Nonostante adesso si faccia chiamare "Kagome Kagome", per tutti è "Ihatejuice": il significato ambiguo del suo nickname originario è solo una delle cause che hanno reso famoso questo giocatore tedesco, che da settimane sta battagliando contro Patrik Antonius.
In una recente intervista, "Ihatejuice" parla di se stesso a tutto tondo, descrivendo gli esordi ma anche cosa lo spinga oggi a confrontarsi contro i migliori giocatori al mondo: "Quando ero un adolescente giocavo molto a World of Warcraft 3, mentre ho scoperto il poker online sul finire del 2006. All'inizio era soltanto un divertimento, poi ho cominciato a dedicarmi al fixed Limit Hold'em heads-up, dove ho scoperto di essere molto più bravo che nel No Limit Hold'em".
Prima di allora era riuscito a giocare fino al NL2000, sentendo tuttavia di non riuscire ad andare oltre. La scoperta di questa nuova variante gli ha invece permesso una scalata straordinaria: "Dal maggio del 2009 e nel giro di sei mesi, sono passato dal $5/$10 al $200/$400, e dopo un anno e mezzo da allora ero già in grado di affacciarmi al $2000/$4000. Ad un certo punto ho pensato di smettere e dedicarmi all'università, perché nessuno era più disposto a darmi azione".
Ma poi i regular del cash game high stakes si accorgono della sua specialità, e cominciano a sfidarlo: un risvolto insperato per "Ihatejuice", che poteva così tornare a mettere il poker in primo piano, pur senza abbandonare gli studi. Il tedesco ricorda così il suo primo incontro con uno dei mostri sacri di Full Tilt Poker: "La prima volta che mi sono seduto contro Tom Dwan ero nervoso, ma poi in questi casi più giochi e più la tensione tende a scemare".
Il giovane fenomeno del Fixed Limit Hold'em racconta anche dell'aura che circondi Phil Ivey in questa specialità, dal momento che è riuscito a portar via a "Hoss_TBF" circa due milioni di dollari sul suo terreno: "Phil Ivey è un po' il mostro finale, visto che è riuscito a vincere contro quello che ritengo tutt'ora essere il miglior giocatore di questa specialità. Tuttavia, la motivazione di confrontarmi coi migliori è quello che mi ha permesso di arrivare fin qui. Se il denaro fosse così importante per me, ogni volta che perdo 200.000 dollari dovrei buttarmi giù da un balcone".
E certamente di sessioni negative "Ihatejuice" ne ha avute, da quando ha cominciato a sfidare Patrik Antonius: "Lui è un po' la mia nemesi, la mia bestia nera. Credo che ciascuno di noi sia convinto di avere un piccolo edge sull'altro, ma in questa variante ed a questi livelli il migliore emerge solo nel lungo periodo. Molto spesso infatti le mani sono come un coinflip con un leggerissimo favorito, e avere carte migliori è spesso quello che determina il vincitore di una sessione. Una volta che si è consapevoli di questo e si accetta il gioco, non ci si può lamentare, nel momento in cui alcuni di questi coinflip si perdono".
Il ragazzo fa poi una interessante constatazione, a proposito del bankroll management: "Credo ne esistano di due tipi. C'è chi sale di livello solo quando è iperrollato, e chi invece ad un certo punto vuole provare ad aggredire il livello superiore, consapevole che in caso di esito negativo dovrà essere pronto a tornare di nuovo dov'era. Sviluppare questa capacità aumenta la propria tranquillità in situazioni di pressione, per cui è più facile sentirsi a proprio agio a certi livelli. Giocare money scared agli high stakes non porta da nessuna parte: per me è come un videogioco, dove io premo dei bottoni al computer. Credo che aiuti molto, concentrarsi solo sul diventare un buon giocatore a prescindere da altri fattori, i soldi in particolare".
L'obiettivo a lungo termine è quello di diventare il miglior giocatore al mondo in questa specialità, un traguardo indubbiamente ambizioso che del resto il tedesco non vede come una chimera: naturalmente, Patrik Antonius permettendo...