Nel poker live, la futura rete AAMS deve ancora aprire i battenti che già piovono proposte per innalzare la tassazione come se le nuove sale dovessero risolvere tutti i problemi del paese. In altre parole si vuole “strozzare” un mercato che esiste solo sulla carta.
Il settore però, pur essendo ancora in fase di sviluppo, è stato impostato (abbattendo gli irrazionali limiti della Legge Comunitaria del 2008) in modo tale da poter creare nuovi posti di lavoro e soprattutto assicurare flussi importanti per il fisco italiano, a patto però che non siano apportate estemporanee misure dell’ultimo momento, proposte da persone che non conoscono minimamente i fragili equilibri di mercato. Tradotto: un ulteriore aggravio potrebbe rovinare il settore, allontanando investitori e giocatori ancor prima del bando.
Aumentare la pressione fiscale non sempre garantisce maggiori entrate per l’Erario, soprattutto quando il settore vive una delicata fase di transizione, anche alla luce di una giurisprudenza penale tendenzialmente permissiva – almeno per il momento – nei confronti dei circoli non riconosciuti ufficialmente da AAMS.
Il decreto della Manovra Finanziaria di luglio aveva previsto la gara per l’assegnazione delle concessioni entro il 30 novembre, con un prelievo erariale del 3% sul buy-in, come nell’online. Naturalmente un provvedimento del genere significa introdurre un rake alto (nel live i costi di gestione sono superiori) che non sarà particolarmente attrattivo per i players più esperti che hanno consapevolezza delle dinamiche interne di settore.
Pertanto, le future rooms live dovranno offrire un servizio competitivo per poter conquistare effettivamente il mercato e - di conseguenza - assicurare anche importanti entrate erariali, come confidava l’ex Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, al momento della redazione della prima manovra estiva.
In merito alla discussione ed approvazione del Decreto “Salva Italia” varato dal nuovo Governo Monti, è spuntato il classico emendamento dell’ultimo momento, da parte dell’onorevole leghista Massimo Polledri che ha proposto di innalzare la tassazione dal 3% al 6% sulle quote di iscrizioni ai tornei di texas hold’em.
Se dovesse passare tale proposta, il poker live rischierebbe di non vedere neanche la luce. Che tipo di rake potrebbero offrire le case da gioco? La misura lascerebbe margini molto esigui anche per le grandi sale. Il “gioco” – a medio termine – sarebbe poco conveniente per il players che nel giro di alcuni mesi sparirebbero dal circuito ufficiale (chi potrebbe mai sostenere un rake al 25%?).
Se realmente la politica vuol assicurare maggiori entrati fiscali dal mondo del gioco e tutelare i livelli occupazionali, deve affidare certe valutazioni solo a tecnici esperti che hanno piena consapevolezza degli equilibri di settore. Interventi improvvisati con emendamenti disorganici e slogan elettorali, rischiano di rovinare una delle poche industrie italiane ancora in crescita ed espansione.
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