Storie di debiti mai pagati, società in fallimento e migliaia di players che attendono da giugno di ottenere la restituzione dei loro fondi. Stanno emergendo fatti sempre più inquietanti e stupefacenti nella vicenda Full Tilt Poker ma parte delle notizie divulgate dall’avvocato di Bernard Tapie, Behnam Dayanim, sono la conferma delle anticipazioni pubblicate in estate sui prestiti milionari ottenuti da Phil Ivey e David Benyamine. Ma c’è molto di più in tutta questa brutta storia.
La banda del buco
Come vi abbiamo riferito poche ore fa, gli analisti del fondo d’investimento francese stanno esaminando lo stato di “salute” di Full Tilt Poker ed hanno scoperto un bel buco, nella parte attiva del bilancio: un gruppo di players (compresi Ivey e Benyamine) devono ancora alla red room ben 18 milioni di dollari (ma gran parte di questi soldi non saranno mai recuperati).
Players finanziati
La lista dei debitori dell’azienda è lunga: Phil Ivey, Layne Flack, David Benyamine, Erick Lindgren, Barry Greenstein e Mike Matusow. Sovente gli accrediti venivano girati direttamente sui loro account di gioco per garantire l'acquisto di buy-in per tornei online o per accedere a tavoli high stakes. Erano finanziati dal sito, una pratica abbastanza diffusa sulle piattaforme .com. Il fatto inusuale è che molti di questi debiti non sono stati mai saldati, a distanza di anni.
Tapie furioso
A detta del suo avvocato, Bernard Tapie è su tutte le furie ed ha messo in discussione l’accordo di vendita perché, dalle prime trattative private intercorse, i giocatori non si sarebbero assunti l’onere di pagare i propri debiti ai futuri proprietari. Secondo le prime reazioni, i personaggi in questione vorrebbero versare questi soldi solo nel fondo che sarà costituito dal Dipartimento di Giustizia per rimborsare i clienti statunitensi. Per molti si tratta di una giustificazione solo per guadagnare tempo. A Tapie (che deve pensare al resto dei giocatori nel mondo) non vogliono dare un dollaro.
Violazione contratti
Questo atteggiamento però viola, in modo palese, gli accordi sottoscritti, in forza dei quali il gruppo francese rileverà Full Tilt Poker, accollandosi debiti ma anche crediti. Si sta parlando inoltre di una cifra importante: 18 milioni di dollari.
Debiti Ivey
Vediamo quali sono le posizioni debitorie più importanti: secondo il sito d’inchiesta SubjectPoker negli ultimi due anni, Ivey avrebbe ottenuto da Full Tilt Poker 18 prestiti per somme ingenti (in particolare 3 milioni in sei rate da $500.000 nei mesi di luglio e agosto 2009) ed avrebbe restituito solo 6,2 milioni dei 10,7 totali, rimanendo con un saldo negativo pari a 4,5 milioni.
Lindgren: profondo rosso da 4 milioni
Stesso discorso per Lindgren che avrebbe un debito nei confronti del sito per oltre 4 milioni mentre Benyamine e Flack devono ancora versare 2 milioni a testa dal 2007. Matusow e Greenstein sono debitori per somme minori. Lo stesso Barry ha ammesso che gli era stata concessa una linea di credito per 400.000$, in modo tale da poter sedersi ai tavoli High Stakes parecchi anni fa. Ci sono poi tutta una lista di debitori minori che, al momento, non sono stati resi pubblici.
Svalutazione patrimonioPer l’avvocato Behnam Dayanim, gran parte di questi fondi difficilmente saranno recuperati e l’aspetto potrebbe mettere a rischio l’accordo sottoscritto con il Dipartimento di Giustizia e i vecchi azionisti di Full Tilt Poker. Tapie dovrà versare 80 milioni al DoJ più altri 150 ai players non statunitensi per un totale di 230 milioni, per rilevare un patrimonio svalutato di 18 milioni, quasi l’ 8% dell’investimento.
Strategie
Non proprio un inizio promettente ma è chiaro che dopo tutti questi mesi di super lavoro, difficilmente il finanziere francese mollerà il colpo. La sua – molto probabilmente – è una strategia per mettere pressione ad Ivey e soci che escono con l’immagine rottamata da tutta questa ennesima brutta storia.
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