Nelle ultime settimane il fisco francese ha moltiplicato le verifiche nei riguardi di un centinaio di giocatori professionisti di poker. Per gli ispettori, i players sono liberi professionisti a tutti gli effetti e pertanto devono dichiarare il proprio reddito.
Un punto di vista opinabile, considerando che i pro transalpini già sono tartassati online - da aliquote a dir poco folli – che vengono applicate dagli operatori (che agiscono - sotto un certo punto di vista - come sostituti d’imposta).
Si parla in queste ore di liquidità condivisa prossima tra Italia e Francia ma il rischio è che i pro d'oltralpe saranno già scappati all'estero.
Il parigino Philippe Ktorza, che in carriera ha vinto oltre 1,1 milioni ed è 23esimo nella All Time Money List francese conferma: "ho ricevuto due settimane fa una notifica che mi informava che era in corso un controllo fiscale nei miei confronti".
Sono stati scandagliati dagli ispettori i suoi conti bancari: "l'autorità di regolamentazione, l'ARJEL, dispone nel dettaglio del nostro storico, con le vincite, gli importi impegnati, ed il tempo profuso sulle rooms francesi".
Per la temibilissima agenzia fiscale di Bercy, se il tempo impiegato nel poker è rilevante, non può essere considerato come un semplice hobby, ma come un business, ed in base ai dati dell'ARJEL sono scattati gli accertamenti, per una situazione al limite del paradosso.
Ktorza si è difeso sostenendo che fino ad ora il poker era considerato ufficialmente solo come un gioco d'azzardo e gli utili non dovevano essere soggetti ad alcuna imposta. Inoltre, il runner up del WPT Championship di Aprile, ha dichiarato alle autorità un'altra attività professionale, ma dalle prime verifiche sembra che non abbia generato alcun reddito extra poker.
A Ktorza verrà contestata una pesante sanzione amministrativa per il "lavoro sommerso"."Hanno cambiato - si sfoga il player - le regole in corsa e non è giusto". Un operatore di poker ha rivelato: "stanno esaminando gli importi che partono da 40.000€ fino ad un milione". Con ogni probabilità si tratta di volumi di gioco (e non di profit).
Sta presentando ricorso contro l'agenzia delle entrate anche il pro Jerome Zerbib. Gli ispettori navigando su internet sono riusciti ad individuare i 100 migliori giocatori pro ed hanno fatto scattare subito le verifiche. Ad esempio, su un sito transalpino, risulta che Bertrand 'Elky' Grospellier ha guadagnato quest'anno ben 1,5 milioni di euro. Difficilmente però verrà verificata la sua posizione perché ha residenza - da parecchi anni - a Londra.
Tra i top 10 giocatori francesi, ben 5 vivono all'estero. Anche Gaelle Baumann (la November Nine mancata) ha preso dimora a Malta. La tassazione sul cash game online è già folle di per sé (2% sul pot che equivale a più del 40% del rake lordo), se i professionisti saranno chiamati anche a pagare sul reddito (le vincite nette), l’unica via di uscita per loro sarà salutare Parigi e dintorni. Philippe Ktorza commenta laconico: "ho moglie e due figli ma mi domando ogni giorno perché continuo a vivere in Francia".
E’ l’ennesima mazzata alla sostenibilità del mercato: la reazione però dei giocatori francesi è abbastanza repentina. I poker pro transalpini, in queste settimane, stanno cercando di recuperare tutte le ricevute e la documentazione sulle spese sostenute nei vari casinò e operatori online. In modo tale da poter dedurre i costi effettivi sostenuti dal reddito lordo, come avviene in Spagna.
Si sta costituendo una federazione di giocatori, affiancati da alcuni operatori importanti e storici come PMU e FDJ. Inoltre, le imprese del settore dell'online hanno deciso di delegare tutto ad un avvocato fiscalista per rispondere all'agenzia delle entrate in modo adeguato, a difesa dei players.
Gli agenti fiscali, dal canto loro, hanno già annunciato che il prossimo obiettivo saranno gli scommettitori professionisti.