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"Chip" Reese è stato il giocatore più forte della storia?

Nel momento in cui si volge uno sguardo verso le pagine che mettono in evidenza le vincite in carriera nei tornei di poker, spesso scende una lacrimuccia quando esse fanno riferimento a giocatori che hanno dovuto interrompere le loro gesta perché semplicemente se ne sono andati.

Abbiamo assistito anche qui in Italia a giocatori che ci hanno lasciato, come i compianti Gino Alacqua, Gianni Giaroni, Luca Fiorini, o Matteo Mutti, solo per citarne alcuni, oppure altri a cui avevamo voluto un gran bene come al nonno di tutti i giocatori, Doyle Brunson.

Ma se avete aperto questo pezzo, è perché qualcuno di voi ricorderà ancora il genio e la sregolatezza di David Edward Chip Reese.

La vita di un campione indimenticabile

Chip Reese nasce nel capoluogo della Contea di Montgomery, nel sud est dell'Ohio, il 28 marzo del 1951 e ci ha lasciati il 4 dicembre del 2007, in quella città che diventò per lui un susseguirsi di giornate in ufficio, come le chiamava lui, tra i Casino di Las Vegas, dove diventò una vera e propria leggenda del poker.

Il destino di Reese è molto comune a buona parte dei giocatori della vecchia guardia, come lo stesso Doyle Brunson, che se non si fosse rotto la gamba da promessa della pallacanestro statunitense, lo avremmo visto probabilmente calcare i parquet più nobili della NBA.

Chip Reese, qua al tavolo con Barry Greenstein

Chip scelse invece il Football Americano, sport che lo portò fino alla conquista del titolo di Campione dell'Ohio al College, prima di essere ammesso alla Stanford University per provare a diventare avvocato, ma il richiamo del poker era troppo forte e Reese rinunciò all'iscrizione per trasferirsi subito a Las Vegas, dove, con soli $400 di bankroll, il primo weekend vinse un torneo di Seven Card Stud per oltre 60.000 dollari, e non torno più indietro.

Cominciò a battere tutti i tavoli ai quali si sedeva, soprattutto di Seven Card Stud, anche se si dice fosse imbattibile anche a Bridge e Gin Rummy, caratteristica, quest'ultima che lo accomuna a Stu Ungar, altro compianto genio della disciplina.

L'exploit a Sin City

La città del peccato, allora all'inizio dei suoi anni ruggenti, accolse Reese con poco entusiasmo, alla luce delle sue continue vittorie, visto non certo di buon occhio dai residenti a Las Vegas, tra i quali Doyle Brunson, che, al contrario, strinsero una profonda amicizia con il nuovo arrivato.

Chip Reese ha sempre dimostrato di essere un signore dentro e fuori dal tavolo e per questo motivo, in breve tempo, si ricredettero tutti rispetto al suo arrivo e all'originario dell'Ohio fu dato il privilegio di accomodarsi alle partite di cash game più ricche del pianeta, anche perché le vincite continuavano senza sosta ed era praticamente impossibile non accorgersi di lui.

Cash game come main game, ma anche tornei e scommesse sportive, dove anche lì era skillatissimo, al pari di Backgammon e Scacchi, una sorta di multitasking del gioco.

David Chip Reese

Reese ha colto però anche tre braccialetti WSOP, l'ultimo dei quali il più nobile del trio, quello conquistato nel 2006 al HORSE World Championship da $50.000 di Buy In, al termine del quale mise in tasca la bellezza di $1.784.640, ben 24 anni dopo il secondo sigillo al $5.000 Limit Seven Card Stud per una vincita di $92.500, il quale seguì a sua volta la vittoria del $1.000 Seven Card Stud Split del 1978, per $19.200.

Il più forte della storia?

Non sono pochi a considerare "Chip" Reese il più forte giocatore della storia, anche se sembrerebbe più giusto parlare di epoche e rimane la sensazione che, un anno dopo la vittoria del suo terzo braccialetto, la morte lo abbia colto troppo presto per capire quanto fosse forte al tavolo.

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Il successo arriva da lontanissimo, visto che "Chip" Reese ha sempre dichiarato che ha imparato a giocare a carte all'età di 5/6 anni, quando decise di sedersi per la prima volta a giocare con le figurine dei giocatori di baseball con i figli dei vicini di casa dei genitori.

Li ripulì e i genitori di questi bambini, rimasti senza nemmeno una carta, ne andarono a chiedere la restituzione ai genitori di David.

Las Vegas, dicevamo, dove fece incontri più o meno felici, come quello con Tony Spilotro, un malavitoso legato alla mafia statunitense che gli intimò di "fare qualcosa di losco per lui".

È lo stesso Doyle Brunson a raccontare questo aneddoto, corroborandolo di particolari, come quello che fa capo al gran rifiuto di Chip Reese nel momento in cui capì che sarebbe stato meglio allontanarsi da quegli ambienti e decise di troncare l'amicizia con Spilotro.

Diventò un frequentatore assiduo della Bobby's Room e dichiarò ripetutamente che per giocare a poker devi staccarti dal valore dei soldi, se no per te è finita.

Una delle sue frasi più famose, fu quella che faceva capo alla sua idea sul giocatore più forte della storia e del mondo e lui rispose con una frase sibillina: "se sei un giocatore veramente forte, lo dimostri vincendo per tutta la vita. Se vinci solo per qualche anno, non sei nessuno".

Chip Reese morì il 4 dicembre 2007 nel sonno per un arresto cardiaco, probabilmente causato dall'utilizzo di un bypass che non funzionò nel migliore dei modi.

"C'è chi pensa che sia impossibile prendere parte a tutti i tavoli finali dei tornei a cui si partecipa. Questo è vero per tutti. Tranne per chi li racconta".
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