In un paese dove i ruoli tra comici e politici sono grottescamente confusi, si potrebbe cadere in errore ed arrabbiarsi con Maurizio Crozza, per le tante inesattezze sul mondo del gioco pronunciate in un monologo durante il suo popolare show "Crozza nel paese delle meraviglie".
Invece noi non caschiamo nel tranello, perchè nonostante tutto non è ad un comico che si deve chiedere il rispetto per la verità. Crozza è forse in questo momento il principe della satira televisiva made in Italy, frutto di un grande talento abbinato al lavoro, e anche della carenza di concorrenza (Albanese ormai dedicato quasi esclusivamente al cinema e Guzzanti al "confino" volontario su Sky, ndr).
Ieri il comico genovese è caduto in una serie di errori che lo accomunano al coro stonato di politici e giornalisti disinformati, enunciando il pericolo sociale derivante dall'apertura delle 1000 nuove sale da poker. Una dichiarazione distorta di Massimo Passamonti (presidente di Sistema Italia che rappresenta il settore gioco in Confindustria, ndr) sui cartelli recanti divieti e messaggi sulle probabilità di vincita è stata il "la" per una gag sicuramente piena della classica verve "crozziana" e molto divertente, ma vittima di quel peccato originale dato dalla sostanzale distorsione della realtà.
Ripetiamo, non è nelle gag di un comico che va cercato il rispetto della verità, nè si può pensare di chiedere rettifiche o pretendere (come ha fatto goffamente qualcuno in passato) che la satira debba comprendere un contraddittorio.
Di fondo però c'è un punto: la grande popolarità di Maurizio Crozza contribuisce di fatto ad irrobustire, nell'opinione pubblica, una sensazione di generico sfavore verso il mondo del poker live e - nella fattispecie - verso uno dei provvedimenti più fraintesi della storia recente.
Da oggi sarà un po' più difficile spiegare alla gente che una serata passata a giocare a poker può essere una sana alternativa, prima che un'occasione per creare nuovi posti di lavoro e fare emergere dal sommerso un indotto enorme.
Caro Crozza, chi scrive ti adora ma questa volta sei stato un po' troppo somigliante al tuo stesso "Kazzenger"!
Guarda qui il monologo 'incriminato' di Maurizio Crozza