Fino a oggi, la questione spinosa dei percettori del reddito di cittadinanza che giocavano e venivano multati e condannati, aveva spaccato la giurisprudenza di primo grado, con vari tribunali che si erano contraddetti tra di loro, sia con sentenze favorevoli ai giocatori che di condanna.
In questo Articolo:
Reddito di cittadinanza e gambling: il contesto normativo
Ricordiamo che sia la legge sul reddito di cittadinanza che i regolamenti INPS, impedivano a prescindere di utilizzare i fondi del sussidio di stato per giocare online o nelle sale slot e agenzie scommesse.
Le norme più importanti della legge sul reddito di cittadianza del 2019 (che prevede oltretutto all'articolo 2 comma 1 proprio il divieto di utilizzare le somme per i giochi online, in elenco insieme a tutta un'altra serie di servizi vietati).
"il divieto di utilizzare il beneficio economico per giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità, essendo lo stesso erogato per fabbisogni familiari e non per giocare".
"Inoltre entro 15 giorni dalla vincita di valore superiore alla soglia prevista per il patrimonio mobiliare deve essere comunicata con modello RDC COM. La mancata comunicazione comporta la perdita del reddito e la restituzione di tutte le somme percepite"
L’INPS prevedeva l’immediata revoca del reddito più la restituzione dei pagamenti effettuati fino a quel momento.
Da parte invece della Guardia di Finanza partiva la segnalazione all’autorità giudiziaria con la contestazione di vari reati, il più grave era quello di “truffa ai danni dello stato”.
Figuriamoci se addirittura venivano rilevate, nel corso delle indagini, delle fortunate vincite.
In quel caso infatti il giocatore o la giocatrice doveva immediatamente comunicarlo all’INPS (di fatto vi era una variazione del reddito con la contestuale perdita dello status e del beneficio) con una nuova dichiarazione unica sostitutiva.
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La posizione della Corte di Cassazione
La giurisprudenza però si è divisa, per alcuni tribunali le vincite dal gioco non dovevano essere dichiarate come reddito ma come un fatto eccezionale del tutto fortunato. C’era però da valutare anche l’aspetto patrimoniale (le vincite erano state incassate).
In altri casi, i giudici avevano riscontrato che le perdite superavano le vincite, pertanto non si trattava di variazioni positive del reddito.
La pietra definitiva sulla questione sembra averla messa la Corte di Cassazione per quanto riguarda una gambler fiorentina, per una sentenza del 2025 resa nota pochi giorni fa (per le motivazioni dovremmo aspettare) di condanna.
La vicenda della gambler fiorentina e le vincite alle slot
Ecco i fatti: dal 2019 al 2022 una donna fiorentina di 51 anni ha percepito il reddito di cittadinanza. Giocava alle slot online e la fortunata era riuscita a vincere diversi piccoli jackpot su 3 casinò online concessionari che le avevano fruttato complessivi 76mila euro.
Ne approfittiamo per aprire una piccola ma doverosa parentesi: se volete giocare sulle piattaforme online, fatelo sempre in modo responsabile e solo i soldi che potete permettervi per un hobby. Siate responsabili.
Una volta scoperta, l’INPS ha richiesto le somme versate sul conto della donna dal 2019 al 2022 perché non aveva mai dichiarato alcuna variazione patrimoniale. Oltre al procedimento amministrativo con la revoca del reddito di cittadinanza, il nome della donna è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Firenze che ha aperto un fascicolo e ha avviato l’iter penale.
Dal 2018 al 2019, su tre account differenti, la donna aveva vinto 76mila euro però non li aveva mai comunicati all’INPS nella Dichiarazione sostitutiva unica, il Dsu che attesta l’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) necessario per la richiesta del reddito.

Le sentenze di condanna in Primo e Secondo grado
Nel 2019, la legge sul reddito di cittadinanza, all’articolo 7 prevedeva che l’omessa comunicazione del reddito o del patrimonio rappresentava una condotta punibile con la reclusione prevista da 1 fino a 3 anni.
La donna è stata quindi denunciata, rinviata a giudizio e condannata dal Tribunale di Firenze in primo grado. Condanna confermata in Corte d’Appello per le vincite non dichiarate a 1 anno e 4 mesi di reclusione.
Ricorso in Cassazione "inamissibile"
La giocatrice 51enne ha fatto ricorso in Cassazione ma i supremi giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso, condannandola anche al pagamento delle spese legali e a 3mila euro di ammenda, oltre alla condanna definitiva.
Nelle memorie difensive dei suoi legali, la giocatrice aveva dichiarato di non essere a conoscenza della legge del 2019 e dell’obbligo conseguente di dichiarare le vincite all’INPS.
La Cassazione però non ha dato spazio di manovra alla donna, non ha pesato la sua presunta buona fede:
«Nel caso di specie, la motivazione della sentenza impugnata è senz'altro da ritenersi adeguata, e il ricorso deve essere dichiarato inammissibile».
La sentenza è utile per chiarire bene l’orientamento della giurisprudenza di legittimità visto che in primo grado abbiamo registrato sentenze in contraddizione tra di loro.
"Le vincite devono sempre essere dichiarate all'INPS"
Le vincite al gioco, come ricordato dalla Cassazione, devono essere sempre comunicate all'Inps con una nuova Dsu (Dichiarazione sostitutiva unica) ai fini di ottenere un nuovo Isee, nello spazio riservato ai «redditi diversi».
La Cassazione fa anche una distinzione tra le vincite online che sono tutte tracciate e le piccole vincite in agenzia o nelle sale che “sono difficilmente controllabili” perché in forma anonima e sono pagate in contanti. In quel caso è facile aggirare l’obbligo comunicativo.
Invece nell’online tutto è tracciato e registrato quindi l’obbligo di compilare una nuova dichiarazione è necessario per evitare guai soprattutto sotto il profilo penale.

La dichiarazione delle vincite non riguarda solo il reddito di cittadinanza
La DSU (Dichiarazione Sostitutiva Unica) e l’ISEE (Indicatore della situazione economica equivalente) non sono strettamente collegati solo al reddito di cittadinanza (che è un tema che riguarda soprattutto vicende passate) ma concerne un ambito molto più ampio e che riguarda tutte quelle famiglie che ricevono sussidi di stato, agevolazioni (come può essere anche per i ticket della mensa universitaria). Quindi è necessario porre molta attenzione soprattutto quando si registrano vincite molto alte che entro 15 giorni devono essere dichiarate all'INPS, a costo anche di perdere i benefici acquisiti ma onde evitare denunce penali e richieste di arretrati da parte dell'Ente previdenziale.