Doyle Brunson è una figura a volte immeritatamente snobbata, forse perché si tratta ormai di un anziano signore che online non potrebbe vincere: la sua figura rimane in ogni caso, e giustamente, iconica nel mondo del poker.
Se diventare giocatori professionisti oggi è una scelta controversa, destinata ad essere incompresa e grossolanamente giudicata da molti, immaginate che cosa dovesse significare farlo nel 1956, quando Brunson aveva 23 anni: "Ho sempre giocato utilizzando solamente i miei soldi, ed osservando continuamente quelli che all'epoca erano giocatori migliori di me - ha raccontato recentemente - gioco ormai da 60 anni, e non ne ho mai avuto uno in cui abbia chiuso in perdita".
Oggi il mondo del poker è completamente cambiato da allora, e nessuno meglio di lui può sottolinearne le differenze: "All'epoca si poteva partecipare ad una partita soltanto se invitati, e questo non succedeva se si godeva di una brutta reputazione. Tutti si conoscevano, e mi manca questo aspetto, anche se grazie alla popolarità che il poker ha avuto in seguito è diventato più profittevole".
Brunson è ovviamente un appassionato dei film di John Wayne: il suo favorito è "Il fiume rosso"
Doyle racconta di essere stato derubato cinque volte, di aver vinto un piatto da oltre 700.000 dollari negli anni Ottanta - il più grande della sua carriera - ed anche di non aver mai abbandonato una partita perché in perdita: "Una volta ho giocato per cinque giorni e cinque notti di fila, aiutato nient'altro che dal caffè, avevo 25 anni. L'unica ragione per alzarsi è un tavolo non più profittevole. Ho sempre pensato che i giocatori migliori siano quelli che prendano buone decisioni anche quando molto stanchi, e questo è sempre stato un mio punto di forza".
Lo statunitense però non vuole dipingersi come perfetto, e quando parla delle proprie debolezze - sebbene non al tavolo da poker - racconta: "Ho avuto almeno una dozzina di business, e nessuno di questi è andato bene. Inoltre uno dei miei punti di debolezza sono le scommesse sportive, betto su qualsiasi cosa passi in televisione, e quindi in questo momento sull'NBA".
Il basket d'altra parte rimane il suo sport preferito, lui che in passato è stato un promettente giocatore, così come in passato lo era il golf, almeno finché le gambe non gli hanno impedito di presentarsi sul green: "A golf ho giocato anche con Michael Jordan, è un bravo ragazzo. In passato ero anche un buon giocatore di bridge, mentre ora sono sempre al Bellagio, gioco circa 300 giorni l'anno". Ed ora che le World Series stanno arrivando non avrà certo intenzione di far torto a questa abitudine.