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Buon compleanno PokerStars: 20 anni di poker online dall’11 settembre 2001, la storia

PokerStars story – prima puntata – L’11 settembre 2001 è senza dubbio una data che ha cambiato gli equilibri geo-politici del mondo, con i terribili attentati alle Torri Gemelle e tutto quello che ne ha conseguito in seguito (due guerre in Afghanistan e Iraq più l’esecuzione di Osama Bin Laden nel suo nascondiglio in Pakistan).

Quella data terribile per l’umanità e la civiltà occidentale ha un significato anche per il poker online con il lancio, proprio in quel giorno, del software di PokerStars, un software che – nel medio periodo – è destinato a rivoluzionare il settore.

PokerStars era stata fondata tra Toronto e il Costarica, nel marzo del 2001, da un ex ingegnere informatico dell’IMB: Isai Scheinberg il quale coordinava i suoi programmatori dal Canada, mentre il figlio Mark dirigeva l’azienda da un punto di vista dell’offerta dai Caraibi.

La storia del fondatore di PokerStars: Isai Scheinberg

Per comprendere la storia della grandezza della prima room mondiale è bene prima ricordare la figura del suo fondtore, perché sarà centrale per molti anni nella vita di PokerStars e soprattutto del poker online (nel 2012 diventerà proprietario anche di Full Tilt).

Nel primo capitolo della sua storia che scrissi nel 2013 dopo una lunga ricerca, ricordai la sua vita pre-PokerStars:

Attraverso varie fonti siamo riusciti a ricostruire – in esclusiva – la sua storia personale: cresciuto in Lituania (quando faceva parte dell’URSS), ha la doppia cittadinanza israeliana-canadese e parla correntemente l’ebraico. Ha conseguito una laurea in matematica all’Università Statale di Mosca (secondo il magazine Canadian Business), e in seguito si è trasferito in Israele dove ha servito l’esercito israeliano e combattuto la guerra dello Yom Kippur.

Mente geniale, ha iniziato a lavorare per IBM in Israele prima di essere trasferito nella sede canadese della multinazionale e stabilirsi a Richmond Hill nel 1988, un paese vicino a Toronto, comprando casa ad un prezzo di circa 660.000$ (secondo la rivalutazione monetaria).

Per IBM ha contribuito allo sviluppo del progetto rivoluzionario Unicode. Un suo ex collega, Edwin Hart ricorda: “non era difficile prevedere il suo successo. Già al tempo era una persona molto ‘politica’. Sapeva benissimo chi fossero i suoi alleati e i suoi nemici”.

In quegli anni, Isai coltiva un hobby particolare per le carte, giocando nelle sale di Toronto (in compagnia di un certo Daniel Negreanu…).

Nel 1996, arriva in the money ad un evento delle WSOP, il 2.500$ NLHE, incassando 3.337$, previsti per il 25esimo posto (Chris Ferguson e Anne Duke arrivano al tavolo finale). Nel 1998, mister PokerStars si qualifica per il final table dello United States Poker Championship ad Atlantic City.

Come nasce l’idea di fondare la poker room online PokerStars

Nel 1999 la prima room mondiale, Paradise Poker, registrava rari picchi di circa 2.000 players attivi ai tavoli. Era un business di nicchia ma un visionario come Isai vedeva molto più lontano. Era convinto che con l’evoluzione di un software affidabile e graficamente accattivante, il poker online avesse potenzialità ben differenti.

Nel 2000, fonda la società di informatica PYR Software, sempre con sede a Richmond Hill. L’idea è quella di creare un programma sul poker, considerando che nel 1999, il fatturato totale dell’industria era di 1,2 miliardi di dollari.

Poi si sposta a Toronto dove raduna un centinaio di programmatori (alcuni anche della sua ex società IBM).

L’idea originaria è però quella di comportarsi come una software house pura (come Playtech per intenderci) ma il progetto ben presto fallisce. Isai e Mark volevano vendere il programma per il poker a casinò online e bookmakers.

Lo ricorda in un’intervista (quasi 20 anni dopo) lo stesso Isai: nessun operatore capiva le potenzialità del software o non lo voleva pagare il giusto prezzo. Era una scommessa che non volevano accollarsi: “nessuno di loro in realtà capiva molto di gioco online”.

A 54 anni, Scheinberg aveva appena lasciato l’IBM ed aveva investito molti soldi in questo progetto che non poteva essere lasciato a metà. Così nasce PokerStars in Costarica con l’apparato tecnologico in Canada.

Il software di PokerStars viene lanciato in versione play for fun l’11 settembre 2001. Il team di informatici è supportato da diversi consulenti esperti di poker, in particolare ex giocatori. Uno dei più ascoltati è nel 2001 Terrence Chan.

In meno di un anno PokerStars è diventata una piattaforma online per il poker e diversi tecnici fedelissimi a Isai Scheinberg – per molti anni – lo hanno accompagnato nella sede dell’Isola di Man (dopo il trasferimento dai Caraibi).

Il boom Moneymaker e la legge federale UIGEA: PokerStars diventa la numero 1

Nel 2002 Mark e Isai hanno una delle tante intuizioni di successo e PokerStars ospita il World Championship of Online Poker, una serie di nove tornei con un buy-in di 1.050$. E’ l’inizio del mito del WCOOP, ad oggi la manifestazione di poker online più importante.

Con lo scoppio della popolarità del texas hold’em grazie alla vittoria di Chris Moneymaker (vincitore di un satellite proprio su PokerStars) al Main Event WSOP del 2003 (con pochi dollari vinse un primo premio da 2,5 milioni con la patch con la picca rossa sulla maglietta), Pokerstars e l’online svoltano.

Le sponsorizzazioni di giocatori professionisti ed amatori è un’altra intuizione felice di Isai che si rivela un vero genio anche nel marketing. Chris Moneymaker è il primo della truppa e lascerà Rational Group solo 17 anni dopo.

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Al tempo la room numero uno sul mercato è Partypoker, già quotata in borsa con la holding PartyGaming. Un passo che Isai e suo figlio Mark vogliono fare nel 2005, ma accade un fatto inconsueto.

L’amministrazione guidata da George Bush Jr decide di rendere la vita difficile a tutti i siti di gioco online nel primo mercato mondiale (gli USA). La Casa bianca riesce a far passare in Congresso la Legge federale UIGEA che dispone il divieto per tutte le transazioni bancarie e finanziarie verso le piattaforme di gioco d’azzardo.

In questo modo gli Scheinberg stoppano qualsiasi progetto di rendere PokerStars una società pubblica quotata in borsa. Prima di tutto, senza i proventi degli USA, la società non sarebbe appetibile sui mercati finanziari. Ma l’idea è un’altra: non essere una società pubblica comporta meno oneri e problemi di natura legale. La società inoltre può contare su una governance chiara e snella che si può muovere nei vari mercati “grigi” e non regolamentati.

Pokerstars è controllata dalla famiglia Scheinberg per il 75% e il restante 25% delle azioni sono in mano a collaboratori storici e dipendenti.

La concorrenza si ritira dagli USA

Partypoker, 888 (al tempo primo casinò negli States), il bookmaker Ladbrokes (nel 2006 ancora di proprietà della famiglia Hilton) e gli altri leader di mercato, tutti quotati nei mercati azionari, devono fare retromarcia ed uscire dagli States. Si tratta di un evento che segnerà per sempre la vita di queste società.

La strategia degli Scheinberg negli Stati Uniti

Si viene a creare un vuoto enorme sul mercato. A questo punto Isai Scheinber comprende che si tratta di un’occasione più unica che rara e mette in campo un team di legali di primissimo livello, pronti a studiare qualsiasi cavillo possibile pur di rimanere nel mercato a stelle e strisce.

Mister PokerStars ed i suoi avvocati trovano uno spiraglio: l’UIGEA vieta le transazioni verso i siti di gioco d’azzardo (i giocatori sono i primi ad essere colpiti) ma non vieta il gambling in sé (un game play for fun è ammesso).

Secondo l’interpretazione di PokerStars nel 2006 e delle altre poker rooms attive nel mercato USA, il poker non può essere ritenuto un gioco d’azzardo maè a tutti gli effetti un gioco d’abilità (uno skill game).

Ed in quegli anni la narrativa per la promozione del texas hold’em passa proprio dal concetto di skill game.

La funzione di Pokerstars e delle altre 3 sorelle concorrenti nel mercato

Così PokerStars, Full Tilt, UB.com e Absolute Poker si prendono per 5 anni (fino al 2011) l’intero mercato statunitense e con gli enormi guadagni registrati in quel quinquennio riescono a finanziare la promozione del texas hold’em in tutto il mondo, facendo regolamentare il giochino in molti stati europei. Opereranno però come siti offshore dagli Stati Uniti.

Nel frattempo però finanziano anche una lobby (la Poker Players Alliance) a Washington perché vogliono una legge federale pro texas hold’em. Le quattro sorelle diventano sempre più potenti e qualcuno da Las Vegas inizia a storcere il naso.

Il poker tra il 2008 e il 2011 diventa un fenomeno di massa e generazionale grazie a Pokerstars e alla mente di Isai Scheinberg. Sono passati 20 anni e quella room dal nome profetico rimane un punto di riferimento del settore ora che è passata sotto il controllo di Flutter (proprietaria anche di Betfair, Paddypower e Skybet).

Ma il percorso è stato lungo ed anche con diversi colpi di scena (che vi racconteremo nelle prossime puntate), con alti e bassi tipici di tutti i business molto concorrenziali. 20 anni e non sentirli. Buon compleanno PokerStars!

La storia di PokerStars – prima parte – continua

Editor in Chief Assopoker. Giornalista e consulente nel settore dei giochi da più di due decenni, dal 2010 lavora per Assopoker, la sua seconda famiglia. Ama il texas hold'em e il trading sportivo. Ha "sprecato" gli ultimi 20 anni della sua vita nello studio dei sistemi regolatori e fiscali delle scommesse e del gioco online/live in tutto il Mondo.
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