La notizia è passata in secondo piano ma ha una portata politica non marginale: il Governo cinese è pronto a legalizzare il gambling nella provincia meridionale di Hainan che prende il nome proprio dall'isola principale (più di un terzo più grande della Sicilia) dell'arcipelago di fronte al Vietnam. La posizione geografica è sospetta: è vicino ad Hong Kong e... Macao. Si proprio la capitale mondiale del gambling.
Il Presidente Xi Jinping ha ufficialmente aperto a questa possibilità di legalizzare il gaming sull'isola.
Hainan tra gambling e turismo
Ad Hainan saranno legalizzate le scommesse sulle corse dei cavalli e le lotterie e giochi a totalizzatore legati ad eventi sportivi (tipo Totocalcio?). Ma secondo gli analisti, Pechino vuole autorizzare soprattutto l'apertura di casinò.
In un primo momento può sembrare un errore: che senso ha creare un doppione di Macao in una zona limitrofa (relativamente)?
Può essere visto come un messaggio chiaro a Trump ed agli Stati Uniti. Creare una forte alternativa a Macao e con un accesso facile per i gamblers cinesi.
Quello che è certo è che il Governo vuole trasformare Hainan in una meta per l'intrattenimento, un polo per il turismo non solo interno ma anche internazionale. Ed i resort-casinò sono senza dubbio una leva in più per favorire questo sviluppo.
Una forte alternativa a Macao: lede gli interessi di Adelson e Wynn
Come noto Stati Uniti e Cina stanno vivendo una guerra commerciale senza precedenti per volontà del presidente Donald Trump che ha detto basta alle continue pratiche sleali degli orientali. E una nuova Macao senza dubbio lederebbe gli interessi economici molto forti che le grosse catene di hotel-casinò statunitensi presenti nell'ex colonia portoghese.
Hanno fatto una fortuna a Macao Sheldon Adelson (Las Vegas Sands) e Steve Wynn, i principali finanziatori del Partito Repubblicano e di Donald Trump. Aldeson e Wynn hanno finanziato e organizzato la festa del giuramento dell'attuale inquilino della Casa Bianca.
Las Vegas Sands e Wynn Resort International sono tra i principali operatori autorizzati a Macao da più di un decennio. Anche MGM è presente nell'ex colonia portoghese ma politicamente è meno coinvolta con questa amministrazione.
Ma c'è di più: Trump sta provando a rientrare nel mercato dei casinò. Ed indovinate dove sta cercando di acquisire una licenza? Macao!
La caduta di Wynn: meno coperture politiche per i casinò
Steve Wynn è poi caduto in disgrazia ed a causa dello scandalo sessuale si è dovuto dimettere dalla carica di tesorirere del Partito Repubblicano (aveva la delega per la raccolta dei fondi del partito...) e dalla guida della sua creatura: Wynn Resort. Ha venduto gran parte delle azioni proprio ai cinesi di Galaxy.
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Con Steve Wynn politicamente debole è ancor più facile per l'amministrazione USA sentirsi libera di affrontare la commerciale con la Cina, svincolata dalla lobby di Las Vegas.
Certo, questa mossa rischia di far infuirare Sheldon Adelson che potrebbe chiudere i propri rubinetti al Partito Repubblicano (e si parla di fondi per centinaia di milioni di dollari). Insomma, nella partita a scacchi, Xi Jinping sembra aver fatto una mossa decisiva. Scacco al re?