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Gli uomini più potenti del poker: Gary Loveman, il nemico di Stars

gary-lovemanA Las Vegas c’è un detto che va per la maggiore: sulla Strip non si muove foglia che Gary non voglia. William Gary Loveman è il presidente e amministratore delegato della più potente società di gaming esistente al mondo: Caesars Entertainment Corporation (ex Harrah’s), una realtà con oltre 70.000 dipendenti e 40 casinò di proprietà negli USA.

Impero
Solo a SinCity, fanno parte del gruppo alcune delle più celebri case da gioco: Caesars Palace, Paris, Bally’s, Planet Hollywood, Rio, Harrah’s, Flamingo, Imperial Palace, Bill’s e O’Scheas.  Nonostante il Nevada sia in crisi, proprio in questi giorni, la multinazionale ha presentato il rendiconto del terzo trimestre che ha registrato utili per 198,2 milioni di dollari con un incremento annuale del 12,8%, su un fatturato spaventoso di 2,25 miliardi in tre mesi. Risultati eccezionali considerando  il momento di crisi. Ha funzionato la politica di Caesars di incentivare i clienti vip e high roller; sulla stessa linea è il nuovo investimento in Cina dove verrà creato un resort a cinque stelle.

WSOP
La sua società detiene i diritti delle World Series of Poker e solo per questo motivo è da anni un punto di riferimento per il poker mondiale live. Sotto la sua guida le WSOP sono diventate un evento mediatico unico che ha reso celebre questo gioco in tutto il globo. E’ stato il primo a credere nel poker non solo come motivo di attrazione per i casinò ma come business diretto per le sale da gioco. Solo le World Series, al momento, hanno siglato accordi di prestigio, con importanti partner e brand extra settore.

Regista black-Friday
Sono in molti a sostenere che quest’anno, sia stato lui a ridisegnare gli equilibri del poker mondiale: grazie alla sua attività di lobby ha messo fuori dalla porta degli USA, Full Tilt Poker, PokerStars.com e Absolute Poker. Pochi giorni dopo lo scoppio dello scandalo dichiarò: "il black friday? Un'occasione...". E' stato lui a sollecitare al Dipartimento di Giustizia un'inchiesta sull'attività offshore dei siti di poker? Certezze non ne avremo mai ma i sospetti sono forti.

caesars-palace-las-vegasLa Strip su internet
Loverman ha una capacità innata nel prevedere i futuri sviluppi del mercato che non hanno altri suoi illustri colleghi. Per comprendere le sue invidiabili abilità nel business, è necessario citare un breve aneddoto: nel dicembre del 2008, con la crisi economica e finanziaria negli USA, Las Vegas era in ginocchio e le sue major della Strip vedevano ogni giorno bruciati milioni di dollari di capitalizzazione a Wall Street, con le azioni in caduta libera.  I boss si riunirono nella sede di IGT, per una riunione urgente dell’AGA (American Gaming  Association). Loverman presentò il suo progetto che (apparentemente) andava contro gli interessi dei casinò: investire nel gioco online. La sua idea però fu osteggiata Steve Wynn, il miliardario che grazie alle sue felici intuizioni (mega resort) ha trasformato Las Vegas, costruendo i più celebri casinò della Strip. L’AGA seguì le indicazioni di Wynn (fu una delle ultime volte) e si dichiarò contraria all’online, con effetti nefasti.

Società offshore
Per due anni l’industria del Nevada ha osservato inerte mentre le società offshore monopolizzavano il mercato: solo Full Tilt Poker aveva 2 milioni di clienti statunitensi. Nel 2009 PokerStars registrava ricavi per 1,4 miliardi di dollari con una stima sui profitti annuali di 500 milioni (dati forniti da Forbes). Numeri che non sono sfuggiti ai magnati di Las Vegas pronti a fare un passo indietro (con grave ritardo) e disponibili ad accogliere con favore le idee e proiezioni di Loverman.

Steve Wynn
Nel frattempo, zitto zitto, il rivale Wynn, una volta uscito dall’AGA, nel marzo del 2011 ha siglato in gran segreto un accordo di joint-venture proprio con PokerStars. Pochi giorni dopo, l’amministratore di Caesars ha convinto gli altri proprietari di Las Vegas a redigere un documento ufficiale e storico per l’approvazione di una legge per l’online negli USA. Saranno coincidenze ma non è passato neanche un mese che abbiamo assistito al  black-friday. C’è da scommettere che molto presto Caesars Entertainment diventerà una guida anche nell’online negli Stati Uniti, ritagliandosi anche un proprio spazio in  Europa (aver trasferito le WSOPE a Cannes è una mossa strategica per entrare nel mercato francese, italiano e spagnolo). Pochi mesi fa il gruppo ha siglato un importante accordo sinergico e di fornitura software con 888Poker, uno dei brand più famosi ed affidabili negli USA prima dell’entrata in vigore nel 2006 dell’UIGEA.

rio-las-vegasHarry Reid
Grazie al suo personale appoggio, il senatore del Nevada Harry Reid è stato eletto l’anno scorso al Congresso dove è diventato leader dei democratici, nonché alleato strategico del presidente Obama. Sono in molti a sostenere che i registi occulti del black-friday siano proprio il senatore e Gary Loveman, nemico giurato delle poker rooms.

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Poker USA
L’amministratore delegato di Caesars sta vincendo una dura battaglia a Capitol Hill per l’approvazione di una legge che possa disciplinare il poker online negli USA a livello federale (negli stati del Nevada e del New Jersey sarà regolamentato nel 2012) e grazie ai suoi buoni uffici ci sono ottime possibilità che il progetto possa essere approvato in tempi relativamente brevi. “Sono fiducioso – ha dichiarato in questi giorni -. Per vedere online la room di Caesars ci vorranno dai 12 ai 14 mesi, una volta che il progetto di legge sarà approvato a Washington. Da mie stime il poker su internet negli USA vale 5 miliardi di dollari l’anno”.

Carriera
Dal 1994 al 1998 è stato professore associato ad Harvard in Business Administration e lasciata la carriera accademica è entrato pochi mesi dopo in Harrah’s  (ora Caesars E.) ed ha guidato la società ad un rimodernamento che ha dato i suoi frutti negli ultimi anni. E’ stato il primo a Las Vegas a credere, nei primi anni 2000, in strumenti come il direct mail marketing. Ha sviluppato inoltre complessi ma efficaci programmi di fidelizzazione per attirare i giocatori high stakes nei casinò, rivedendo le vecchie politiche dei magnati di Las Vegas.  E’ stato colui che ha condotto le principali trattative per l’acquisto di importanti asset aziendali come il Caesars Palace e i diritti delle World Series of Poker.

Fine terzo episodio - continua

Gli uomini più potenti del poker 1: Harry Reid

Gli uomini più potenti del poker 2: Brian Balsbaugh

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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