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Nel 2017 gli italiani hanno vinto €82 miliardi. Cash game -45%, boom per scommesse, tornei poker (+30%), exchange e casinò

L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli ha reso noto tutti i numeri dell’anno 2017 con la pubblicazione del Libro blu. La spesa relativa ai players è scesa a 18,9 miliardi di euro rispetto ai 19,1 miliardi del 2016, con un calo dell’1%. Stabile il gettito fiscale: si è passati da 10,4 miliardi a 10,3 miliardi dell’anno scorso.

Le vincite per gli italiani sono state pari a 82,9 miliardi: si è registrato in questo senso un forte incremento rispetto al 2016 (77 miliardi) e il 2015 (71,2 miliardi).

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Nel 2016, secondo le stime di Agimeg, la crescita della spesa era stata dell’11,7% (rispetto al 2015) mentre, come detto, nel 2017 la spesa ha frenato (-1%). Crollo glia apparecchi comma 7 (-40,7%), il poker cash game (-45,7%), il Lotto (-21%), ed i giochi numerici a totalizzatore (-15,2%). Non se la passano bene neanche le scommesse ippiche (-11,1%).

Cash game: idea folle non volerne il rilancio

Una piccola parentesi merita il cash game, dove abbiamo assistito ad un’azione di sabotaggio che va contro gli interessi dell’erario e dei giocatori. C’era la possibilità di fare in modo che gli italiani non emigrassero sulle piattaforme estere ma è stato deciso il contrario per ragioni lobbistiche.

Come avevamo previsto in una nostra analisi del novembre 2017, il crollo era tangibile e preventivabile. E’ stata un’ idea politica e di lobby folle voler stracciare l’accordo di Roma firmato con Francia, Spagna e Portogallo.

Un gioco in perenne crisi poteva essere risollevato (basta guardare i recenti risultati ottenuti proprio negli altri paesi) ed invece il Governo Gentiloni ha voluto dare la precedenza ad interessi di parte, costringendo i giocatori italiani a fare altre scelte. Ed ora nessuno può godere di questa scelta, ribadiamo, fuori da ogni logica, visto che l’action nel 2018 è in calo su tutte le piattaforme ed il mercato sempre più ristretto.

Del mancato gettito per svariati milioni chi ne risponderà visto che lo spreco era assolutamente evitabile?

Comprendere gli errori e sperare nella Liquidità condivisa

Purtroppo anche nel 2018 i numeri mostrano  un calo della spesa nel cash game ed una fase di assestamento per i poker tournaments (leggi qui i dati aggiornati). Si può fare una seria analisi degli errori e ripensare a riprendere in mano l’accordo sulla liquidità condivisa per rilanciare il poker online.

Il lancio di alcuni network come iPoker nei 4 mercati (Portogallo compreso) potrebbe rappresentare  un’ottima soluzione anche per quelle rooms che al momento non dispongono di un field internazionale. Lo stesso si può dire per altri network come Party o Winamax.

Le autorità italiane dovrebbero ponderare bene la soluzione di riprendere l’idea della condivisa, per tutelare il gettito e soprattutto i players italiani che, in questo momento, pur di trovare action sono disposti anche a giocare sulle rooms cinesi.

Il trend sui giochi

Questi i giochi in crisi:

  • cash game -45,7%
  • apparecchi comma 7 -40,7%
  • lotto -21%
  • giochi a totalizzatore -15,2%
  • scommesse ippiche e altri giochi -11,1%

Tra i giochi invece che nel 2017 hanno mostrato una forte crescita della spesa troviamo:

  • poker torneo (compreso Sit Lottery) +29,7%
  • scommesse sportive +43,3%
  • casinò games +46,6%
  • scommesse virtuali +22,5%

In aumento moderato o stabili:

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  • bingo +2,4%
  • apparecchi da intrattenimento +0,9%
  • Vlt +2,9%
  • lotterie +0,9%

Chi contribuisce di più all’Erario

I giochi che hanno garantito maggiori entrate per l’erario sono gli apparecchi da intrattenimento con 4,7 miliardi (+2,1% rispetto al 2016), Vlt con 1,4 miliardi (+8%).

Tra i giochi online i maggiori contributi al fisco arrivano dai casinò games con 114 milioni (+48%). In aumento anche il gettito dello scommesse sportive con 269 milioni (+42%).

Gettito importante garantito anche dal lotto con oltre 2,5 miliardi (comprese le lotterie istantanee e in differita).

Quanto hanno perso gli italiani nel 2017

Gli italiani hanno speso complessivamente 18,9 miliardi, in linea con i dati del 2016 (19,1 miliardi), di più rispetto al 2015 (17 miliardi). Slot, Vlt e Lotto continuano ad essere le maggiori fonti delle perdite dei cittadini.

Riguardo la spesa, gli italiani hanno perso 7,85 miliardi di euro negli apparecchi da intrattenimento e 2,8 miliardi nelle VLT. Lotto presenta una spesa di 2,4 miliardi (nel 2016 è stata di 3 miliardi)

Tenetevi forte: il Decreto dignità va a colpire quasi esclusivamente l’online ed ha un effetto sulla libertà di concorrenza nel mercato. Colpisce anche giochi che hanno una spesa ed un impatto minimo.

  • Betting exchange 6 milioni
  • Poker cash game 70 milioni
  • Poker tournament 83 milioni

Va trovata invece una soluzione per le pubblicità di scommesse e casinò online, con una maggiore moderazione soprattutto in televisione. Questa la spesa per quanto riguarda questi due giochi.

  • Casinò online 569 milioni
  • Scommesse sportive 1,3 miliardi

Il grande bluff

Ma per scommesse e casinò la spesa non è comunque paragonabile a quanto perdono gli italiani nelle slot e Vlt (più di 10,6 miliardi di euro l’anno).

Questa è la lotta alla ludopatia dell’attuale Governo? Colpire giochi che hanno una spesa di pochi milioni rispetto ai miliardi persi in slot, vlt e lotto? Forse questi giochi sono ritenuti strategici sempre per l’Erario come è sempre stato e sempre sarà?

Di fatto a parole si contrasta la ludopatia, nei fatti si vanno a colpire solo giochi con un bassissimo impatto. Un bel bluff, visto che il gioco terrestre rimane senza controllo almeno fino al 2020. Si arriverà mai ad una regolamentazione nazionale? Realmente verrà introdotta la tessera del giocatore? Ne dubitiamo.

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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