Vai al contenuto

Svolta USA: gli atleti del college potranno scommettere, ma non sulla NCAA

La notizia è di quelle epocali, nel vero senso della parola. Se infatti la proposta del NCAA Division I Administrative Committee dovesse tradursi in legge, tutti gli atleti degli sport universitari americani potrebbero vedere abolito il divieto di scommettere sullo sport. A determinate condizioni, ovviamente. Ma facciamo un passo indietro.

Gli USA e le scommesse sportive: storia di un rapporto difficile

Il rapporto degli USA con il betting è stato a lungo molto difficile, anche perché per molto tempo il settore del gaming è stato fortemente influenzato dalle lobby dei casinò terrestri, al punto che nell'ottobre del 2006 venne approvata la famigerata UIGEA (Unlawful Internet Gambling Enforcement Act), la legge che vietava il gioco d'azzardo online su tutto il territorio federale degli USA. Ancora precedente era il PASPA (Professional and Amateur Sports Protection Act), approvato nel 1992 e che era appunto focalizzato sulla protezione dello sport dalle scommesse sportive. Ciò ha fatalmente interessato anche gli sport professionistici americani, i quali si sono sempre tenuti a debita distanza dal settore gaming.

Qualche anno fa, però, la situazione ha iniziato a cambiare. Il primo stato a varare un ibrido di legalizzazione del gambling online era stato il Delaware nel 2012, ma negli anni si sono progressivamente aggiunti Connecticut, New Jersey, Michigan, Pennsylvania, West Virginia e altri ancora.

La barriera più importante cade nel 2018, quando la Corte Suprema abolisce definitivamente il PASPA, riaprendo giuridicamente le porte alle scommesse sportive negli USA.

Attualmente sono 38, gli stati USA in cui è in qualche modo legale lo sports betting. Le leghe professionistiche americane, di conseguenza, hanno iniziato ad ammorbidire le loro politiche. Fatta salva una ferrea regolamentazione interna di salvaguardia della game integrity, era diventato anacronistico vietare quanto era ormai legale nella maggior parte del territorio americano.

NCAA e il divieto di scommettere per gli studenti-atleti: cosa sta succedendo

E così si arriva ai giorni nostri e alla proposta, approvata l'altro giorno, da parte della NCAA Division I Administrative Committee. La nuova norma proposta permetterebbe agli atleti universitari e agli staff tecnici universitari (come coach, assistant coach etc) di scommettere sugli sport professionistici. Anche in questo caso, si tratterebbe di un mero adeguamento ai tempi, visto che l'attività delle scommesse sportive non è più un tabù ammantato di illegalità, nella maggior parte degli stati.

Il divieto continuerebbe invece a riguardare tutti gli sport universitari, come è giusto che sia.

Cosa succede adesso? Gli sport universitari americani, riuniti sotto il cappello della NCAA (National Collegiate Athletic Association), sono suddivisi in tre "Division": I, II, III, in ordine decrescente di prestigio e rilevanza economica, che si traduce fondamentalmente nella grandezza dei budget destinati alle borse di studio.

L'approvazione della Division I è ovviamente importantissima perché si tratta del "tier" che sposta di più, quello che comprende leghe e università di prima fascia. Tuttavia, affinché la norma entri in vigore, è necessaria l'approvazione anche dei comitati della Division II e III, che dovrebbero riunirsi entro fine mese per decidere in merito. In caso di triplo semaforo verde, la norma entrerebbe in vigore già dal 1 novembre 2025.

"Gli approcci di divieto assoluto, per ragazzi in età da college, non sono spesso altrettanto efficaci rispetto ad altri che si concentrano sull'educazione al rischio e sul dialogo".

Deena Casiero, capo dell'ufficio medico NCAA

NCAA, si cambia approccio: meno divieti, più educazione al rischio

Si tratterebbe (condizionale ancora d'obbligo) di una svolta epocale, perché sono cambiati i costumi e la normativa vigente rischia di far finire inutilmente nei guai decine di studenti-atleti.
Jon Duncan, vice presidente del NCAA Enforcement Staff, ha detto che "l'obiettivo rimarrà quello di concentrarsi sui quei casi e comportamenti che minacciano direttamente l'integrità delle competizioni universitarie".

Gli fa eco Deena Casiero, capo dell'ufficio medico NCAA, che ha ammesso "Gli approcci di divieto assoluto, per ragazzi in età da college, non sono spesso altrettanto efficaci rispetto ad altri che si concentrano sull'educazione al rischio e sul dialogo".

Giornalista - Poker e Sport Editor
Nato nel 1972 in Calabria, pratica diversi sport con alterne fortune, anche per via di un fisico non esattamente da Guardia Svizzera. Dai primi anni ’90 ad oggi, il suo percorso lavorativo e di vita non ha mai smesso di accompagnarsi alle varie passioni: dalla musica alle arti visive, alla tecnologia e alla scrittura. Prima DJ in vari club, poi tecnico e regista televisivo, quindi giornalista. Nel 2006 scopre il Texas Hold’em che dal 2007 diventa il suo pane quotidiano, creando la prima redazione online interamente dedicata al poker, in Italia. Anche lo sport non ha mai smesso di essere parte della sua vita, seppur non vissuto ma raccontato. Da anni scrive di calcio, basket e tennis, con particolare amore per quest’ultimo, ben prima che diventasse sport nazionale con la Sinner-mania e tutto ciò che ne consegue.
MIGLIORA LE TUE SCOMMESSE CON LE NOSTRE GUIDE