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Reportage: la doppia tassazione colpisce i giocatori spagnoli, ecco quanto pagano

Sta diventando sempre più difficile fare il giocatore professionista di poker in Europa? Sembrerebbe di si. Con la recente chiusura di Svizzera, Repubblica Ceca e Slovenia sul dot com, rimangono pochi sbocchi (Malta, UK, Austria, Belgio) ma bisogna ponderare bene tale scelta anche da un punto di vista fiscale e scegliere il paese giusto.

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Se bene o male in Gran Bretagna, le entrate dai tavoli virtuali vengono considerate come semplici vincite di puro “gambling”, pertanto non tassabili (stesso discorso dell' Italia), in Spagna non si può dire la stessa cosa.

Il Governo spagnolo si è sbilanciato sui tempi di attuazione della liquidità internazionale (“entro metà del 2017 sarà formalizzato un accordo”) e, in questa ottica, alcuni grinder potrebbero essere spinti a fare una scelta di vita in terra iberica. Ma è giusto fare attenzione.

In Spagna, i players, oltre a subire un alto prelievo alla fonte pari al 25% del rake lordo (nel nostro paese è il 20%), devono – se vincenti – poi fare i conti con l’Erario di Madrid. Ed il conto è salato.

I giocatori che, in un anno, accumulano vincite superiori a €1.000 sono tenuti a dichiarare le vincite all'agenzia fiscale. La nota positiva è che possono portare in detrazione sia le perdite che le spese sostenute.

Inoltre, tutto è stato messo nero su bianco ed inserito nel codice che regolamenta gli aspetti fiscali del paese.

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Di fatto, i players pagheranno le tasse solo sui margini. Ma la doppia tassazione rimane una tagliola che rende il gioco difficilmente sostenibile nel lungo periodo.

Ecco perché diverse centinaia di grinder vivono tra Londra e Malta. Nel 2013, fu certificato che almeno 300 players (con una spesa rilevante) giocassero regolarmente sul .com. E l’action sul .es è molto debole.

Ma quanto pagano di tasse gli spagnoli? Si parte da un’aliquota del 24% per salire in base allo scaglione di reddito dichiarato.

Come in Italia, c’è inoltre una tassa sui giochi di pura fortuna. La lotteria è il gioco nazionale e sulle vincite i fortunati gamblers pagano il 20% sulle somme eccedenti i 2.500€.

Editor in chief
Iscritto all'ordine dei giornalisti da più di 25 anni, vivo a Malta dal 2012, laureato in giurisprudenza, specializzato nello studio dei sistemi regolatori e normativi del settore dei giochi nel Mondo e nella comunicazione responsabile nel mercato legale italiano alla luce del Decreto Balduzzi e del Decreto Dignità (convertiti in legge). Forte passione per lo sport e la geopolitica. Fin da bambino, sfogliando il mitico Guerin Sportivo, sognavo di fare il giornalista sportivo, sogno che ho realizzato prima di passare al settore del gaming online. Negli anni universitari, ho iniziato anche il lungo percorso da cronista in vari quotidiani e televisioni. Dai primi anni 2000 ho lavorato anche nel settore delle scommesse e nel 2010 sono entrato nella grande famiglia di Assopoker per assecondare la mia passione per il poker texas hold'em.
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