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Poker e tasse: quando conviene e quando no... la residenza a Malta. Il sistema italiano

Abbiamo visto, nella prima parte di questa mini guida, che  la residenza a Malta può presentare degli indubbi vantaggi per i grinder europei, in particolar modo per coloro che sono nati in paesi come Germania (anche se i tedeschi preferiscono Vienna per motivi logistici e linguistici), Olanda e Scandinavia, dove le normative legali e fiscali sono a dir poco oppressive per i giocatori di poker.

Per i nostri players però c’è da fare una distinzione, visto che i presupposti di partenza sono diversi (vi è un mercato regolamentato che favorisce il gioco in Italia ed anche la normativa fiscale si è adeguata per il gioco online, discorso diverso nel live).

Grinding PokerStars.com e Full Tilt

Se l’obiettivo è quello esclusivo di grindare su rooms dot com (vedi PokerStars e Full Tilt), naturalmente il trasferimento sull’isola è consigliato e necessario, anche se è giusto ponderare bene, essendo una scelta professionale e di vita delicata. In tutti i casi, la residenza deve essere effettiva (vi spiegheremo in seguito il concetto di residenza fiscale per la legge italiana ed i criteri previsti dalla normativa maltese). Il consiglio è di rispettare alla lettera le condizioni, onde evitare probabili problemi futuri.

Detto questo, oltre a Malta, ci sono paesi che hanno piattaforme ancor più favorevoli: ad esempio in Gran Bretagna non sussistono obblighi dichiarativi per i grinder online, anche se è necessario valutare alcuni aspetti, come l’incidenza sul proprio ROI del costo della vita molto più elevato rispetto all'isoletta del Mediterraneo. Però da Londra o da qualsiasi città inglese, è possibile aprire un conto su una rooms britannica e poi sfidare i field del dot com.

Mustapha Kanit, ad esempio, è stato uno dei primi (insieme a Marco Bognanni) a trasferirsi sull’isola di Malta, ma nel 2014 ha deciso di prendere residenza nella capitale del Regno Unito ed ha raggiunto altri professionisti come Giuliano Bendinelli, Walter Treccarichi etc.

Ci sono però diverse eccezioni: Raffaele Sorrentino, ad esempio, dopo l’esperienza inglese, è tornato nella soleggiata isola del Mediterraneo che – almeno per 6 mesi l’anno - presenta un clima unico in Europa. Rocco Palumbo e Carlo Savinelli hanno preferito la Slovenia (Nova Gorica).

Le scelte sono soggettive e la convenienza va valutata caso per caso: dipende sempre dalle esigenze del giocatore, dal bankroll e da tante altre variabili legate alla liquidità e alla tipologia di gioco.

Grinding su piattaforme italiane

Per i grinder che si guadagnano il pane sulle nostre rooms (ovvero che sono vincenti sorpattutto sulle piattaforme italiane) e che ogni tanto puntano a qualche torneo sul dot com o live all’estero, essere residenti maltesi potrebbe non essere un vantaggio. Perché?

Per il semplice fatto che il sistema fiscale dell’Isola si basa sul principio del “World-wide income taxation” : tutti i residenti devono dichiarare redditi maturati in ogni parte del mondo (ad eccezione dai redditi derivanti da partecipazioni o royalties).

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Pertanto, se un giocatore italiano è residente a Malta e gioca sul dot it, dovrà dichiarare anche quelle vincite (e pagare fino al 35% di tasse sul reddito), pur avendo la facoltà di poter detrarre le perdite e le spese accessorie. E questo aspetto non è secondario.

Non dichiarare nulla al fisco maltese e continuare a movimentare denaro sui conti italiani potrebbe, alla lunga, creare problemi sulla residenza  estera, visto che sarebbe facilmente dimostrabile dalle autorità fiscali un centro di interessi italiano dell'individuo (su questo punto c'è una circolare dell'Agenzia delle Entrate) a prescindere dal suo effettivo domicilio.

E in Italia cosa succede?

Come ben sappiamo, discorso diverso se si mantiene residenza in Italia: secondo l’interpretazione maggioritaria, in questo caso le vincite sul dot it non vanno dichiarate. Anche l’Agenzia delle Entrate – nell’ambito dell’operazione All in – non ha mai contestato vincite maturate sulle nostre piattaforme online (visto che le tasse vengono pagate alla fonte dalle rooms che agiscono come sostituto d’imposta) e questo dà ancora più forza all’ interpretazione corrente degli esperti in materia.

Pertanto, se il reddito di un giocatore matura in gran parte dalle rooms italiane autorizzate, diventa poco conveniente cambiare residenza all’estero. Meglio prima fare due conti e continuare a grindare solo in Italia, visto il contesto fiscale - può suonare strano ma è così - favorevole, per questa tipologia di giocatore. Ci sono da fare valutazioni molto delicate anche per regular live. Considerazioni che faremo nella prossima puntata.

Fine seconda parte – continua

Malta è una piattaforma fiscale favorevole per i grinder italiani? - Prima parte

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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