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Volere volare: le scelte che fanno grande un giocatore

Patrik Antonius, capace di un poker quasi perfettoSe tutti giocassero a poker così come sarebbero capaci di fare in teoria, probabilmente in giro ci sarebbero molti più ricchi: il grande giocatore non è solo colui che sa cosa sia meglio fare in ogni circostanza, ma che quando quella circostanza si trova a viverla durante la partita la mette in pratica, più spesso e meglio degli altri.

VORREI MA NON POSSO - Naturalmente i fattori che concorrono nel rendere un giocatore davvero degno di questo nome sono molti e diversi. Non solo capacità tecniche, evidentemente, ma anche costanza, mindset, determinazione nel raggiungere i propri obiettivi e cattiveria nel cercare di perseguirli: a parole sembra sempre tutto un po' più facile. Ed il punto sta proprio qui.

Curiosamente, spesso nei giocatori si instaura infatti un meccanismo per il quale sanno che dovrebbero fare qualcosa di diverso in una certa situazione, tuttavia non lo fanno, vuoi per timore o vuoi perché non sanno bene come dovrebbero farlo, incappando spesso in errori quando si sentono chiamati a reagire.

Immaginiamo due scenari identici ad un ipotetico tavolo di cash game 6-max, che coinvolga due buoni regular con una discreta history, ma proiettati su due livelli diversi, diciamo il NL25 ed il NL200.

LO SCENARIO DEL NL25 - Dopo tutti fold un regular apre da BTN k q , lo SB folda ed il secondo regular sul grande buio spilla a 5 , decidendo di 3-bettare. Il bottone chiama e folda su flop 6 a 8 .

Una variante potrebbe prevedere che il BTN decida di trasformare la propria mano in un bluff 4-bet/foldando, vincendo stavolta il piatto preflop.

LO SCENARIO DEL NL200 - In questo caso, fatte salve le stesse mani e la stessa azione fino alla 3-bet del giocatore sul grande buio, il BTN decide di 4-bet/foldare, con il grande buio che va all-in e vince il piatto. Si tratta di una situazione semplice ma piuttosto comune: perché gli esiti sono stati diversi? Che cosa è successo?

Tom Dwan, maestro nello sfruttare debolezze altruiCOSA TI PASSA PER LA TESTA? - Banalizzando, è successo che i due regular del NL200 hanno messo in pratica quello che probabilmente anche i due regular del NL25 sono in grado di comprendere e percepire, ma non sono ancora in grado di mettere in pratica.

Il grande buio sa infatti che il range di openraise del BTN è debole, e quindi lo 3-betta con una mano che non solo è avanti al suo range, ma contiene anche un blocker per una parte delle mani legittime del suo avversario, come ad esempio a j .

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A sua volta, il BTN sa che il grande buio - per via di quanto detto - può aggredirlo con un range relativamente debole, e qui abbiamo il primo "momento sliding doors". Il regular del NL25 reagisce con una strategia subottimale, infilandosi in un piatto 3-bettato senza avere magari read particolari sul suo avversario in queste circostanze, con il rischio di incappare in delle reversed implied odds e magari senza avere le giuste doti postflop per gestirlo. Il regular del NL200 invece trasforma la sua mano in un bluff, contando su due bei blockers per il top range avversario.

Un momento, ma anche il regular del NL25 nella seconda ipotesi ha deciso di 4-bet foldare, ed ha vinto il piatto! Già, perché a differenza del giocatore sul grande buio del NL200, quello del NL25 - pur sapendo che il suo avversario sia capace di 4-bet foldare e decidere così di andare all-in con una mano che vanta discreta equity nel peggiore dei casi - in questa situazione non vuole correre il rischio, per vari motivi.

VOLERE VOLARE - Magari infatti ha paura di sbagliare, o gli è già capitato in passato di incappare nel top range avversario in uno spot analogo e si è scoraggiato, oppure potrebbe essere in perdita durante la sessione e non voler correre il rischio di peggiorare le cose: resta il fatto che forse non ha compiuto la giocata migliore, pur sapendo riconoscere in teoria quella ottimale.

Certo, un' ipotesi simile non è priva di debolezze. Ad esempio, dovremmo assumere che il range di 4-bet di un regular del NL25 contenga la stessa percentuale di air di un regular del NL200 (cosa di fatto mai vera in realtà), così come sappiamo che le dinamiche fra regular sono profondamente diverse fra i due livelli, e la lista potrebbe continuare.

Il punto è però un altro: un vero giocatore per essere vincente non può limitarsi ad approfittare degli errori più grossolani dei suoi avversari, così come spesso accade a chi frequenta limiti bassi. Per migliorarsi deve essere disposto a rischiare di più, seppure in modo ragionato, e soprattutto deve far aderire quanto più possibile la pratica alla (giusta) teoria, esercizio quanto mai difficile ma al tempo stesso decisamente essenziale.

Si ringrazia per la consulenza tecnica Francesco "tigher89" Mannini, coach di PokerMagia.

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