQ, KJ e KT. 

Dovremmo considerare l’eventualità di sparare la seconda cartuccia in questa situazione, visto che non abbiamo valore di showdown e non ci sono bluff naturali nel nostro range. 

 

Poker e Sport Editor
Io sono Andrea Borea, sono nato nel marzo del 1973, e non vengo propriamente da una formazione umanistica, visto che i miei hanno sempre spinto per dare seguito agli interessi di famiglia. Dopo aver fatto per qualche tempo ciò che essi mi consigliavano, Assopoker divenne la mia vita, prima che mi chiamasse Luca Pagano per collaborare al sito PokerPoker.it e dare vita alla Pagano Events. Sono stato il primo a bloggare il Main Event delle WSOP per l’Italia da Las Vegas, nel 2008 e nel 2009. Collaborai alla stesura di due collane, “Lo sport del Poker” e “I segreti del Grande Poker”, entrambi per la Gazzetta dello Sport, sempre per Gazzetta cominciai a scrivere per un paio di anni articoli di Texas Hold’Em, prima di passare in pianta stabile con PokerStars.it. Da 6/7 anni, scrivo per ItaliaPokerClub, BetFair, PokerStarsNews, PokerStarsLearn, Ludos Academy.
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