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"La varianza non è un mostro che vuole distruggerci"

pokerstars_500_freeroll114Ha cominciato a giocare a poker online perché, a causa di una serie di guai fisici, non poteva lavorare: la storia di Spencer Moe, in arte "360flip19", è un po' diversa da quella di altri professionisti di successo nel mondo del poker, ma in fondo quello che conta è il risultato.

E di questo il canadese sembra proprio non potersi lamentare, visto che stabilitosi a Whistler assieme a diversi altri grinder di successo finora ha saputo farsi strada fino agli heads-up sit&go hyperturbo da 200 $, togliendosi anche la soddisfazione di vincere il torneo di heads-up da 215 $ del WCOOP in corso, mettendo le mani su 46.000 dollari.

"Chiunque riesca a vincere 11 head-up di fila significa che sta runnando piuttosto bene - ammette divertito - ma nel corso del torneo ero concentrato su un testa a testa alla volta, giocando esclusivamente quello per non venire distratto da altro, visto anche che i vari scalini del payout erano piuttosto importanti".

Eppure tutto questo non era previsto: "Pensavo di lavorare in un ristorante, e che il poker online sarebbe stato un'attività secondaria capace di garantirmi un'entrata - racconta su husng.com - ma poi un problema ad una spalla mi fermò nuovamente. Fu allora che decisi di dare una chance al poker, studiando e prendendo un coach. Dopo i primi mesi passai agli heads-up hyperturbo, e sono riuscito a far filare le cose per il verso giusto".

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Nonostante abbia solamente 24 anni, Spencer ha le idee molto chiare per quanto riguarda alcuni aspetti tipici del gioco del poker, come ad esempio la natura della varianza: "Può essere frustrante andare incontro a periodi nei quali i nostri risultati non sono quelli che crediamo di meritarci o a cui ci sentiamo titolati, ma la verità è che a nessuno è dovuto nulla. Capire come funzioni il nostro sistema di aspettative è qualcosa che mi aiuta molto a tenere i piedi per terra".

E prosegue: "La varianza esiste di per sé, alcuni sembrano immaginarla come una specie di mostro che possa abbattersi sui loro risultati, quando io credo che sia un prodotto delle nostre aspettative. In questo senso, avere un ROI più alto o giocare strutture più lente non significa andare incontro ad una varianza minore".

Anche per quanto riguarda un altro annoso problema, ovvero l'utilità sociale del giocatore professionista, non sembra avere molti dubbi: "Penso che chiunque possa contribuire in maniera positiva nei confronti della società, non soltanto attraverso la propria attività lavorativa. Potremmo tutti dedicarci al volontariato supportando delle buone cause, ma la maggior parte di noi non lo fa. Si tratta di una scelta personale che non è il riflesso dell'attività con cui un individuo si guadagna da vivere, ma casomai riflette che tipo di persone siamo. Per questo motivo, credo sia un ragionamento che valga per chiunque". Anche per chi sta ben lontano dai mazzi di carte.

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