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Matt Berkey: "Perché non mi alzo quando sono a +$1.000.000? In certe partite devi giocare fino alla fine"

Recentemente abbiamo riportato alcune dichiarazioni di Matt Berkey sulle partite high stakes live. Il professionista statunitense - che in un'altra occasione aveva detto di aver vissuto un downswing lungo 13 mesi - ha svelato come funzionano gli accordi di staking nelle partite più alte di Las Vegas, ammettendo che in realtà un professionista come lui gode di una indipendenza finanziaria minima.

"La mia esposizione è del 10%, sulle vincite e sulle perdite. Sono responsabile finanziariamente del 10% del mio bilancio finale. La mia esposizione è sempre marginale, perché gioco sempre con un backer che mi copre le spalle. È lui a decidere se devo continuare a giocare oppure fermarmi", aveva detto Berkey.

In un altro video, Matt ha messo ulteriormente in luce questo aspetto: nella realtà dei fatti chi gioca nel big game di No-Limit Hold'em di Las Vegas non è altro che lo strumento finanziario dei ricchi investitori, coloro che finanziano i giocatori per consentirgli di sedersi a certe partite.

Giocare high stakes finché c'è partita

Una caratteristica che accomuna tutti i top player delle partite high stakes è l'impossibilità di alzarsi prima che la partita sia finita. Lo aveva già detto Trueteller: un vero pro non si alza mai se c'è ancora action.

Berkey ha spiegato il motivo mentre rispondeva alle domande dei suoi followers. In tanti gli hanno chiesto perché non si fosse alzato da una partita estiva di Poker After Dark nella quale era in profitto di un milione di dollari.

"Molti mi hanno chiesto perché non ho quittato quando ero sopra di un milione di dollari. Beh, la risposta è che queste partite sono molto rare, vengono organizzate all'ultimo minuto e sono difficili da mettere in piedi con la giusta lineup", ha dichiarato Berkey.

Quello che sta dicendo tra le righe è chiaro: quando ci sono partite con ricchi giocatori amatoriali (la giusta lineup) bisogna sfruttare tutta l'EV del caso. Se le whale vogliono giocare, bisogna stringere i denti e giocare, sempre e comunque.

"Per noi pro è sempre molto difficile farci invitare. Questo significa che il mio più grande edge, alla fine, sta nella presenza al tavolo. Se riesco a sedermi ho già fatto parte del lavoro, pertanto non mi posso alzare finché la partita è finita. È importante massimizzare questi spot".

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Decidere di comune accordo con il backer

Un altro aspetto cruciale è proprio quello dello staking: come aveva già detto, Berkey prende le decisioni di comune accordo con il suo backer. Se questo gli dice che è il caso di continuare a giocare, lui deve farlo. Il rischio, altrimenti, è di non venir più stakato in futuro.

"Raramente mi alzerò da una buona partita, soprattutto se il mio backer crede in me. Ma anche se sono molto esposto finanziariamente, ovvero se non ho venduto grandi quote, continuo sempre a giocare se la partita è buona. Certo, se gioco al $100-$200 con il 50-80% della mia action e ho un milione di dollari davanti, è possibile che io mi alzi".

Matt Berkey e gli swing milionari

Infine, Matt Berkey risponde alla domanda precisa di un suo follower: come si fa a vivere serenamente dopo aver perso un milione di dollari? Perché effettivamente, in quella sessione di Poker After Dark, il reg della Ivey's Room passò da più un milione di dollari a meno un milione di dollari...

"Fa male perdere un milione di dollari in una sessione nella quale, in precedenza, stavi vincendo un milione di dollari. Fa male, ma non mi fermerà certamente dal tornare ai tavoli. Non mi manda a dormire sotto un ponte. Sono gli swing di queste partite, vendo quote apposta".

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