C’èuna grande confusione, da un punto di vista informativo e mediatico, in merito al reddito di cittadinanza e alle varie inchieste che hanno portato alla revoca di molti sussidi dei quali beneficiavano scommettitori, giocatori di poker online e casinò. Cerchiamo di fare chiarezza.
In questo Articolo:
- 1 Il reddito di cittadinanza ed il divieto di scommessa
- 2 Reddito di cittadinanza: gli obblighi dichiarativi delle vincite
- 3 Reddito di cittadinanza: la Dichiarazione Sostitutiva Unica e l’ ISEE
- 4 Per la legge devono essere dichiarate le vincite lorde
- 5 Cosa prevede la legge: il DPR n. 917/86
- 6 Gli effetti
- 7 Vincite lorde da indicare come redditi diversi
- 8 Se le vincite lorde non sono state indicate nel DSU, come fare?
- 9 Le divergenze interpretative per la dichiarazione per l’aggiornamento dell’ ISEE
- 10 Il caos mediatico
Il reddito di cittadinanza ed il divieto di scommessa
Prima di tutto è meglio ribadire che, secondo l’INPS (e la legge) – durante il periodo nel quale il soggetto beneficia del reddito di cittadinanza, è – di fatto – vietato scommettere o giocare online, a pena di decadenza del reddito stesso.
La legge – secondo l’INPS – prevede “il divieto di utilizzare il beneficio economico per giochi che prevedono vincite in denaro o altre utilità, essendo lo stesso erogato per fabbisogni familiari e nn per giocare“.
Reddito di cittadinanza: gli obblighi dichiarativi delle vincite
“Inoltre entro 15 giorni dalla vincita di valore superiore alla soglia prevista per il patrimonio mobiliare deve essere comunicata con modello RDC COM. La mancata comunicazione comporta la perdita del reddito e la restituzione di tutte le somme percepite“.
E’ inoltre prevista una distinzione per le vincite dei giochi online, a seconda che siano maturate su piattaforme di siti concessionari (sostituti d’imposta) o illegali dot com. Potete leggere qui questa nota:
Reddito di cittadinanza: la Dichiarazione Sostitutiva Unica e l’ ISEE
Uno dei passaggi più delicati riguarda la Dichiarazione Sostitutiva Unica ( DSU) che è un documento che contiene dati auto-dichiarati dall’utente e dati precompilati forniti da Agenzia delle Entrate e INPS. Attraverso la DSU precompilata è possibile richiedere l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente ( ISEE).
Ringraziamo anche alcuni nostri lettori che, con le loro esperienze personali, ci hanno aiutato a ricostruire i fatti e condividere informazioni anche con gli organi competenti come l’INPS. Grazie alla loro collaborazione siamo venuti a conoscenza di alcune criticità inedite.
In base all’entità e l’esito dell’ISEE le autorità competenti decidono se il soggetto dichiarante può beneficiare del reddito di cittadinanza o di altre prestazioni (in modo gratuito) come ad esempio avviene per gli universitari (per la mensa o altri servizi).
Questo primo punto è importante perché nella dichiarazione DSU il soggetto deve indicare anche le vincite (lorde, così stabilisce la legge) derivante dal gioco online (scommesse, poker e casinò).
Se ad esempio la DSU è stata presentata nel 2020, fanno fede le vincite lorde dell’anno 2019.
Per la legge devono essere dichiarate le vincite lorde
Naturalmente, si tratta di un grave errore da parte del legislatore considerare le vincite lorde e non nette, perché le vincite lorde non possono dare una fedele e reale fotografia dello stato patrimoniale dell’utente. Si possono vincere anche 50mila euro in un arco di tempo ma averne scommessi (e persi) 70mila (e quindi essere in rosso di 20mila).
Non si tiene conto dell’effetto riciclo delle vincite (il giocatore scommette, vince 100 e le rigioca per es.).
Cosa prevede la legge: il DPR n. 917/86
Le autorità competenti stanno applicando la legge, l’articolo 69 del DPR n. 917/86 (TUIR) che impone l’obbligo dichiarativo per le vincite lorde (quindi senza detrarre le perdite). Si tratta però di un vecchio testo del 1986, quando in Italia erano autorizzati solo lotterie e Totocalcio. La ratio dell’articolo era quello di impedire la figura del giocatore professionista. Ma in 35 anni le cose cambiano.
L’articolo numero 67, sempre del testo unico (TUIR), stabilisce invece che sono redditi diversi “le vincite delle lotterie, dei concorsi a premio, dei giochi e delle scommesse organizzati per il pubblico e i premi derivanti da prove di abilità o dalla sorte nonché quelli attribuiti in riconoscimento di particolari meriti artistici, scientifici o sociali”.
L’articolo 69, come anticipato, stabilisce:
1. Fatte salve le disposizioni di cui al comma 1-bis, i premi e le vincite di cui alla lettera d) del comma l dell’articolo 67 costituiscono reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo di imposta, senza alcuna deduzione.
1-bis. Le vincite corrisposte da case da gioco autorizzate nello Stato o negli altri Stati membri dell’Unione europea o in uno Stato aderente all’Accordo sullo Spazio economico europeo non concorrono a formare il reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo di imposta.
L’articolo 1-bis è stato modificato a seguito della sentenza della Corte di Giustizia Europea Blanco-Fabretti (i due giocatori di poker che hanno vinto il ricorso).
Gli effetti
Gli effetti distorsivi di un’interpretazione simile sono evidenti Un nostro conoscente nel 2019 ha conseguito vincite lorde per 13.000 euro ed effettivamente ha vinto 300 euro netti. Un altro nostro lettore gli sono state contestate vincite al cash game per 50mila euro ma il suo saldo su una nota poker room era di circa 10 euro.
Le vincite lorde, in molti casi, corrispondono ai volumi di gioco e non alle vincite o perdite nette (come avviene nella maggioranza dei casi).
E’ un dato del tutto fuorviante, ma è l’interpretazione letterale della legge che stanno seguendo le autorità in questo momento.
Vincite lorde da indicare come redditi diversi
Le vincite derivanti dai giochi, secondo l’art. 6 del DPR n. 917/86 (TUIR), rientrano nei redditi diversi, ovvero quei redditi che non trovano collocazione in altre categorie reddituali.
Secondo la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “i premi e le vincite costituiscono reddito per l’intero ammontare percepito nel periodo d’imposta (come vi abbiamo anticipato, ndr). Gli importi utilizzati per partecipare al gioco non dovranno essere dedotti dalla vincita. Dovranno essere dichiarati nella DSU l’importo totale lordo della vincita“ (vedi caso presentato su Repubblica, il 16 gennaio 2021).
Dal modello relativo alle istruzioni per la compilazione della DSU 2020, parte 2, paragrafo 6, si legge che i redditi assoggettati ad imposta sostitutiva o a ritenuta a titolo d’imposta (quest’ultimo è il caso dei redditi derivanti da vincite ai giochi) debbano essere indicati nel quadro FC4, sempreché non già inclusi nel quadro FC8.
Pertanto nella dichiarazione le vincite lorde vanno indicate come redditi diversi.
Se le vincite lorde non sono state indicate nel DSU, come fare?
Si sono registrati centinaia di casi di persone che hanno presentato questa dichiarazione d ignoravano – in buona fede – di dover dichiarare le vincite precedenti lorde.
Per coloro che hanno commesso questo errore, c’è la possibilità di presentare un nuova nuova domanda per l’ISEE ordinario con le vincite (lorde) maturate nel periodo precedente, insieme ad una dichiarazione aggiornata e parallela per l’ISEE corrente del 2021. Il consiglio è quello di informarsi al proprio ufficio territoriale dell’INPS.
In questo modo si evita una eventuale denuncia penale per aver dichiarato il falso. Siamo venuti a conoscenza di un caso di un nostro amico lettore che, in buona fede, ignorava di dover dichiarare le vincite lorde (visto che aveva incassato una vincita netta simbolica di qualche decina di euro in un anno di grinding) ed il suo nome è stato segnalato dalla Guardia di Finanza alla Procura della Repubblica competente. Siamo al paradosso.
C’è inoltre da segnalare anche che molti utenti sono stati indotti in errore, perché l’interpretazione maggioritaria e corrente degli ultimi 10 anni è che le vincite (a prescindere se lorde o nette) maturate sulle piattaforme legali .it (autorizzate da ADM con regolare concessione) non devono essere dichiarate ai fini fiscali. Questo però è un ambito differente. Per quanto riguarda la Dichiarazione Sostitutiva Unica ai fini dell’ISEE, le autorità pretendono che vengano dichiarate – nei redditi diversi – anche queste vincite.
E’ necessario però che il legislatore riveda il concetto di vincite da dichiarare nei redditi diversi.
Indicare le vincite lorde – scusate se lo ripetiamo – è fuorviante. Viene scattata una “fotografia” del tutto sbagliata della situazione patrimoniale ed economica del soggetto dichiarante.
Per evitare queste spiacevoli conseguenze per i beneficiari del reddito di cittadinanza è, quindi opportuno, riaggiornare la vecchia dichiarazione. Ma c’è un altro ostacolo da superare.
Le divergenze interpretative per la dichiarazione per l’aggiornamento dell’ ISEE
Un nostro lettore ci ha segnalato un problema tecnico che, con ogni probabilità, varia a seconda dei vari uffici territoriali INPS e dell’interpretazione che viene data dal funzionario competente.
Questa è la problematica che ci ha presentato il nostro affezionato assopokerista che ha smesso di scommettere prima di ricevere il reddito di cittadinanza e che aveva omesso (in buona fede) di indicare le vincite lorde nel primo DSU depositato (relativo al periodo precedente al rdc).
Ci racconta la sua esperienza: “secondo l’agenzia territoriale dell’INPS dovrei inserire le vincite da scommessa (relative al periodo precedente, ndr) anche nell’ISEE corrente. La cosa che mi lascia perplesso è che mi hanno chiesto di inserirli fra i “Redditi da lavoratore dipendente e assimilati” nel quadro S3 dal momento che nel modulo dell’ISEE Corrente non c’è la voce redditi diversi, contrariamente alla DSU dell’ISEE Ordinario che invece al quadro FC4 presenta la voce “Redditi Diversi”.
Insomma, siamo al caos interpretativo e la carenza di informazioni certe e di precedenti (non c’è una giurisprudenza consolidata) genera ancora più una fitta nebbia intorno sul percorso che devono intraprendere i soggetti che necessitano del reddito di cittadinanza.
Le migliaia di contestazioni sollevate in questi mesi da parte delle autorità, senza dubbio contribuiranno presto alla formazione di una giurisprudenza (sarà così più facile – si spera – orientarsi una volta venuti a conoscenza dei vari precedenti).
Il caos mediatico
Chi ci segue, in questi mesi, sa che siamo molto critici verso l’enfasi che la stampa generalista sta riservando alle inchieste sugli scommettitori e giocatori online che hanno beneficiando del reddito di cittadinanza, sbattendo in prima pagina vincite con cifre che, al netto, non corrispondono (nel 95% dei casi) alla realtà.
Siamo concordi che devono essere fatti controlli più rigorosi ed è quello che – per fortuna – sta facendo la Guardia di Finanza.
In una prima fase le autorità hanno concesso questo sussidio senza un reale e credibile filtro (è stato tutto molto improvvisato), e molti casi (di persone che non avevano diritto al rdc) sono venuti a galla ed hanno fatto clamore nell’opinione pubblica. Ma gettare in questo calderone anche ragazzi che hanno vinto poche decine di euro, rischia di far perdere credibilità a tutta l’operazione.
Logico che chi ha fatto il furbo ed ha sbagliato deve pagare con gli interessi.
Le fiamme gialle fanno il loro dovere applicando in modo inflessibile la legge, ma è proprio la normativa di riferimento che mostra delle incongruenze e porta a risultati paradossali. La speranza è che i giudici riescano ad applicare la legge con equità ed equilibrio.