Crown Casino e Resort, la più importante catena di hotel e casinò dell’Australia, è stata fondata nel 2007 da James Packer figlio del “Berlusconi australiano” , Kerry Packer, considerato da tutti il più potente imprenditore televisivo del continente oceanico.
Kerry Packer era anche un grandissimo gambler e dopo aver rimediato perdite e vincite record nei casinò di Las Vegas e Londra, decise di passare dall’altra parte del banco e iniziò a investire nelle sale da gioco.
Il figlio James ha accettato l'anno scorso una offerta da 8,9 miliardi di dollari australiani (6,3 milioni di dollari statunitensi) dal fondo Blackstone che oggi affronta una delle crisi più nere di Crown Casino, una vera lotta per la sopravvivenza dopo lo scandalo dei giocatori asiatici high roller (in particolare di baccarat) che venivano ospitati nelle sue strutture, grazie all’intermediazione dei famosi e tanto discussi Junket di Macao.
Il Governo australiano negli ultimi due anni ha aperto varie inchieste e procedimenti penali che stanno mettendo a dura prova la tenuta finanziaria delle sale da gioco.
Crown Casino ha subito la sanzione più alta della storia dei giochi
Crown Resort ha subito la multa più alta di sempre della storia del mondo dei giochi: la bellezza di 450 milioni di dollari australiani, circa 299 milioni di dollari USA. A seguito del ricorso il board sta attendendo la sentenza definitiva. E' la terza sanzione più alta mai subita da una società australiana se consideriamo tutti i settori dell'economia.
La multa è stata giustificata con i mancati controlli previsti dalla normativa dell’antiriciclaggio. Da quello che si evince da queste sanzioni è molto probabile che quei giocatori cinesi high roller non siano mai stati sottoposti a controlli, così come i fondi con cui giocavano ai tavoli, messi a disposizione dagli Junkets.
Sono state riscontrate 546 violazioni di legge per l’antiriciclaggio (AML) nei casinò di Perth e Melbourne, quest’ultimo molto famoso per i pokeristi perché è sempre stato la location che ha ospitato il mitico e storico torneo di poker dell’ Aussie Millions.
L’ente Australian Transaction Reports and Analysis Centre (AUSTRAC) e Crown Resorts hanno già concordato su come dovrà essere pagata la sanzione, in attesa della decisione finale del giudice Michael Lee.
Giocatori high roller stranieri mai registrati
La contestazione più importante che viene mossa a Crown Resort è che quei ricchi giocatori d’azzardo non erano stati mai controllati prima di poter entrare in action nelle stanze private dove avvenivano i giochi high roller. Il giudice Lee ha dichiarato che non è affatto semplice determinare la reale portata delle violazioni AML (antiriciclaggio) a causa della mancanza di un adeguato monitoraggio e registrazione.
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Se la multa dovesse approvata dal magistrato, Crown Resorts e AUSTRAC hanno proposto un pagamento immediato di AU$125 milioni (US$83 milioni), seguito da altri AU$125 milioni (US$83 milioni) entro un anno, e gli ultimi AU$200 milioni (US$133 milioni) ) con scadenza tra due anni. A pesare è stata la mediazione della proprietà Blackstone ed molto probabile che James Packer sia stato consigliato a cedere la sua società per via di queste inchieste.
Questa sanzione è forse la chiosa finale dopo tre anni di indagini e altre sanzioni per operazioni sospette da parte della catena di casinò.
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Tre anni di sanzioni e indagini, per un totale di 680 milioni di dollari australiani
Dal 2020 ad oggi, Crown Resorts ha dovuto pagare sanzioni per un totale di 680 milioni di dollari australiani a seguito delle gravi accuse di aver fatto giocare membri della criminalità organizzata (con annessi fondi di dubbia provenienza) oltre a problemi di sicurezza per i dipendenti riscontrati durante le ispezioni. La catena australiana è finita nel mirino delle autorità ed ha sospeso qualsiasi operazione con grossi tour operator stranieri e soprattutto con gli junkets che portavano fisicamente nei casinò i gamblers high roller.
Proprio come a Macao, anche Crown Resort ha deciso di chiudere i battenti ai discussi intermediari del gioco in Asia e in Cina.
Per non farsi mancare nulla, nel novembre 2022, Crown è stata multata per 120 milioni di dollari australiani dalla Commissione di Controllo dei casinò dello Stato di Victoria per violazioni sul gioco responsabile.
Ciliegina sulla torta, un mese fa la stessa commissione ha multato la società di altri 13 milioni per evasione fiscale, dopo aver scoperto che Crown stava rivendicando in modo illegittimo detrazioni fiscali, facendo passare promozioni di marketing come vincite pagate ai clienti (quindi come spese pure), alzando il payout in modo falso, con una logica contrazione dei profitti.
Oramai l’opinione pubblica australiana ha messo nel mirino il brand e la società che sta lottando per uscire dall’occhio del ciclone ma non sarà così facile. La nuova proprietà dovrà garantire una gestione più trasparente e rigorosa per evitare gli errori del passato che hanno messo a repentaglio la tenuta della società.