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Scommesse News: Joe Asher, CEO di William Hill dona il suo intero stipendio ai dipendenti licenziati. Serie A verso lo stop definitivo?

William Hill: il CEO crea una fondazione per i dipendenti licenziati negli USA

E' un momento molto delicato per le società di scommesse: vi abbiamo raccontato ieri nel nostro focus della situazione drammatica per alcuni bookmakers per la sospensione di tutti gli eventi sportivi per via del Coronavirus 19. William Hill, in tre settimane, ha visto il suo titolo crollare in borsa del 73%.

A farne le spese sono stati 600 dipendenti dello sportbook inglese che lavoravano negli Stati Uniti.

Il CEO negli Stati Uniti del book della Regina, Joe Asher, ha creato una fondazione per aiutare tutti coloro che nei prossimi mesi si troveranno in difficoltà finanziarie per via del licenziamento. Il top manager è passato dalle parole ai fatti ed ha promesso di donare il suo stipendio alla fondazione fin quando non riprenderà l'attività sportiva.

Asher ha esortato anche gli altri dipendenti del gruppo di contribuire alla causa e di essere solidali con i colleghi meno fortunati: "Non mi sentivo a mio agio nel continuare a essere pagato, quando centinaia di persone sono rimaste senza lavoro. Così ho appena deciso di donare tutto il mio stipendio alla fondazione e incoraggiare tutti gli altri membri dell'azienda che stanno ancora lavorando. a donare ciò che possono. Ovviamente, le persone non saranno in grado di donare tutto il loro stipendio, ma tutti noi possiamo dare il nostro contributo, anche solo 20 dollari può essere una donazione utile alla causa. E la risposta, devo dire, fino ad ora è stata fantastica"

Ancora mistero su quale sia il contributo il manager di William Hill: "Preferirei non rivelare quanto guadagno, ma sono una persona ragionevolmente ben pagata e verserò tutto il mio stipendio fin quando non riprenderà lo sport", ha detto.

William Hill possiede 114 agezie sportive in ​​Nevada, più altre 39 nel New Jersey e nello Iowa. Il book inglese gestisce il banco per il betting in diversi casinò di Las Vegas che hanno chiuso i battenti per 30 giorni. Ben 255 impiegati stanno ancora lavorando negli States. Stessa situazione in Inghilterra: i betting shop sono tutti chiusi. In Italia invece ha solo una concessione online.

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I 255 dipendenti del book negli States sono chiamati ad un gesto di solidarietà: "penso che quasi tutti faranno qualcosa". Asher ha annunciato la creazione della fondazione la scorsa settimana e nei prossimi giorni i dipendenti licenziati riceveranno istruzioni su come ricevere il contributo di solidarietà dalla fondazione.

Asher ha detto che le risposte che ha ricevuto nelle e-mail e nei messaggi sulla sua idea della fondazione sono state "commoventi".

Asher ha dichiarato di essere preoccupato per alcune delle ricadute sociali che potrebbero verificarsi durante la chiusura di tutte le imprese, rilevando che gli sport sono spesso un antistress per le persone. "Una delle cose che ci piace fare nei momenti di difficoltà è accendere la TV e guardare sport", ha detto "È una distrazione. Penso che sia davvero importante riavviare lo sport, ma ovviamente ciò non può accadere fino a quando gli atleti non si sentiranno al sicuro e, si spera che ciò accada il prima possibile".

Ma la salute dei protagonisti viene prima di tutto. Non sarà semplice assistere in breve tempo alla ripresa dei campionati, a meno che la medicina e la tecnologia non diano una mano decisiva.

Leggi il nostro focus sullo stato di salute dei bookmakers ai tempi del Coronavirus.

 

Serie A verso l'annullamento? Alcuni presidenti pensano già alla prossima stagione

Notizia di oggi: tutte le serie dilettantistiche inglesi hanno visto la chiusura anticipata della stagione. Le autorità sportive giustamente hanno messo al primo posto la salute degli atleti. Non a caso sono state posticipate anche le Olimpiadi.

In Serie A si ipotizzava una ripresa dell'attività per il 2 maggio ma sembra un termine utopistico, con il paese ancora in piena emergenza. Gli stranieri, da Ronaldo in giù sono fuggiti dall'Italia e nel resto d'Europa l'emergenza sanitaria sembra peggiorare, mentre la Lazio con Arturo Diaconale continua ad alimentare polemiche senza senso, considerando che stiamo vivendo la peggiore crisi nel dopoguerra in Italia.

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Dalle notizie che filtrano dall'Assocalciatori (Aic), vi è la volontà  di non giocare più in questa stagione. I tesserati accetteranno una riduzione degli stipendi solo se non si tornerà più in campo.

All'interno della Lega di Serie A si fa sempre più forte il partito dei club che vorrebbero non completare la stagione. Molto squadre non hanno più nulla da chiedere alla classifica, non hanno motivazioni o interessi e vorrebbero risparmiare sugli stipendi per i prossimi mesi.

La Gazzetta dello Sport - in un'inchiesta - ha affermato che la Serie A ha debiti per 2,5 miliardi di euro. Serve un piano Marshall.

I club ai quali va la più grossa fetta dei diritti televisivi è naturalmente spaventata da questa ipotesi, visto che la Serie A, in caso di chiusura anticipata della stagione, perderebbe circa 700 milioni di euro.

Ma tra i top team, solo la Lazio di Lotito sembra determinata a scendere in campo nel periodo estivo, il fronte di chi voleva tornare a giocare è sempre più debole.

A prescindere dalla politica del pallone (governata da interessi dei singoli) è la situazione sanitaria e di piena emergenza in Italia che preoccupa: ipotizzare una data per riprendere l'attività (seppur a porte chiuse) pare in questo momento un azzardo puro. Oggi il bollettino di guerra parla in Italia parla di 4492 positivi in più, per un totale 62.013. Nella giornata odierna i morti sono stati 662 morti con 999 guariti.

Parlare di calcio in questo contesto sembra sconveniente.

La sensazione forte è che i giocatori non siano (ed è comprensibile) disposti a rischiare. Il rischio di epidemia in campo è elevato. Senza l' aiuto della tecnologia e della medicina difficilmente la Serie A riprenderà a breve. In Cina stanno usando tamponi-lampo ma le emergenze in questo momento sono negli ospedali e non nei campi di calcio.

Qualsiasi sforzo deve essere fatto per supportare la sanità e vincere questa battaglia.

Iniziare poi la prossima stagione in ritardo sarebbe un altro errore fatale, non solo per la scadenza imposta dagli Europei (giugno 2021) ma anche perché è probabile che fino a quando non si troverà un vaccino e farmaci per le cure, difficilmente si potrà tornare alla normalità anche in ambito sportivo.

 

Cairo (Torino): "si deve chiudere la stagione entro il 30 giugno o è meglio finirla qui"

Urbano Cairo, presidente del Torino, ha affermato che il termine ultimo per finire la stagione è il 30 giugno. La Uefa spinge per giocare anche a luglio, la FIGC fino ad agosto (ultima dichiarazione di Gravina) ma al momento non si riesce a vedere la luce in fondo al tunnel. Ed i club vorrebbero tagliare gli stipendi e non prorogare i contratti in scadenza fino a luglio.

Da fonti del Governo filtrano notizie non proprio positive: saranno i tempi dell’emergenza sanitaria a dettare quelli dell’eventuale ripresa delle competizioni. Logico e giusto.

La maggioranza della Lega Calcio condivide il pensiero che se i campionati non riprenderanno a maggio, la stagione sarà definitivamente conclusa. Come? Molto probabilmente senza l'assegnazione del titolo. Si terrà conto delle classifiche parziali per la qualificazione alle Coppe Europee.

In questo momento però ai presidenti interessa soprattutto discutere ed avere una posizione condivisa sul taglio inevitabile degli stipendi. Molti club di Serie A rischieranno però di fallire senza incassi al botteghino e i diritti televisivi.

Decreto Dignità: club chiedono lo stop al ban della pubblicità nelle scommesse

L'unica certezza è l'accordo su un ipotetico calendario europeo: UEFA ed ECA (l'associazione europea dei club) sembrano che siano concordi nel terminare i campionati entro il 15 luglio per poi disputare le fasi finali delle Coppe Europee.

C'è quindi almeno un'intesa di massima sul calendario, ma l'emergenza sanitaria in certi paesi europei si fa ogni giorno più grave (pensiamo alla Spagna ed in parte anche alla Francia e Gran Bretagna). Non sarà semplice.

La Lega ha chiesto aiuto al Governo, un tavolo di confronto per sospendere il Decreto Dignità che non ha risolto nulla in termini di ludopatie e che costa ai club di Serie A più di 100 milioni a stagione (in questo momento essenziali per stare in piedi). Un lusso che nessuno in Italia si può più permettere, solo una norma demagogica.

Fa un pò sorridere l'idea di un nuovo Totocalcio: con l'avvento delle scommesse sportive, pare un esercizio illusorio pensare di poter guadagnare da un gioco al totalizzatore sullo sport. Chi sostiene il contrario non conosce i gusti dei giocatori ed appassionati di calcio.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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