Una raffica di professionisti sono finiti sotto la lente di ingrandimento dell'agenzia di Parigi. Un'ondata di nuove verifiche fiscali supplementari sono state effettuate nei confronti diversi noti regular.
Nel frattempo, la Corte D'Appello Amministrativa di Parigi si è pronunciata su un caso che vedeva coinvolto un giocatore legato in passato da uno sponsor. In questo caso, la corte ha dato ragione all'agenzia fiscale parigina.
Il caso più recente riguarda Mounsier B, un ex regular dell'Avion Club de France: frequentava la poker room della capitale con cadenza regolare, circa 150 giorni in media all'anno per sua stessa ammissione. Dal 2007 al 2011 aveva rimediato discrete vincite.
Dal 2010 ha inoltre firmato un accordo con lo sponsor Barriere Poker: il contratto è durato due anni. In questo periodo il giocatore riceveva rimborso per i buy-ins pagati per i tornei ed un extra per le spese, dichiarati in seguito come profitti non commerciali.
A seguito però di una prima analisi contabile, Mounsier B. è stato oggetto di un'indagine supplementare da parte del fisco francese, con tanto di sanzioni a lui contestate per le sue vincite maturate ai tavoli negli anni fiscali 2009 e 2010.
Il regular ha impugnato la decisione presso il Tribunale Amministrativo di Parigi ma con scarso successo nel 2015. Ha così presentato ricorso alla Corte d'Appello Amministrativa sempre della capitale francese.
Ha invocato la giurisprudenza amministrativa che considera le vincite derivanti dal gioco d'azzardo non imponibili ed ha reclamato il divieto di doppia imposizione. Inoltre ha dichiarato di aver pagato una parte delle sue vincite ad alcuni finanziatori (altri 3 giocatori professionisti), riguardo ad un precedente accordo di staking.
La Corte di Appello però gli ha dato torto. Per i giudici amministrativi parigini, le vincite derivanti dal poker sono imponibili, seppur non devono essere classificate come profitti commerciali.
"Il gioco del poker riguarda una distribuzione casuale di carte, ma un giocatore può raggiungere, grazie all'esperienza e alla sua competenza, una capacità di ridurre in modo significativo la casualità del risultato. Le sue abilità possono - in modo sensibile - aumentare le probabilità di ricevere guadagni significativi e costanti, di conseguenza, quando una persona è impegnata in una pratica regolare di questo gioco, con l'intenzione di fare profitti, tali utili devono essere considerati come il risultato di una propria attività professionale" e quindi devono essere tassati.
La Corte d'Appello conclude che, in forza dell'articolo 92 del codice fiscale, tale profitto è imponibile all'imposta sul reddito da plusvalenze. Per i giudici è una forma di profitto derivante comunque da un'attività professionale.
Il tribunale non ha riconosciuto la doppia imposizione (nonostante il giocatore sia sottoposto a tassazione alla fonte) ed inoltre non ha applicato la precedente giurisprudenza amministrativa in materia di vincite di gioco d'azzardo. Le precedenti sentenze e la prassi non hanno mai trattato il poker all'interno della categoria del gambling. Quindi il poker può essere esaminato a parte (secondo quanto motivato nella sentenza).
Pertanto, per i giudici amministrativi francesi, il poker - se esercitato da professionisti - è uno skill games al 100% ed i regular possono incrementare le loro chanes e probabilità di vincita. Proprio per questa ragione le loro attività devono essere tassate.
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