Una disciplina che non è una variante
Divertente, dinamico, moderno. Sono aggettivi che avete utilizzato nella vostra vita da giocatori di poker per distinguere alcune varianti dalla Cadillac del poker, il Texas Hold’Em giocato in modalità short handed.
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Abbiamo più di una volta trattato l’argomento dello Short Deck provando a sviscerarne i segreti sia sotto il punto di vista prettamente regolamentare, che sotto l’ottica meramente strategica.
È un gioco che si presta allo stesso modo sia al cash game che sotto forma di torneo, tanto che uno dei suoi più appassionati praticanti, il miliardario uomo di successo Paul Phua, patron delle Triton Poker, si diletta a giocarlo appena la sua vita professionale glielo permette e non ne fa un distinguo tra le due discipline.
I river da urlo
Come capirete bene, quando dal mazzo elimini qualche carta, le combinazioni che permettono di vincere i piatti, sono molto meno ampie rispetto a quelle che fanno capo al Texas Hold’Em.
Giocare con un deck formato da 52 pezzi permette un maggiore ventaglio di punti sui quali poter contare, ma se le carte diventano 36, hai voglia a sperare in una top pair, non solo capiterà raramente, ma ancora più raramente essa risulterà buona allo show down.
Per questo motivo capirete anche che si moltiplicheranno i river che ribaltano la situazione, poiché saranno evidentemente di più le carte che, rimaste nel mazzo in quinta strada, si connetteranno col resto del board e, soprattutto, con le starting hands dei protagonisti della mano.
Il video di oggi coi 5 river
Se siete appassionati di questa specialità, invece, il consiglio è quello di seguire fino in fondo questo breve video per capire di cosa stiamo parlando…
Le mani sono tutte prese dal partypoker Super High Roller Sochi Series.